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AstraZeneca ritira ufficialmente il suo vaccino Covid-19 ma in Italia non veniva usato dal 2021

AstraZeneca, una delle principali aziende farmaceutiche impegnate nella lotta contro il Covid-19, ha recentemente annunciato una decisione di vasta portata riguardante il suo vaccino Vaxzevria: AstraZeneca ritira il suo vaccino contro il Covid-19. Questa mossa segue le notizie degli ultimi giorni legate agli effetti collaterali e si inserisce in un contesto di abbondante disponibilità di dosi aggiornate.

AstraZeneca ritira il vaccino Covid-19: il contesto

Il ritiro di Vaxzevria è stato comunicato a fine aprile, dopo che l’azienda è finita al centro di una questione legale riguardo una condizione rara legata al vaccino. Infatti, secondo alcuni giornali e trasmissioni televisive, AstraZeneca avrebbe confermato l’associazione tra il suo vaccino contro il Covid-19 e la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS), un effetto collaterale estremamente raro ma grave. Questa “ammissione” sarebbe emersa in un contesto legale, precisamente durante una class action nel Regno Unito, dove i querelanti hanno richiesto un risarcimento danni che potrebbe superare i 100 milioni di sterline.

Il caso è stato portato all’attenzione della giustizia britannica con il primo querelante, Jamie Scott, che ha subito danni cerebrali irreversibili a causa di un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale post-vaccinazione nel aprile 2021. Una dichiarazione formale all’Alta Corte a febbraio, ammetteva la possibile causalità in “casi molto rari”.

Un'”ammissione” ormai conosciuta nella comunità scientifica

Come riportato sul sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, il vaccino Vaxzevria è un vaccino anti Covid-19 a vettore virale. Questo tipo di vaccino utilizza un virus non patogeno come vettore per fornire le istruzioni per sintetizzare la proteina spike di SARS-CoV-2. Una volta prodotta, la proteina può stimolare una risposta immunitaria specifica, sia anticorpale che cellulare.

La rilevazione del leggero incremento di rischio trombotico associato al vaccino AstraZeneca è emersa precocemente nei dati regolatori e scientifici. Le agenzie regolatorie europee e gli studi pubblicati hanno iniziato a segnalare questi rischi poco dopo l’inizio della sua distribuzione. Per esempio, l’EMA ha rilasciato un comunicato ufficiale a marzo 2021, dove veniva confermato un possibile legame tra il vaccino e casi molto rari di coaguli di sangue insieme a bassi livelli di piastrine, seguito da studi come quello pubblicato su PubMed ad aprile 2021, che analizzava gli eventi trombotici avvenuti in Norvegia.

In Italia, la situazione non è stata diversa, con studi e linee guida sviluppate per trattare queste complicanze emergenti come evidenziato da pubblicazioni dell’USL Nordovest della Toscana. Nonostante la rarità di tali effetti collaterali, la notevole quantità di dosi somministrate ha permesso una rapida identificazione dei rischi, particolarmente in specifiche categorie di persone. Questa trasparenza ha influenzato la percezione pubblica e la diffusione del vaccino, che è stato, prima raccomandato per gli over 60 e poi ritirato nell’estate del 2021, tanto che AstraZeneca ha riconosciuto ufficialmente questi rischi in un comunicato di settembre 2021.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite il suo Comitato consultivo globale sulla sicurezza dei vaccini, ha riconosciuto la TTS come un nuovo tipo di evento avverso molto raro, esortando alla vigilanza nonostante la conferma che i benefici del vaccino superano i rischi in termini di prevenzione del Covid-19.

Implicazioni future per AstraZeneca e la sicurezza dei vaccini

Studi e l’analisi del progetto Global Covid Vaccine Safety ribadiscono l’alta sicurezza e efficacia dei vaccini contro il Covid-19 nella grande maggioranza dei casi. La scoperta e la divulgazione di questi rischi rari è vitale per garantire che le campagne di vaccinazione rimangano efficaci e che il pubblico mantenga fiducia nei programmi di immunizzazione globale.

AstraZeneca ritira il vaccino Covid-19: motivazioni dietro la decisione

Secondo le dichiarazioni di AstraZeneca, il ritiro è stato influenzato non solo dagli effetti collaterali, ma anche dalla crescente disponibilità di vaccini aggiornati. L’azienda sostiene che ci sia ora un eccesso di scorte di vaccini efficaci contro le recenti varianti del virus, rendendo il Vaxzevria meno essenziale.

Con il ritiro di Vaxzevria, AstraZeneca si concentra ora sullo sviluppo e la distribuzione di nuove formulazioni del vaccino, in linea con le mutazioni del virus. La compagnia si impegna a garantire che le nuove dosi siano sia sicure che efficaci, in un tentativo di ripristinare e mantenere la fiducia pubblica.

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Redazione