Medicina

Artrite reumatoide: nuovo farmaco supera lo studio di fase 3

Una nuova ricerca ha riportato risultati positivi nello studio di fase 3 per un trattamento innovativo con anticorpi monoclonali per l’artrite reumatoide. I medici sperano che la nuova terapia offra una nuova opzione per i pazienti che lottano con le attuali opzioni ridotte di trattamento. Questo nuovo farmaco dovrebbe essere disponibile nel mercato farmaceutico entro i prossimi 12 mesi.

Cos’è l’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una condizione a lungo termine che causa dolore, gonfiore e rigidità alle articolazioni. Di solito le zone più colpite sono: mani, piedi e polsi. Durante la vita il paziente può riscontrare dei periodi in cui i sintomi peggiorano, noti come riacutizzazione. Questa situazione può essere difficile da prevedere, ma con il trattamento è possibile ridurre il numero di riacutizzazioni e prevenire/diminuire i danni a lungo termine alle articolazioni. Alcune persone con artrite reumatoide sperimentano anche problemi in altre parti del corpo o sintomi più generali come stanchezza e perdita di peso. L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune, ciò significa che il sistema immunitario (che di solito combatte le infezioni) attacca le cellule che rivestono le articolazioni per errore, rendendo le articolazioni gonfie, rigide e dolorose; nel tempo, questa patologia può danneggiare le articolazioni, la cartilagine e le ossa interessate.

Evoluzione dell’artrite reumatoide sulla mano.

La situazione attuale in merito all’artrite reumatoide

Attualmente non esiste una cura definitiva per l’artrite reumatoide. Tuttavia, la diagnosi precoce e il trattamento appropriato consentono a molte persone con questa patologia di avere periodi di mesi o addirittura anni tra una riacutizzazione e l’altra. Questo può aiutare i pazienti a condurre una vita normale e a continuare le loro attività quotidiane senza alcun disturbo.

Le principali opzioni di trattamento includono:

  • un farmaco che viene assunto a lungo termine per alleviare i sintomi e rallentare il progresso della condizione;
  • un trattamento di supporto, come la fisioterapia e la terapia occupazionale, per mantenere mobili le zone interessate e gestire eventuali problemi nello svolgere le attività giornaliere;
  • la chirurgia per correggere eventuali problemi articolari che si sviluppano con il decorrere della malattia.

Uno dei trattamenti attuali più comuni per l’artrite reumatoide grave è un anticorpo monoclonale chiamato Adalimumab. Questo trattamento inibisce una molecola di segnalazione immunitaria chiamata fattore di necrosi tumorale (TNF), che si è scoperto ridurre l’infiammazione associata a tale condizione. Gli inibitori del TNF non funzionano per tutti i pazienti, infatti circa il 25 per cento dei pazienti affetti da artrite reumatoide non risponde a nessun trattamento tra quelli attualmente disponibili.

Il nuovo farmaco: Olokizumab

Olokizumab è un nuovo tipo di anticorpo monoclonale che, invece di colpire molecole infiammatorie di TNF, mira ad inibire una molecola immunitaria diversa, ossia l’interleuchina-6 (IL-6). Quest’ultima, come il TNF, svolge un ruolo significativo nella segnalazione immunitaria; l’inibizione di questa molecola può ridurre l’infiammazione associata a malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide. C’è un trattamento anticorpale monoclonale attualmente sul mercato chiamato Tocilizumab che prende di mira IL-6. Tuttavia, Tocilizumab agisce legandosi ai recettori IL-6 bloccando il segnale immunitario in questo modo, mentre Olokizumab mira direttamente alle molecole di IL-6.

Anticorpo monoclonale – Credits: donatorih24.it

Lo studio di fase 3

La ricerca appena pubblicata riporta i risultati di uno studio umano di fase 3 che testa Olokizumab. Lo studio ha reclutato 1.648 volontari con artrite reumatoide che non rispondevano al Metotrexato, un farmaco immunosoppressivo spesso usato come trattamento di prima linea per la malattia. La coorte è stata divisa in quattro gruppi:

  • 464 pazienti con Olokizumab ogni due settimane,
  • 479 pazienti con Olokizumab ogni quattro settimane,
  • 462 pazienti con Adalimumab ogni due settimane,
  • 243 pazienti con placebo.
Farmaci utilizzati nello studio di fase 3 del nuovo farmaco – Credits: New England Journal of Medicine.

I dati raccolti dalla ricerca

In tutte le misure, dopo 24 settimane, entrambi i livelli di dose di Olokizumab sono stati significativamente efficaci rispetto al placebo. Sebbene questo sia risultato marginalmente più efficace di Adalimumab, i ricercatori suggeriscono che il miglioramento percentuale non è stato statisticamente abbastanza significativo da considerarlo superiore. Il fatto che sia stato almeno altrettanto efficace di Adalimumab significa, comunque, che dovrebbe essere una nuova opzione promettente per i pazienti che non rispondono a quel trattamento attualmente disponibile.

Percentuale di risposta al nuovo farmaco alla settimana 12 di trattamento – Credits: New England Journal of Medicine.

Considerazioni finali e prospettive future

Il nuovo farmaco aiuta molti pazienti con artrite reumatoide per cui era fallito il trattamento con Metotrexato. La completa scomparsa dei sintomi della malattia attiva, la cosiddetta remissione, si verifica in 1 paziente su 8. Questa nuova terapia amplierà significativamente la gamma di opzioni di trattamento, poiché questo farmaco ha una modalità d’azione diversa rispetto a tutti gli altri farmaci.

Criteri di risposta della ricerca – Credits: New England Journal of Medicine.

I ricercatori si aspettano che la società che sviluppa Olokizumab utilizzerà questi nuovi dati per presentare domanda di approvazione del mercato presso gli organismi di regolamentazione dei farmaci negli Stati Uniti e in Europa nei prossimi 6-12 mesi e che dunque questo trattamento diventi spesso utilizzabile per più pazienti possibili.

Published by
Maddalena Ranzato