Amianto: sarebbero più di 1.500 i deceduti per mesotelioma

È risaputo il pericolo per la salute rappresentato dall’amianto, ma i numeri sono spaventosi: le vittime sono troppe.

L’amianto, noto anche come asbesto, è un gruppo di minerali fibrosi utilizzati per decenni in numerosi settori industriali grazie alle sue eccellenti proprietà isolanti, resistenti al calore e ignifughe.

Tuttavia, la sua pericolosità per la salute è emersa nel corso del tempo, poiché le fibre microscopiche di amianto, se inalate, possono provocare gravi malattie respiratorie come l’asbestosi e tumori aggressivi come il mesotelioma. In

Italia, l’uso dell’amianto è stato vietato nel 1992, ma l’esposizione passata continua a mietere vittime, rendendo questa problematica una delle principali emergenze sanitarie del Paese e del mondo.

Mesotelioma: una malattia devastante

In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato un rapporto dal titolo “Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020“, che dipinge un quadro drammatico della situazione: ogni anno, circa 1.545 persone muoiono a causa del mesotelioma.

Il mesotelioma è un tumore aggressivo che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste molti organi interni. La sua peculiarità è la lunga latenza: possono passare fino a 30-40 anni tra l’esposizione alle fibre di amianto e lo sviluppo della malattia. L’80% dei casi di mesotelioma è attribuibile all’esposizione all’amianto, con conseguenze spesso fatali.

Il rapporto dell’ISS evidenzia che tra il 2010 e il 2020, in Italia, sono decedute per mesotelioma 1.116 uomini e 429 donne ogni anno. Anche se il numero totale di decessi rimane elevato, si nota una leggera diminuzione tra le persone con meno di 50 anni, un segnale positivo legato alla legge 257/92, che ha vietato l’uso dell’amianto nel Paese.

Le aree più colpite

Le regioni più colpite dall’epidemia di mesotelioma sono il Piemonte, la Lombardia, la Valle d’Aosta e la Liguria. Questi territori sono stati a lungo sede di importanti cantieri navali e poli industriali, dove l’uso dell’amianto era comune. In tutta Italia, tra il 2010 e il 2020, sono stati registrati quasi 17.000 casi di mesotelioma. Particolarmente colpite sono le zone con ex industrie di cemento-amianto e cave.

Il caso di Franco Di Mare, noto giornalista e conduttore televisivo, ha riportato alla ribalta la gravità del problema. Di Mare, scomparso a maggio 2024, aveva rivelato poco tempo prima di essere affetto da mesotelioma, una diagnosi che aveva commosso il pubblico durante una sua apparizione televisiva. La sua morte ha evidenziato ancora una volta quanto sia insidiosa e devastante questa malattia.

Nonostante il divieto dell’amianto in Italia dal 1992, continuano a registrarsi decessi anche tra le generazioni più giovani. Secondo gli esperti dell’ISS, questo fenomeno può essere spiegato dall’esposizione all’amianto in età pediatrica, in ambienti non necessariamente lavorativi. La lunga latenza della malattia significa che persone esposte negli anni ‘80 e ‘90 possono ancora sviluppare il mesotelioma oggi.

Guarnizione di amianto (Pixabay Foto) – www.biomedicalcue.it

Il ruolo delle istituzioni e della ricerca

L’ISS e altre istituzioni continuano a monitorare la situazione e a promuovere iniziative di prevenzione. “Il problema amianto rimane una priorità di sanità pubblica“, afferma Rocco Bellantone, presidente dell’ISS. L’Istituto sta collaborando con altri enti per implementare strumenti innovativi per la rilevazione delle sorgenti di esposizione e per supportare i cittadini attraverso attività di sorveglianza epidemiologica.

Tra le iniziative più significative vi è il Progetto Sepra (Sorveglianza Epidemiologica, Prevenzione e Ricerca sull’Amianto), coordinato dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e finanziato dall’Inail. Questo progetto rappresenta un esempio di collaborazione tra istituzioni, reti accademiche e associazioni, con l’obiettivo di condividere dati e conoscenze per rafforzare gli strumenti disponibili per combattere le malattie correlate all’amianto.

La necessità di interventi urgenti

Nonostante i progressi fatti negli ultimi decenni, l’amianto rappresenta ancora un’emergenza ambientale e sanitaria.

Molto è stato fatto, ma c’è ancora molto da fare“, ha dichiarato Marco Martuzzi, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’ISS. È essenziale che vengano intrapresi ulteriori interventi di bonifica per eliminare le sorgenti di esposizione all’amianto ancora presenti nel territorio italiano, garantendo al contempo un’adeguata assistenza sanitaria e sociale ai malati e alle loro famiglie.

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Ilenia Albanese