Il numero di dispositivi indossabili capaci di monitorare la nostra salute è sempre in continuo aumento, in particolare, oggi parliamo della possibilità di misurare la pressione sanguigna attraverso le orecchie, utilizzando dei “particolari” auricolari.
Infatti, il prototipo firmato Valencell, azienda statunitense che sviluppa sensori biometrici, nasce dall’idea che i polsini che comunemente vengono usati per misurare autonomamente la pressione arteriosa sono, talvolta, imprecisi e scomodi da usare.
Una posizione altrettanto strategica per la misurazione della pressione sono le orecchie dove c’è più flusso sanguigno, permettono di acquisire maggiori informazioni sulla frequenza cardiaca ed è garantita la distanza fissa dal cuore.
“L’orecchio è di gran lunga l’area migliore per misurare la pressione sanguigna rispetto a un dito o un polso.” Afferma Steven LeBoeuf, Presidente e co-fondatore dell’azienda.
Da qui, l’idea di integrare a dei comuni auricolari dei sensori che sfruttano la tecnologia di fotopletismografia (PPG) per il monitoraggio della pressione arteriosa e i cui dati vengono inviati in tempo reale su un’applicazione scaricata sul proprio telefono.
Non sono richieste calibrazioni, la misurazione, della durata di 30 secondi, deve avvenire in uno stato di riposo (come per qualsiasi altro dispositivo) e gli unici input da dare sono: altezza, peso, età e sesso.
La tecnologia di fotopletismografia, sopra citata, basa il suo funzionamento sulla luce attraverso cui misura la variazione del volume del sangue, quantificando la distensione di arterie ed arteriole nel tessuto sottocutaneo.
Questa tecnologia, utilizzata anche nella misurazione della pressione al dito, sfrutta l’emissione di un fascio di luce infrarossa a bassa intensità da parte di un LED installato sul dispositivo e misura le variazioni nella trasmissione della luce.
Infatti, la quantità di luce rilevata si abbassa bruscamente e brevemente a ogni impulso, a causa del sangue che, rispetto ai tessuti circostanti, assorbe più energia luminosa.
Il segnale proveniente dal fotodiodo è un’onda simile a un dente di sega, la cui frequenza fondamentale corrisponde alla frequenza cardiaca.
Insomma, dobbiamo immaginare questo dispositivo come una clip che si “aggancia” alla parte del corpo di cui conoscere la pressione, tuttavia una struttura del genere nell’orecchio risulta scomoda ma, fortunatamente, la tecnologia funziona anche in riflessione.
Ed è proprio questa tecnologia che sfruttano siano i comuni AppleWatch ma anche gli auricolari di Varencell.
Ad oggi, sono stati trattati oltre 15 mila dati di circa 5 mila soggetti di età diversa di cui il 25% era sottoposto a trattamenti medici per la pressione sanguigna, successivamente, sono state testate clinicamente oltre 600 misurazioni di circa 130 persone per confrontare i risultati.
Si stima che gli errori nella misurazione si aggirino intorno agli 8 millimetri di mercurio rispetto ai dispositivi professionali.
L’azienda ha affermato che rilascerà i suoi prototipi di kit (auricolari cablati con il sistema di sensori biometrici, scheda di sviluppo, software di valutazione per PC e documentazione) già il prossimo 2 Febbraio per qualsiasi produttore sia interessato a testare autonomamente la tecnologia.
Nel mentre l’azienda presenterà questi innovativi auricolari presso l’American College of Cardiology, noi rimaniamo in attesa di ulteriori novità.