Bendaggio intelligente: al via i primi test entro 12 mesi
Sfruttare la potenza della rete 5G per dare vita a bendaggi in grado di controllare real-time lo stato della ferita e di aiutare i dottori nel monitoraggio della salute del paziente: è questo il progetto, guidato dello Swansea University’s Institute of Life Science, facente parte del programma “Swansea Bay City Region Deal”, un finanziamento da 1,3 miliardi di sterline per uno slancio all’innovazione basata sull’utilizzo della rete 5G.
A tal proposito si è espresso il Professor Marc Clement, presidente dell’Institute of Life Science, in un’intervista alla BBC: “La rete 5G è un’opportunità per produrre un larghezza di banda robusta e flessibile, sempre a disposizione dell’assistenza sanitaria”.
MONITORAGGIO GRAZIE AL 5G
L’affermazione del professore è giustificata dal fatto che la futura rete di quinta generazione, secondo le prime specifiche pubblicate dall’Itu (agenzia Onu per le telecomunicazioni), propone una velocità fino a 20 Gigabit al secondo (in download) ed un basso tempo di latenza (4 millisecondi) nel momento di una prima connessione ad un servizio; questo consentirebbe una connessione potente, affidabile e robusta con i sensori, nel caso in questione.
La rete 5G permetterebbe, quindi, di avere a disposizione un flusso continuo di dati trasmessi istantaneamente al proprio dottore; ciò favorirebbe la possibilità di trattamenti personalizzati in base alla velocità di guarigione del paziente, al suo stato di salute, oppure al suo stile di vita. I medici avranno un ampio range di dati ed informazioni ad altissima qualità per la valutazione delle esigenze del trattamento così da evitare anche, ad esempio, ulteriori visite superflue. I dati, inoltre, sarebbero sempre disponibili perfino nel proprio smartphone.
A tal fine verranno utilizzati dei nanosensori per rilevare lo stato della ferita in tempo reale. I bendaggi saranno invece realizzati con la stampa 3D così da mantenere bassi i costi.
Sia i sensori che il bendaggio sono in fase di sviluppo, ma se il progetto dovesse andare a buon fine, significherebbe un gran passo avanti rispetto alla medicina tradizionale e aprirebbe le porte ad una nuova frontiera nell’assistenza sanitaria.
“Quello che il futuro ci riserva è un mondo dove ci sarà la possibilità di variare il trattamento in base all’individuo, allo stile e al modello di vita“, così afferma lo stesso Professor Marc Clement.