Una nuovo metodo di imaging molecolare a fluorescenza può misurare in modo oggettivo e non invasivo, per la prima volta, la perdita dell’olfatto. Tale disturbo prende il nome di anosmia. Questo risultato è ottenuto grazie alla capacità di un nuovo strumento di mirare al nervo olfattivo. L’impiego di questa strumento potrebbe rivoluzionare l’approccio alla diagnosi di diverse condizioni patologiche associate all’anosmia. Attualmente, per identificare tali condizioni, spesso si ricorre a biopsie invasive, procedure che comportano rischi e disagi per il paziente. Con la nuova tecnologia, sarà invece possibile ottenere risultati diagnostici accurati senza la necessità di interventi chirurgici invasivi.
L’anosmia è una condizione medica caratterizzata dalla perdita parziale o completa del senso dell’olfatto. Questa perdita sensoriale può manifestarsi in modo temporaneo o permanente. Il disturbo può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, poiché l’olfatto è strettamente legato al gusto e alla percezione dei sapori. Tra le cause più comuni vi sono le infezioni delle vie respiratorie, come il comune raffreddore e l’influenza. Anche la sinusite acuta e la rinite non allergica possono portare a una temporanea perdita dell’olfatto. Negli ultimi anni, il Covid-19 è emerso come una causa significativa di anosmia, spesso associata ad altri sintomi respiratori. Inoltre, la patologia può essere provocata da condizioni più gravi, come: tumori, polipi nasali, e deformità strutturali che possono ostruire il flusso d’aria e compromettere la funzione olfattiva. In alcuni casi, l’anosmia può essere un sintomo di disturbi neurologici più ampi o di malattie degenerative.
I sintomi principali dell’anosmia includono la perdita dell’olfatto e un cambiamento nella percezione dei gusti del cibo, poiché olfatto e gusto sono strettamente collegati. Questo può portare a una diminuzione dell’appetito e, in alcuni casi, a una perdita di peso o a problemi nutrizionali. La diagnosi precoce è fondamentale per identificare il trattamento più appropriato; questo che può variare dalla terapia farmacologica, come l’uso di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione, alla chirurgia nei casi di ostruzioni fisiche come i polipi nasali. In caso di anosmia causata da infezioni virali, spesso il recupero dell’olfatto avviene spontaneamente, ma in altri casi possono essere necessarie terapie più specifiche.
Secondo una stima, si è rilevato che circa 13 milioni di adulti negli Stati Uniti soffrono di vari disturbi dell’olfatto. Nel dettaglio, circa 3 milioni di persone presentano una grave iposmia o una completa anosmia. Questi numeri mettono in luce quanto siano diffusi i problemi legati alla perdita dell’olfatto. Tuttavia, è importante notare che la stima si è condotto prima della pandemia di Covid-19, quindi non include i numerosi casi di anosmia che sono emersi in seguito all’infezione da SARS-CoV-2. Durante la pandemia, infatti, l’anosmia è stata uno dei sintomi più comuni associati al Covid-19, spesso persino in assenza di altri sintomi gravi. Questo ha portato ad un aumento significativo del numero di persone che sperimentano una perdita temporanea o permanente dell’olfatto.
Nonostante il ruolo cruciale del senso dell’olfatto nella quotidianità e l’alta prevalenza di condizioni come l’anosmia, attualmente non esistono metodi oggettivi e indipendenti dall’utente per valutare la percezione olfattiva. Per affrontare questa sfida, il team ha esplorato un nuovo approccio, concentrandosi sull’utilizzo di un agente di imaging fluorescente specifico, chiamato Tsp1a-IR800P. Si è progettato questo agente perché si leghi in modo selettivo ai recettori del nervo olfattivo. Questo permette una visualizzazione precisa e non invasiva delle aree del cervello coinvolte nella percezione dell’olfatto. Utilizzando la fluorescenza si possono ottenere immagini dettagliate che rivelano la funzionalità del nervo olfattivo, offrendo un metodo più affidabile e obiettivo per diagnosticare la perdita dell’olfatto.
Tsp1a-IR800P si rivolge specificamente al canale Nav1.7, che è fondamentale nel processo olfattivo poiché facilita la propagazione del segnale dal recettore al bulbo olfattivo, la regione del cervello coinvolta nella percezione degli odori. Questo canale è quindi un bersaglio chiave per comprendere e diagnosticare la perdita dell’olfatto. Per studiare l’espressione di Nav1.7, i ricercatori hanno utilizzato l’imaging con Tsp1a-IR800P su diversi modelli animali e tessuti umani. In particolare, hanno eseguito esperimenti su topi con olfatto normale e su topi con anosmia indotta chimicamente, osservando differenze significative nell’espressione del canale Nav1.7 tra i due gruppi. Oltre ai topi, ulteriori studi di imaging sono stati condotti sui tessuti dell’epitelio olfattivo di primati non umani. Questi studi hanno contribuito a convalidare l’efficacia di Tsp1a-IR800P come agente di imaging nei mammiferi, fornendo una base solida per il suo utilizzo potenziale negli esseri umani.
Inoltre, l’imaging è stato applicato anche all’epitelio olfattivo di topi infettati da Covid-19, un modello animale che ha permesso di esaminare gli effetti del virus sull’olfatto. Infine, sono stati analizzati campioni di epitelio olfattivo prelevati da cadaveri umani di pazienti precedentemente diagnosticati con Covid-19 e deceduti a causa della malattia. Questi studi post-mortem hanno offerto una comprensione diretta di come il Covid-19 possa influire sull’espressione di Nav1.7 e sulla funzionalità olfattiva. Questi esperimenti con Tsp1a-IR800P non solo dimostrano la possibilità di monitorare l’espressione del canale Nav1.7 in vivo e in vitro, ma aprono anche nuove prospettive per lo sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche per l’anosmia, specialmente in contesti clinici legati a infezioni virali come il Covid-19.
Nav1.7 è risultato essere abbondantemente espresso nei soggetti con un normale senso dell’olfatto, mentre nei soggetti affetti da anosmia l’espressione di Nav1.7 è significativamente diminuita, come evidenziato dalla riduzione del segnale di fluorescenza rilevato con l’agente Tsp1a-IR800P. Questa diminuzione del segnale fluorescente è proporzionale al grado di danno olfattivo, il che suggerisce che un segnale più debole corrisponde a una maggiore perdita dell’olfatto, mentre un segnale più forte potrebbe indicare una risposta positiva al trattamento e un potenziale recupero della capacità olfattiva. In particolare, tale metodologia potrebbe essere impiegata endoscopicamente per diagnosticare in modo non invasivo i disturbi dell’olfatto.
In conclusione l’applicazione dell’agente Tsp1a-IR800P non si limita alla diagnostica clinica umana come visto in precedenza. Oltre alla diagnosi, offre un potenziale significativo anche per il trattamento dell’anosmia, consentendo di identificare con maggiore precisione le aree danneggiate del nervo olfattivo. Questa nuova tecnica potrebbe supportare lo sviluppo di terapie mirate e personalizzate, migliorando così la qualità della vita dei pazienti affetti da questo disturbo. Inoltre, in futuro potrebbe portare allo sviluppo di agenti di imaging simili per altri disturbi sensoriali e neurologici, ampliando la portata dell’imaging molecolare.