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Assistenza sanitaria per i senza fissa dimora, una battaglia lunga 15 anni che forse è giunta al termine

Mendicante

Mendicante (Depositphotos FOTO) - www.biomedicalcue.it

E’ finalmente stata approvata la legge che consente l’assistenza sanitaria anche per i senza fissa dimora. Ecco di cosa si tratta.

Il Senato ha finalmente approvato all’unanimità il disegno legge che garantisce l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora. Ci abbiam messo 15 anni ma ce l’abbiamo fatta! Il provvedimento, già precedentemente approvato dalla Camera, è stato firmato dall’onorevole del PD Marco Furfaro. Adesso dunque è definitivo.

E’ una decisione che entra di diritto nella storia colmando alcuni vuoti nella sanità italiana. Vuoti che andavano anche contro agli articoli 3 e 32 della Costituzione che garantiscono il diritto alla salute per tutti. Fino a oggi, i senza dimora non potevano iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), né scegliere un medico di medicina generale, limitando così l’accesso alle cure di base.

Con la nuova legge si vuole offrire protezione sanitaria anche a chi è ai margini della società rendendo dunque l’assistenza sanitaria equa. In passato la mancanza di un domicilio fisso impediva a molte persone di ottenere anche le cure più basilari.

Spesso, per i senza fissa dimora, questo significava dover affrontare malattie croniche senza supporto medico, con il rischio di peggioramenti e complicazioni. L’approvazione del provvedimento intende ristabilire un principio di giustizia sociale, rendendo la salute un diritto realmente accessibile a tutti, senza distinzioni.

Assistenza sanitaria per i senza fissa dimora, come funziona il provvedimento

La nuova legge vuole fare la differenza per chi vive ai margini, creando un Fondo da un milione di euro all’anno per il 2025 e il 2026. L’obiettivo? Offrire ai senza fissa dimora l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), permettendo loro di scegliere un medico di base e ricevere cure, proprio come chiunque altro. Fino a oggi, per chi non ha un indirizzo fisso, ottenere assistenza sanitaria è stato spesso un sogno irraggiungibile, ma questo provvedimento mira a cambiare le cose. Si partirà con un progetto pilota in 14 città metropolitane, tra cui Roma, Milano, Napoli e Palermo, dove il problema è più pressante. Il compito di gestire il Fondo sarà affidato alle Regioni, che lavoreranno con associazioni di volontariato e realtà locali per offrire un supporto concreto e personalizzato. I dettagli su come saranno usati i fondi verranno stabiliti da un decreto ministeriale, per garantire che il denaro vada davvero dove serve.

La legge non si limita a creare il Fondo, ma prevede anche un controllo rigoroso per verificarne l’efficacia. Ogni anno, il governo dovrà presentare una relazione al Parlamento, per fare il punto su quante persone senza fissa dimora sono riuscite a iscriversi al SSN, quali prestazioni hanno ricevuto e se ci sono difficoltà da affrontare. Questo monitoraggio costante è fondamentale per migliorare il programma e garantire che funzioni davvero. Inoltre, il provvedimento assicura che il Fondo rimanga stabile e finanziato nel tempo, per evitare che l’assistenza venga interrotta o compromessa. Il messaggio di fondo è semplice ma potente: il diritto alla salute deve essere garantito a tutti, nessuno escluso.

Homeless
Homeless (Depositphotos FOTO) – www.biomedicalcue.it

Assistenza sanitaria per i senza fissa dimora, i piani per il futuro

L’approvazione di questa legge rappresenta un passo vero verso un Paese più giusto e più umano. Non è solo un documento con buoni propositi, ma una promessa concreta di cambiamento per chi è stato troppo spesso lasciato ai margini. Le associazioni e i volontari che da anni si battono per i diritti dei senza fissa dimora continueranno ad avere un ruolo chiave. Saranno gli occhi e la voce di chi non può farsi sentire, per assicurarsi che queste norme diventino azioni vere e incidano positivamente sulla vita di tante persone.

Il Fondo stanziato dal governo è solo un punto di partenza. La sfida vera sarà costruire un percorso di inclusione che non si fermi al primo passo, ma che cresca e si rafforzi nel tempo, grazie alla collaborazione tra istituzioni, comunità locali e chi lavora sul campo ogni giorno. Rendere la salute un diritto accessibile a tutti richiederà impegno costante, interventi concreti e uno sforzo collettivo. Le fondamenta ci sono, ma sarà necessario il contributo di tutti per costruire un futuro dove nessuno venga lasciato indietro e dove la dignità di ogni persona sia rispettata.