“Combatte le infezioni più gravi”: scoperto un nuovo antibiotico | Si nasconde tra le piante del tuo giardino

Giardinaggio (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Tra terra e radici si cela una scoperta che potrebbe rivoluzionare la lotta contro le infezioni più resistenti.
La scienza non smette mai di stupire. Spesso si pensa che le grandi scoperte richiedano laboratori futuristici o spedizioni in posti sperduti, ma non è sempre così. A volte, le risposte che cerchiamo sono sotto il nostro naso… o meglio, sotto i nostri piedi.
Negli ultimi anni, la resistenza agli antibiotici è diventata una delle sfide più toste da affrontare. Sempre più infezioni stanno diventando difficili da trattare, e trovare nuove soluzioni è diventato urgente, anzi urgentissimo. Gli scienziati stanno setacciando ogni possibile fonte naturale, sperando in qualche colpo di fortuna.
Chi l’avrebbe mai detto che proprio nel terreno del giardino di casa si potesse nascondere qualcosa di così utile? La natura, silenziosa e paziente, continua a sorprenderci, offrendo risorse preziose proprio quando sembrano finite tutte le carte da giocare.
Piante, terra, radici… tutti elementi che spesso diamo per scontati, eppure dentro di loro si agitano microrganismi dalle proprietà incredibili. E, come vedremo tra poco, proprio uno di questi potrebbe cambiare le regole del gioco nella lotta contro i batteri.
Un tesoro nascosto tra radici e terra
Tutto è iniziato quando Gerry Wright, biochimico della McMaster University in Canada, ha avuto un’idea un pò folle (ma geniale): raccogliere del semplice suolo dal suo giardino. Dopo averlo fatto “maturare” per un anno intero in capsule di Petri, Wright e il suo team hanno trovato qualcosa di speciale.
Fra i vari microrganismi emersi, come raccontato da Focus, si è distinto un batterio del gruppo Paenibacillus. Questo piccolo eroe produce una molecola davvero fuori dal comune. Si tratta di un peptide (una catena corta di amminoacidi) che si avvolge su sé stesso come un lazo da cowboy. Non è solo una curiosità strutturale: essa attacca i ribosomi e l’RNA transfer dei batteri, incasinando la loro produzione di proteine e, di fatto, uccidendoli. Il bello? Nessun antibiotico conosciuto funziona in questo modo, quindi i batteri non sanno ancora come difendersi.
Fa fuori i superbatteri
Nei primi esperimenti di laboratorio, la lariocidina si è comportata alla grande. Ha rallentato la crescita di batteri comuni e di quelli più tosti, quelli che resistono a praticamente tutto. E, buona notizia: non ha mostrato effetti tossici per le cellule umane. Pare anche che riesca a sopravvivere ai succhi digestivi… mica male per una molecolina!
Poi è arrivato il test più tosto: trattare dei topi infettati con Acinetobacter baumannii, un superbatterio che fa davvero paura perché resiste ai carbapenemi, l’ultima spiaggia degli antibiotici. I topi non trattati, purtroppo, non ce l’hanno fatta oltre le 28 ore, mentre quelli curati con la lariocidina erano ancora vivi dopo due giorni, con meno batteri nel sangue. Ovviamente il cammino per trasformare la lariocidina in un farmaco vero è lungo (e pieno di ostacoli), ma insomma… si parte con il piede giusto.