Attaccato ad un fegato animale: lo tengono in vita in attesa di un trapianto | La svolta dopo lo studio americano

Dottore e fegato (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it
Un fegato di maiale per tenere in vita pazienti umani in attesa di trapianto: la svolta che potrebbe cambiare tutto.
La medicina, ormai, è un continuo rincorrere l’impossibile. Ogni giorno sbuca fuori qualcosa che, fino a poco fa, sembrava un’idea strampalata uscita da un film di fantascienza. Eppure eccoci qui, a parlare di soluzioni sempre più bizzarre — e geniali — per tenere in vita chi, altrimenti, non avrebbe alcuna chance.
In particolare, c’è tutto un filone della ricerca che sta cercando alternative agli organi umani. Non perché si voglia fare a meno dei trapianti, ma perché — e chi ha un parente in lista d’attesa lo sa bene — spesso un organo non arriva in tempo. E allora ci si ingegna. Si studiano sistemi per dare un pò di tempo in più a quei corpi stremati. Una specie di pausa, insomma.
Negli ultimi anni si è parlato tanto di organi coltivati in laboratorio, oppure di quelli stampati in 3D… Ma c’è anche un’altra strada, forse più concreta nel breve termine: usare organi di animali. L’idea non è nuova, ma il modo in cui si sta cercando di applicarla è del tutto rivoluzionario. Un mix tra ingegneria genetica e medicina d’urgenza.
Ed è proprio in quest’ottica che torna fuori un termine che sembrava sparito: xenotrapianto. Una parola complicata, sì, ma che significa solo questo — prendere un organo da un’altra specie e provare a usarlo su un essere umano. E no, non è solo teoria: qualcosa di concreto si sta già muovendo.
Un organo di maiale per guadagnare tempo
Lo scopo non è quello di sostituire per sempre il fegato, ma piuttosto di offrire una sorta di “ponte”. Un appoggio temporaneo per quei pazienti che rischiano di non arrivare vivi al trapianto. Una specie di fegato-tampone, ecco.
Se tutto filerà liscio — e qui ovviamente c’è ancora un sacco da capire — si potrebbe allargare il test ad altri 20 pazienti. Sarebbe un passo enorme, soprattutto per chi si trova con l’acqua alla gola a causa di una malattia che non lascia scampo. E no, non si parla solo di medicina. Qui si mette alla prova tutta una visione del futuro.
Nuove applicazioni per la medicina d’urgenza
Negli Stati Uniti, la FDA ha appena dato il via libera a un esperimento che fino a poco fa sarebbe stato impensabile. In pratica, alcuni pazienti in condizioni critiche — con insufficienza epatica grave — verranno collegati a un fegato di maiale. Non trapiantato dentro il corpo, ma fuori, collegato ai vasi sanguigni attraverso una macchina. Tipo una dialisi, ma per il fegato.
Dietro al progetto ci sono due aziende, eGenesis e OrganOx, che avevano già lavorato insieme su un caso simile nel 2023. Stavolta però si passa a pazienti vivi. In questa prima fase verranno coinvolte solo quattro persone, dai 10 ai 70 anni, con diagnosi di ACLF o di encefalopatia epatica. Saranno collegati al sistema per tre giorni — in due settimane — e poi osservati attentamente per un anno intero per capire se e come il loro corpo ha reagito.