Sul mercato anche frutta con pesticidi vietati: allarme del Ministero della Salute | Attenzione al Paese di provenienza

Pesticidi e pericoli (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Frutta e spezie contaminate da sostanze bandite: stai molto attento alla provenienza di quello che metti nel piatto.
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre di più di sicurezza alimentare, e non solo da parte di esperti o addetti ai lavori. È un tema che tocca tutti, ogni volta che facciamo la spesa. Pensaci: quante volte ti sei chiesto da dove arriva quello che compri? O meglio, quanto possiamo davvero fidarci di ciò che finisce sulle nostre tavole?
Il mercato globale ci ha abituati ad avere tutto, sempre. Frutta esotica in inverno, spezie da ogni angolo del mondo… è comodo, sì, ma a quale prezzo? Dietro questa abbondanza si nascondono spesso pratiche agricole diverse dalle nostre, regolamentazioni meno rigide e, a volte, anche qualche scorciatoia poco sicura. E qui il discorso si fa delicato: se una sostanza è vietata in Europa, ma viene comunque usata altrove, può davvero considerarsi fuori dai nostri piatti?
Il problema non è solo chi produce cosa, ma anche come e dove. I controlli esistono, certo, ma non sempre riescono a tenere testa a un commercio così enorme e complesso. Così, può capitare che prodotti coltivati con sostanze vietate tornino a circolare liberamente, semplicemente passando da un Paese all’altro. È come un gioco di prestigio, dove alla fine sparisce la certezza di mangiare qualcosa di sicuro.
E allora ci si affida alle etichette, al buon senso… ma è sufficiente? In realtà no, perché se il regolamento è europeo ma la coltivazione è indiana, brasiliana o egiziana, le regole cambiano. E a pagarne le conseguenze, spesso, siamo proprio noi consumatori, magari inconsapevoli. Il Paese di provenienza è diventato un campanello d’allarme da tenere d’occhio, non solo per la qualità, ma per la nostra salute.
Norme europee che fanno acqua
Il paradosso è servito: l’Europa vieta certe sostanze per proteggere la salute pubblica, ma poi le permette di tornare attraverso le importazioni. Come se bastasse chiudere una porta per evitare che entri dalla finestra. Il Parlamento Europeo aveva anche votato per fermare questa pratica, ma… al momento nessuna decisione concreta. Nel frattempo tante associazioni ambientaliste continuano a fare pressione.
Il punto è chiaro: se non si blocca l’esportazione di pesticidi vietati e non si rafforzano i controlli su ciò che rientra nel mercato europeo, la salute di milioni di persone resta esposta a un rischio evitabile. E forse pure un pò assurdo, se ci pensi. Ecco perché andrebbe sempre privilegiato, dove possibile, l’acquisto di frutta locale.
Quello che non ti aspetti nella frutta che compri
Tutto questo è venuto a galla in seguito a un’indagine condotta da Foodwatch, un’organizzazione indipendente che si occupa di tutela dei consumatori, e riportata da Il Salvagente. Secondo il loro rapporto (anzi, un bel malloppone da oltre 18.000 campioni analizzati), circa il 6% degli alimenti esaminati in Germania conteneva residui di pesticidi vietati nell’Unione Europea. In particolare, banane, mango e spezie sono risultate le più contaminate — con le banane in testa: due su tre non erano proprio pulite.
E non si parla di pesticidi qualunque, ma di sostanze pericolose e già bandite da anni, come l’ossido di etilene (sì, quello considerato cancerogeno e capace di danneggiare il DNA) o il carbendazim, un fungicida ancora più problematico, trovato in spezie come basilico e peperoncino. Il fatto è che questi composti, pur vietati, vengono ancora prodotti in Europa e esportati altrove. Dove? In Paesi dove le norme sono meno rigide, tipo India, Brasile o Egitto. E da lì… rientrano nei nostri supermercati.