Aviaria, per ora non c’è conferma della trasmissione uomo-uomo
L’ultima variante dell’influenza aviaria, ha preoccupato parecchio. Tuttavia, finora non vi sono certezze che possa contagiare l’uomo.
Negli ultimi anni, ormai non si fa altro che parlare di virus infettivi, e malattie varie che potrebbero colpire l’uomo. E venendo fuori da un periodo come quello relativo al virus Sars-Cov-2, l’umanità è rimasta particolarmente turbata da ciò che potrebbe scatenarsi ancora una volta, alla stregua della pandemia da Covid-19.
Non sappiamo da cosa possano derivare, tutti gli eventuali agenti patogeni i quali potrebbero, nuovamente, infestare la Terra. Tuttavia, l’adeguato controllo (a volte, purtroppo, anche lesivo delle proprie libertà) verso batteri e patologie di vario genere, risulta essere l’unico modo per prevenire, piuttosto che dover, poi, curare.
Si ricorda, naturalmente, che non tutti i virus possono intaccare il sistema immunitario di una persona. E questo, anche se di origine naturale, o magari animale; giacché non sempre la salute di una popolazione può risultare in pericolo.
Screening continui, soprattutto delle proprie difese immunitarie, possono aiutare a mettere in guardia quegli ipotetici pazienti che, scoprendo, o sapendo già, una fragilità fisica più spiccata, potrebbero andare incontro, più facilmente, a infezioni battericide.
L’influenza che non ci abbandona
Una di queste, rivelatasi, però, più incisiva e violenta per gli animali, è l’influenza aviaria. Nello specifico, infezione virale appartenente alla famiglia “Orthomixoviridae”, del genere influenza-A. Di cui, ancora una volta, si parla da parecchi mesi, dal momento che la nuova variante, potrebbe rivelarsi deleteria per l’essere umano. Sebbene l’Iss, Istituto Superiore di Sanità, abbia (in un documento rilasciato proprio in tal senso) sottoscritto che la maggior parte dei virus aviari, non sono nocivi e pericolosi per l’uomo.
Eppure, l’ultimissima mutazione del virus aviario, scoperta in un allevamento di bovini, sito negli Stati Uniti, ha destato qualche preoccupazione. Poiché potrebbe contagiare altre forme di vita, oltre ai volatili (marini o meno). Gli stessi che, in merito all’influenza aviaria, risultano essere maggiormente esposti all’infezione.
Quanti casi in Europa
Oltre ai volatili, si presume che a potersi contagiare son anche altri animali da compagnia, come i gatti. Ciò nonostante, sempre l’Iss rassicura sul fatto che, in questo momento, non si registrano casi di morbo aviario presso l’essere umano: e né in America, né in Europa. Malgrado ne sia morto uno in Luisiana, e proprio per l’aviaria (quantunque non ci siano, ancor oggi, solide certezze). Verifiche, comunque, che spettano al personale veterinario, e agli specialisti di medicina generale.
Dunque, per quanto si abbia paura che il battere in questione potrebbe, addirittura, trasmettersi attraverso il consumo di generi alimentari a base di carne (magari provenienti da allevamenti bovini in cui potrebbero espandersi), l’unica accortezza che gli esperti raccomandano è quella di evitare il contatto fra gli animali che si hanno in casa, e uccelli selvatici. Che seppur ancora in vita, potrebbero già avere l’aviaria, mischiandola a cani e gatti.