Autorità sanitarie confermano: a questa età è consigliabile smettere di guidare | I rischi si fanno esponenziali e passano inavvertiti
Il parere degli esperti sulla sicurezza stradale è unanime nell’affermare che a quest’età bisognerebbe abbandonare la guida.
La questione della sicurezza sulle strade non smette mai di far discutere. Si tratta di un argomento che coinvolge tutti, ma che in certi casi può diventare particolarmente delicato. Per alcune persone, soprattutto quelle più avanti con gli anni, guidare può trasformarsi in una sfida, anche se magari non se ne rendono del tutto conto.
Guidare non è solo un gesto quotidiano, ma anche un simbolo di libertà. Poter usare l’auto per andare dove vuoi è qualcosa che dà un senso di indipendenza enorme. Ma cosa succede quando cominci a non essere più del tutto in grado di farlo? Non è facile accettare l’idea di fermarsi, e spesso non è neanche semplice capire quando arriva il momento di dire basta.
Proprio per questo è fondamentale tenere sotto controllo certi segnali. Visite mediche, test psicologici, valutazioni di esperti: tutti strumenti che possono servire a capire se è ancora sicuro continuare a guidare. Però, diciamocelo, non sempre i controlli riescono a cogliere quei piccoli segnali che magari sono l’inizio di un problema più grande. Alla fine, ci si affida spesso alla sensibilità di chi sta vicino alla persona interessata.
Poi c’è un altro aspetto, forse meno discusso ma altrettanto importante: cosa succede dopo? Perdere l’auto può significare sentirsi isolati, meno liberi. E qui entra in gioco la società, che dovrebbe offrire delle alternative. Servizi di trasporto pubblico, soluzioni di mobilità più accessibili: sono tutte cose che aiuterebbero a mantenere una vita attiva senza per forza dover guidare.
Quando cambia il rapporto con la guida
Negli ultimi tempi si è parlato parecchio di quando e come sia giusto smettere di guidare. Non è un tema facile, perché da un lato c’è il bisogno di sicurezza, ma dall’altro c’è la voglia di mantenere la propria indipendenza. Alcuni studi hanno provato a fare chiarezza: sembra che, superata una certa età, i rischi al volante inizino a crescere in modo significativo, soprattutto se si considera il deterioramento delle capacità cognitive.
E non è un problema semplice da individuare. Non sempre i controlli medici standard riescono a rilevare quel lento ma inevitabile declino che arriva con gli anni. Alcuni esperti suggeriscono di usare metodi diversi, come test più specifici o addirittura simulatori di guida, per avere un quadro più chiaro della situazione.
Cosa dicono le nuove indicazioni
Le autorità sanitarie stanno proponendo nuove linee guida per affrontare il problema, basandosi sul fatto che in media si smette di guidare a 75 anni. Non si parla comunque di un’età limite fissa, ma di fare valutazioni più frequenti oltre quella soglia, coinvolgendo non solo il conducente, ma anche i suoi familiari e i medici. Insomma, una decisione presa insieme, senza imposizioni.
Tra le proposte ci sono anche idee innovative: migliorare i test di riflessi e attenzione, usare simulazioni per vedere come ci si comporta in situazioni reali e sensibilizzare le persone sul tema. L’obiettivo è chiaro: ridurre al minimo i rischi, ma senza creare traumi o senso di esclusione per chi si trova a lasciare il volante.