Tamburellare le unghie su un libro, pettinare i capelli, sussurri. Questi sono solo alcuni di quei fenomeni che possono causare una sorta di formicolio nella parte posteriore della nuca e che si può estendere lungo la colonna vertebrale. Le persone che, in risposta a stimuli uditivi o sensoriali, hanno provato una sensazione simile, hanno sicuramente sperimentato quello che viene definito ASMR, ovvero autonomous sensory meridian response (o risposta autonoma del meridiano sensoriale). Si tratta di una condizione percettiva in cui la presenza di particolari stimoli, spesso di natura socialmente intima o che comportano la ripetizione di movimenti o suoni, provoca una sensazione estremamente piacevole, assimilabile alla meditazione.
L’ASMR è stato portato all’attenzione del pubblico nel 2010. Da lì in poi, si è diffuso moltissimo sul web e, ad oggi, sono tantissimi i profili su Youtube di ASMR e moltissimi sono anche gli utenti che li seguono. Da dove nasce tutto?
Esattamente nel 2007, quando un ragazzo di ventuno anni, conosciuto con il nickname okaywhatever, scrisse un post sul forum Steady Health il cui titolo era Weird sensation feels good. In questo post, il ragazzo descriveva una sensazione molto particolare, simile a quella generata da una carezza di un dito sulla pelle, ma che non era suscitata da un contatto tattile, bensì da stimuli casuali e apparentemente scollegati tra loro, come una storia letta ad alta voce o un disegno fatto sul palmo della mano con i pennarelli. Questo ragazzo non era il solo: questa esperienza sensoriale particolarissima si rivelò più diffusa di quanto si pensasse. Questo fenomeno ancora sconosciuto alla scienza ricevette una definizione non scientifica che ancora oggi è in uso: ASMR ovvero Autonomous Sensory Meridian Response (Risposta del meridiano sensoriale autonomo). Da dove deriva?
Da un punto di vista scientifico quello che si può dire con certezza è che l’ASMR non è un fenomeno ancora del tutto chiaro. Sicuramente il fatto di aver coniato una parola che potesse identificare in modo univoco questa esperienza sensoriale ha permesso alle persone di poter dare un nome ad una sensazione che potevano aver sperimentato a lungo nel corso della vita. La scienza ci ha messo più tempo per spiegare di cosa si trattasse. Ad oggi sono state pubblicate poche ricerche sul fenomeno. A causa della scarsità di ricerche sperimentali sull’argomento, la nostra comprensione dei parametri descrittivi formali di ASMR è altamente limitata.
Un recente studio ha cercato di identificare diversi trigger utilizzati per ottenere l’ASMR, includendo sussurri, attenzione personale, suoni nitidi e movimenti lenti. I dati ottenuti hanno permesso non solo di verificare uno stato di rilassamento in coloro che praticano l’ASMR, ma anche miglioramenti temporanei nei sintomi della depressione e del dolore cronico.
Un altro studio ha dimostrato come i trigger ASMR producano sia una diminuzione della frequenza cardiaca sia un aumento della risposta della conduttanza cutanea. È stato anche osservato che, se da un lato questi suoni producono emozioni positive associate ad un aumento del benessere, dall’altro i trigger misofonici fanno esattamente il contrario. Inoltre, nell’ASMR ci sono prove fisiologiche di attività sia simpatica sia parasimpatica, mentre nella misofonia il pattern è più chiaramente quello di uno spostamento simpatico. Nonostante ciò, questi studi non sono ancora risultati sufficienti a spiegare a trecentosessanta gradi questo fenomeno.
Sicuramente c’è ancora molto studio da realizzare sull’argomento, ma molti studiosi confermano che, una volta portati alla luce i meccanismi che stanno alla base di questo fenomeno, l’ASMR potrebbe diventare uno strumento terapeutico. Come afferma ha affermato Poerio,
Oggi molte persone utilizzano i video che inducono asmr per combattere lo stress, l’insonnia, la depressione, l’ansia e la solitudine. Attualmente non abbiamo a disposizione alcun dato che dimostri una potenziale efficacia in ambito clinico. Quello che ci suggeriscono le ricerche che abbiamo svolto è che potrebbe fornire benefici in termini psicologici ed emotivi. La riduzione del ritmo cardiaco, ad esempio, è comparabile a quella che si ottiene con tecniche di riduzione dello stress come l’ascolto della musica e la mindfullness.