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Affettati e insaccati: questo lo puoi mangiare anche se sei a dieta | Attenzione però alla giusta quantità

Salumi in tagliere

Salumi in tagliere (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Alcuni insaccati e affettati possono essere mangiati anche se si è a dieta, guardate in che quantità assumerli.

Gli insaccati rappresentano una parte importante della tradizione culinaria di molti paesi, in particolare dell’Italia, dove salumi come il prosciutto, la mortadella, il salame e la salsiccia sono considerati delle vere e proprie eccellenze gastronomiche.

Tuttavia, il loro consumo solleva anche questioni legate alla salute e all’alimentazione equilibrata. Gli insaccati hanno origini antiche e derivano dalla necessità di conservare la carne più a lungo attraverso metodi come la salatura, l’affumicatura e la stagionatura.

In molte regioni italiane, esistono prodotti tipici legati alla cultura locale, come il culatello di Zibello in Emilia-Romagna o la ‘nduja calabrese. Questi alimenti sono spesso protagonisti di festività e tradizioni, mantenendo viva la storia e l’identità di un territorio.

Nonostante il loro valore culturale e gastronomico, gli insaccati sono spesso oggetto di dibattito per i possibili effetti negativi sulla salute. Il loro elevato contenuto di grassi saturi e sale può contribuire all’insorgenza di malattie cardiovascolari, ipertensione e obesità.

Alcuni studi sui rischi

Alcuni studi hanno evidenziato una correlazione tra il consumo eccessivo di carni lavorate e un aumento del rischio di patologie come il cancro al colon. Per questo motivo, gli esperti consigliano di consumarli con moderazione, preferendo versioni prive di conservanti e additivi artificiali.

Per poter godere dei sapori e della tradizione legati agli insaccati senza compromettere la salute, è fondamentale adottare un approccio equilibrato. Optare per prodotti di alta qualità, magari artigianali e a basso contenuto di additivi, può essere una scelta più salutare. Inoltre, è importante inserirli in una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e proteine magre.

Salumi
Salumi (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Li puoi mangiare anche in dieta

La scelta tra prosciutto crudo e cotto divide gli appassionati, poiché i due prodotti differiscono per lavorazione, consistenza e valori nutrizionali. Il prosciutto crudo subisce una lunga stagionatura dopo una salatura a secco, senza cottura, che gli conferisce una consistenza compatta e un sapore intenso. Il prosciutto cotto, invece, viene disossato, trattato con salamoia e cotto a vapore, risultando più morbido e con un sapore più delicato.

Dal punto di vista nutrizionale, il crudo ha meno grassi e più proteine, ma contiene più sale, rendendolo meno adatto a chi soffre di pressione alta. Il cotto, pur avendo una differenza calorica minima rispetto al crudo, può contenere additivi. La Società Italiana di Nutrizione Umana consiglia un consumo moderato di entrambi (circa 50 g a settimana). La scelta ideale dipende dalle preferenze personali e dalle esigenze nutrizionali.