Alzheimer, nuovo studio conferma il primo sintomo: presta molta attenzione a questo dettaglio | Non ha nulla a che fare con la memoria
Una scoperta che cambia la diagnosi precoce: individuato un segnale dell’Alzheimer poco conosciuto? Cosa c’è da sapere.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce gli anziani e provoca un progressivo declino della memoria e delle capacità cognitive. Con il tempo, chi ne è affetto perde la capacità di riconoscere i propri cari e di svolgere le attività quotidiane. È una delle principali cause di demenza senile.
La causa dell’Alzheimer non è ancora del tutto chiara, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ambientali e di stile di vita possa contribuire al suo sviluppo. Tra i sintomi iniziali ci sono difficoltà di memoria e piccoli cambiamenti nel comportamento.
Non esiste una cura definitiva per l’Alzheimer, ma i trattamenti attuali possono aiutare a rallentare la progressione dei sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Farmaci specifici, terapie cognitive e supporto familiare giocano un ruolo fondamentale nell’assistenza a lungo termine dei malati.
Oltre ai pazienti, l’Alzheimer influisce sulla vita dei familiari, che diventano caregiver. Il sostegno psicologico per i caregiver serve perché si trovano a fronteggiare una condizione impegnativa e dolorosa. Cosa dice un nuovo studio su questa malattia?
Cosa dice l’ultimo studio
Il deterioramento dell’olfatto in una persona con l’avanzare dell’età può anticipare la perdita della funzione cognitiva, e segnalare cambiamenti strutturali in aree del cervello coinvolte nella malattia di Alzheimer e nella demenza. È quanto emerso da un nuovo studio condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Chicago (Stati Uniti), pubblicato sul sito news.uchicago.edu.
Lo studio ha coinvolto 515 anziani ed è stato di tipo longitudinale. Il declino dell’olfatto potrebbe predire l’insorgenza dell’Alzheimer, una patologia nota per causare perdita di memoria, cambiamenti d’umore e difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane. Anche se non esiste una cura per l’Alzheimer, alcuni farmaci possono rallentare l’insorgere dei sintomi.
Un altro passo nella lotta contro l’Alzheimer
Il team di ricerca ha utilizzato dati anonimi provenienti dal progetto “Memory and Aging Project” (MAP) dell’Università di Rush, un’iniziativa di studio avviata nel 1997 con l’obiettivo di indagare le malattie croniche dell’invecchiamento e le patologie neurodegenerative come l’Alzheimer. A questi partecipanti sono stati somministrati test annuali per valutare la capacità di identificare odori specifici, la funzione cognitiva e i segni di demenza, tra altri parametri di salute. Alcuni di loro sono stati anche sottoposti a risonanza magnetica.
Gli studi precedenti dello stesso autore avevano già preso in esame il declino dell’olfatto come un marker rilevante. Nel 2014 un suo articolo ha rivelato che gli anziani privi di capacità olfattiva avevano tre volte più probabilità di morire entro cinque anni rispetto a chi manteneva questa funzione. Questo indicatore è risultato essere un predittore di mortalità migliore rispetto a diagnosi di malattie polmonari, insufficienza cardiaca o cancro.