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Acido folico in gravidanza: perché ne viene consigliata l’assunzione

Man and woman hands on the pregnant belly

Gli aspetti nutrizionali, ivi compresa l’integrazione alimentare, hanno un ruolo di notevole importanza per le donne in stato interessante. Se è vero che è stato ormai sfatato da tempo il vecchio mito del “bisogna mangiare per due”, è altrettanto vero che in gravidanza sono sicuramente necessari alcuni aggiustamenti nutrizionali.

In linea di massima la dieta in gravidanza non comporta stravolgimenti particolari e, come spiegato chiaramente sul portale dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), deve essere “sana ed equilibrata e non deve eccedere nelle quantità”.

Ciò detto, viene di norma sconsigliata l’assunzione di carni crude o poco cotte, insaccati, pesci crudi o poco cotti, uova crude o poco cotte. L’obiettivo è quello di evitare eventuali infezioni che potrebbero essere trasmesse al feto.

L’integrazione alimentare in gravidanza

Durante il periodo della gravidanza, è comune ricorrere a un’integrazione alimentare mirata. Ciò trova giustificazione nel fatto che di norma si registra un aumentato fabbisogno di alcuni micronutrienti (vitamine e sali minerali), ma possono esserci anche carenze che devono essere corrette.

Un cenno particolare va all’acido folico (vitamina B9), consigliato anche prima del concepimento; cerchiamo quindi di capire l’acido folico a cosa serve in gravidanza e perché viene di norma suggerito non solo durante il periodo gestazionale, ma anche nel periodo precedente il concepimento (se si ha intenzione di pianificare una gravidanza).

Altri micronutrienti generalmente consigliati alle donne in stato interessante sono altre vitamine del gruppo B (in particolare la B12 e la B6), la vitamina D e il ferro.

Acido folico in gravidanza: la prevenzione dei disturbi del tubo neurale

L’acido folico e i folati sono sostanze indicate con la generica locuzione “vitamina B9”; i folati rappresentano la vitamina nella sua forma naturale, quella presente negli alimenti (soprattutto quelli di origine vegetale), mentre l’acido folico è una forma ossidata della vitamina ed è quella utilizzata negli integratori.

La vitamina B9 è coinvolta in molti processi che riguardano il nostro organismo: è fondamentale per la sintesi del DNA, per la sintesi delle proteine e per la formazione dell’emoglobina.

È altresì importantissima per molti tessuti, ivi compresi quelli embrionali. Studi ormai consolidati da decenni hanno dimostrato inequivocabilmente come l’assunzione di acido folico abbatta drasticamente (fino al 70%) il rischio di alcune malformazioni congenite, in particolare quelle che interessano il tubo neurale (si indicano con l’acronimo DTN, Disturbi del Tubo Neurale) come la spina bifida e l’anencefalia.

Come spiegato sul sito dell’ISS, inoltre, non è esclusa la possibilità che l’acido folico possa essere utile anche nel prevenire anche altre malformazioni e alcuni difetti cardiaci congeniti.

Carenze di acido folico

L’assunzione di integratori a base di acido folico (che talvolta viene associato al ferro, altro micronutriente di cui si ha un aumentato fabbisogno in gravidanza) può essere utile anche in quelle donne in cui si registrino carenze legate a patologie del malassorbimento, da celiachia o da diabete mellito-insulino dipendente.

Dal momento che anche l’assunzione di alcol può contribuire alla carenza acido folico, è opportuno evitare di assumere alcolici quando si è in stato interessante; peraltro l’assunzione di alcol in gravidanza è sconsigliata non soltanto per questo motivo, ma perché è dannosa per il feto.

Risulta utile, in caso di carenza di folati, anche l’assunzione di alimenti quali verdure a foglia verde, legumi, agrumi, kiwi, noci, nocciole, pistacchi ecc.

I dosaggi

Per quanto riguarda i modi, i tempi e i dosaggi dei vari integratori e quindi anche dell’acido folico, le figure di riferimento sono il medico di famiglia e lo specialista ginecologo e, eventualmente, il biologo nutrizionista.

In linea di massima, come raccomandato dal Network Italiano Promozione Acido Folico per la Prevenzione Primaria di Difetti Congeniti (istituito nel 2004), nelle donne in età fertile che prevedano o non escludano una gravidanza, la quantità aggiuntiva consigliata di acido folico dovrebbe essere di 0,4 mg al giorno a partire da almeno 30 giorni prima del concepimento; alcuni medici, peraltro, suggeriscono di iniziare la supplementazione tre mesi prima.