Attenzione a questi farmaci per il raffreddore: contengono un principio attivo che può essere rischioso per chi soffre di problemi cardiaci.
Quando arriva il raffreddore, ci troviamo tutti a cercare disperatamente un rimedio. C’è chi si affida a tisane, chi prova i rimedi della nonna e chi invece va dritto in farmacia a prendere qualche farmaco per liberare il naso chiuso. Questo perché respirare con il naso tappato è uno di quei fastidi che ti rovinano la giornata. E non lo sopportiamo proprio! Così, tra uno starnuto e l’altro, ci buttiamo sul primo prodotto che promette di darci un po’ di sollievo.
Ora, in farmacia trovi una marea di soluzioni: ci sono spray nasali, pastiglie, sciroppi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Certi medicinali sembrano fare miracoli: una compressa e il naso si sblocca come per magia. Ma chi si ferma mai a leggere tutti quei piccoli dettagli sull’etichetta? In realtà, sapere cosa ci stiamo mettendo dentro non è un dettaglio, soprattutto quando si parla di medicine per combattere i sintomi del raffreddore.
Quando si ha il raffreddore, poi, di solito si cerca un rimedio “rapido e indolore”. Quei farmaci che in pochi minuti ti fanno sentire meglio, come per magia, sono i preferiti da tanti. Ma dietro a questi effetti così immediati, c’è spesso una combinazione di ingredienti specifici che agiscono rapidamente. Eppure, pochi di noi si soffermano a considerare gli effetti che potrebbero avere su alcune persone, soprattutto quelle con condizioni di salute particolari.
Infatti, molti dei farmaci da banco hanno già in etichetta avvertenze e indicazioni d’uso che, se prese sul serio, ci aiuterebbero a evitare qualche fastidio in più. Ma, diciamocelo, quanti di noi leggono quelle righe minuscole? Magari chiedere qualche consiglio al farmacista o dare un’occhiata più attenta prima di prendere un nuovo farmaco sarebbe una buona abitudine.
Di recente, il PRAC, il Comitato per la sicurezza dell’EMA, ha iniziato una revisione sui farmaci contenenti pseudoefedrina. Sai perché? Sono stati segnalati alcuni casi di sindromi neurologiche rare, come la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) e la sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS). In parole semplici, queste condizioni riguardano i vasi sanguigni del cervello e possono causare sintomi piuttosto seri, come mal di testa, nausea e in certi casi anche convulsioni.
Ora, il PRAC vuole valutare se la pseudoefedrina sia davvero sicura o se sia il caso di fare qualche modifica nelle indicazioni per l’uso. Questo tipo di revisione richiede tempo, ma è fondamentale per garantire che i farmaci che usiamo siano sicuri. Non capita spesso che si facciano controlli così approfonditi, ma quando succede, è sempre per proteggere noi consumatori.
Per le persone che soffrono di problemi cardiaci, usare farmaci con pseudoefedrina può essere rischioso. Già si sapeva che questa molecola poteva causare problemi di ischemia – come infarto o ictus – soprattutto nei soggetti più fragili.
Ora, il PRAC consiglia di prendere questi medicinali solo dopo aver chiesto al proprio medico, almeno fino a quando non ci saranno nuove indicazioni. Nel frattempo, l’EMA invita tutti a fare attenzione, a leggere bene le etichette e a chiedere consiglio al medico o al farmacista.