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Apnea notturna: parliamo di Inspire, il “pacemaker” per la respirazione

Apnea notturna: parliamo di Inspire, il "pacemaker" per la respirazione

Apnea notturna: parliamo di Inspire, il "pacemaker" per la respirazione Credits: shutterstock

L’apnea notturna, più propriamente nota come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), ovvero “sindrome delle apnee ostruttive del sonno“, è una patologia caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori.

Cos’è l’apnea ostruttiva del sonno

Nei pazienti colpiti da OSAS, il sonno rende instabili le vie aeree superiori portando a un’ostruzione parziale o completa del rinofaringe, dell’orofaringe o di entrambi. Di conseguenza, i pazienti soffrono spesso di sonnolenza diurna, di letargia e anche di depressione a causa dei numerosi risvegli che si verificano nel corso della notte.

Respirazione normale e in caso di apnea notturna
Respirazione normale e in caso di apnea notturna Credits: Istituto Prosa

Si distinguono tre principali livelli della patologia, si parla di:

  • apnea quando l’interruzione del respiro va dai 10 secondi e meno di 3 minuti;
  • ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro;
  • RERA (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un repentino sblocco.

La prevalenza dell’apnea notturna va dal 2 al 9% negli adulti ed è più diffusa tra gli uomini fino a 4 volte e fino a 7 volte tra le persone obese (ossia, indice di massa corporea > 30).

Le conseguenze dell’apnea notturna

In assenza di trattamento, la caduta del livello di ossigeno nel sangue dovuto all’ostruzione delle vie respiratorie può contribuire all’insorgenza e allo sviluppo di comorbidità cardiovascolari, come l’ipertensione arteriosa, l’infarto del miocardio, così come di disturbi metabolici come il diabete.

L’apnea notturna, principale causa medica di eccessiva sonnolenza diurna, aumenta i rischi di incidenti automobilistici, perdita di lavoro, e disfunzioni sessuali. Inoltre, l’apnea da sonno ostruttiva grave (indice apnea-ipopnea > 30/h) aumenta il rischio di decesso negli uomini di mezza età.

Diagnosi dell’apnea notturna

La diagnosi dell’OSAS si basa sui sintomi diurni e notturni riferiti dal paziente e dall’eventuale partner, seguiti da un monitoraggio del sonno che documenti un numero ≥ di 5 episodi di apnea e/o ipopnea per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori.
In caso di sospetto, il medico può sottoporre il paziente a misurazioni strumentali di vari parametri attraverso:

  • La polisonnografia che registra e aiuta a classificare le fasi del sonno e l’insorgenza e la durata dei periodi di apnea e di ipopnea, misurando alcuni parametri caratteristici come il flusso aereo, la frequenza cardiaca, il livello di ossigeno nel sangue, la mobilità respiratoria toracica ed addominale e la postura nel sonno.
  • La poligrafia respiratoria che consiste nel monitoraggio cardio-respiratorio notturno.

In caso di necessità questi esami possono essere affiancati da elettroencefalogramma, per esaminare l’attività elettrica del cervello e da elettromiografia degli arti per ottenere accertamenti riguardo l’attività muscolare.

I trattamenti

In caso di apnea ostruttiva del sonno, il trattamento è finalizzato a curare sia i fattori di rischio sia la patologia stessa. Il trattamento viene adattato al paziente in base all’evoluzione della malattia con lo scopo di ridurre gli episodi di ipossia e la frammentazione del sonno. Il paziente si ritiene guarito in seguito a scomparsa dei sintomi e con una riduzione dell’indice apnea-ipopnea sotto una certa soglia, generalmente di 10/h. Tra i principali trattamenti dell’apnea ostruttiva notturna si possono elencare:

  1. la pressione continua positiva delle vie aeree;
  2. gli apparecchi orali;
  3. la chirurgia delle vie aeree.

A seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori, la chirurgia viene generalmente impiegata per correggere il setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche. Inoltre, attualmente la chirurgia viene impiegata anche per impiantare un dispositivo in grado di stimolare i muscoli principali delle vie respiratore: Inspire.

Come funziona la terapia Inspire?

Componenti del sistema Inspire
Componenti del sistema Inspire Credits: Hackensack Sleep and Pulmonary Center

La terapia Inspire è stata sviluppata al fine di trattare i pazienti con apnea ostruttiva del sonno. Il sistema Inspire viene impiantato sotto la pelle durante una procedura chirurgica che dura circa 2 ore, seguita generalmente da un’ospedalizzazione di breve durata. La stimolazione viene attivata 4 settimane dopo la procedura di impianto e si effettua durante una breve visita ambulatoriale presso il proprio medico.

Il sistema Inspire è costituito da un sensore di respirazione e da un elettrodo di stimolazione, che funzionano grazie ad un generatore, seguendo il principio di un tipico stimolatore cardiaco. Mentre il paziente dorme, il sistema sorveglia ciascuna ispirazione. In funzione del ritmo respiratorio, il sistema fornisce una leggera stimolazione al nervo ipoglosso, che controlla il movimento della lingua e degli altri muscoli principali coinvolti nella respirazione. La stimolazione di questi organi permette di mantenere aperte le vie respiratorie durante il sonno, così da evitare episodi di apnea nel paziente.

Sistema di stimolazione e telecomando Inspire
Sistema di stimolazione e telecomando Inspire Credits: Hackensack Sleep and Pulmonary Center

Il sistema è controllato da un piccolo telecomando, che permette al paziente di attivare la terapia Inspire prima di addormentarsi e di disattivarla al risveglio, di diminuire oppure di aumentare l’intensità della stimolazione e di mettere in pausa la terapia durante la notte, se necessario.

Terapia Inspire: i risultati

La sicurezza e l’efficacia della terapia Inspire sono state provate nell’ambito dello studio STAR, che è stato condotto in Europa e negli Stati Uniti. I risultati dello studio sono stati pubblicati nel 2014 nel New England Journal of Medecine. La terapia Inspire ha ottenuto il marchio europeo CE nel 2010 ed è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti nel 2014.

I 126 pazienti che hanno partecipato allo studio hanno dimostrato una riduzione significativa degli episodi di apnea durante il trattamento e un miglioramento netto della loro qualità di vita.

I risultati più significativi sono:

  • riduzione del 78% degli eventi di apnea ostruttiva del sonno;
  • roncopatia attenuata: l’85% dei partner dei pazienti segnalano l’assenza di russamento o di una sua presenza quasi impercettibile.

I candidati migliori per la terapia Inspire sono i pazienti con età maggiore di 22 anni, con apnea del sonno moderata o gravemente ostruttiva, che non siano in grado di tollerare o di beneficiare del trattamento a pressione positiva (CPAP) delle vie aeree superiori e che non siano in sovrappeso.

Articolo a cura di Florijana Jusufi.