Alzheimer, scoperto il sintomo che anticipa la malattia: compare anche 5 anni prima | Non devi sottovalutarlo mai

Malato di Alzheimer (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Un sintomo potrebbe anticiparti la malattia dell’Alzheimer. Già 5 anni prima potresti scoprire di avere la malattia.
L’Alzheimer è una delle malattie neurodegenerative più diffuse e temute del nostro tempo. Colpisce principalmente le persone anziane, compromettendo progressivamente la memoria, il pensiero, il linguaggio e, con il tempo, anche le capacità motorie e l’autonomia.
Si tratta di una patologia che non distrugge solo la mente, ma che cambia profondamente anche la vita affettiva e relazionale di chi ne soffre e di chi se ne prende cura. La causa esatta dell’Alzheimer non è ancora completamente conosciuta, ma si sa che è legata alla degenerazione delle cellule cerebrali e all’accumulo di proteine anomale nel cervello.
I primi segnali sono spesso lievi: dimenticanze, confusione, difficoltà a trovare le parole giuste. Con il tempo, però, questi sintomi peggiorano, fino a rendere difficile anche svolgere le attività più semplici della vita quotidiana. Per questo motivo, la diagnosi precoce è fondamentale per rallentare la progressione della malattia e offrire un’assistenza adeguata.
Non esiste ancora una cura definitiva per l’Alzheimer, ma esistono terapie farmacologiche e non farmacologiche che possono aiutare a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita. Inoltre, è fondamentale il supporto delle famiglie e delle strutture sanitarie, perché chi soffre di Alzheimer ha bisogno di essere circondato da comprensione, pazienza e affetto.
Una sfida di tutti
Anche i caregiver, cioè le persone che assistono i malati, affrontano un grande carico emotivo e fisico, spesso con poche risorse. Infatti, l’Alzheimer è molto più di una semplice perdita di memoria: è una sfida umana e medica.
La malattia apre sfide anche nel sociale in quanto richiede attenzione, ricerca e solidarietà. Sensibilizzare la popolazione, investire nella ricerca scientifica e offrire un sostegno concreto alle famiglie sono passi fondamentali per affrontare con dignità questa difficile malattia.
Lo saprai 5 anni in anticipo
Una ricerca pubblicata su Neurology ha monitorato per cinque anni donne over 80, evidenziando che un aumento della sonnolenza diurna può raddoppiare il rischio di decadimento cognitivo e demenza. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: sonno stabile, sonno notturno in calo e sonnolenza crescente. Le donne con sonnolenza crescente hanno mostrato il rischio maggiore di sviluppare Alzheimer o sintomi simili.
Lo studio sottolinea l’importanza di un sonno di buona qualità per la salute cerebrale, suggerendo che cambiamenti nei ritmi del sonno possono essere segnali precoci di declino cognitivo. Gli esperti evidenziano che dormire bene, sia per qualità che per quantità, è essenziale per il cervello: durante il sonno, infatti, il cervello si rigenera e rafforza le capacità di memoria e concentrazione.