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Basta confusione sulla dislessia: gli scienziati propongono un nuovo standard internazionale

Dislessia

Dislessia (Depositphotos foto) - www.biomedicalcue.it

Un nuovo standard internazionale per la dislessia ha visto la partecipazione di diversi scienziati ed esperti.

Una nuova definizione di dislessia è necessaria per descrivere più accuratamente questo disturbo dell’apprendimento e fornire a chi ne soffre il supporto specifico di cui ha bisogno, secondo una nuova ricerca. Negli anni, la dislessia ha avuto diverse definizioni, e questa storia complessa e confusa ha portato a una situazione in cui l’accesso alla diagnosi e al supporto può variare notevolmente a seconda del luogo di residenza. Per affrontare questo problema, i ricercatori sostengono che il primo passo sia ridefinire la dislessia e adottare una nuova definizione a livello nazionale nel Regno Unito.

Lo studio è stato condotto dall’Università di Birmingham, dallo SpLD Assessment Standards Committee (SASC), dal King’s College London e dall’Università di Oxford. È stato pubblicato il 25 febbraio nel Journal of Child Psychology and Psychiatry.

La professoressa Julia Carroll, esperta di psicologia dell’educazione all’Università di Birmingham e leader dello studio, ha dichiarato che non è stata proposta una nuova definizione di dislessia dal Rose Review del 2009. Quella revisione forniva una definizione e sottolineava l’importanza di insegnanti specializzati per identificare e supportare la dislessia. Sebbene abbia influenzato significativamente la pratica, negli ultimi 15 anni ha ricevuto critiche e non è stata universalmente accettata.

Inoltre, nel Regno Unito non esiste un percorso chiaro e uniforme per la valutazione della dislessia, e il processo per identificare i bisogni educativi e le relative misure di supporto può variare enormemente. Adottare una definizione universale è il primo passo per migliorare il supporto ai bambini con dislessia.

Moltissimi esperti in campo

I ricercatori hanno riunito 58 esperti internazionali in dislessia, tra cui accademici, insegnanti specializzati, psicologi dell’educazione e persone con dislessia, per valutare e votare su una serie di affermazioni chiave riguardanti la dislessia. Queste affermazioni riguardavano sei aree principali: definizione della dislessia, capacità intellettive, cause della dislessia, co-occorrenza con altri disturbi, evoluzione della dislessia nel corso della vita e miti comuni. Sono state accettate 42 affermazioni con un consenso superiore all’80%, e da esse è stata formulata la nuova definizione di dislessia: la dislessia è un insieme di difficoltà di elaborazione che influenzano l’acquisizione della lettura e della scrittura; nella dislessia, alcuni o tutti gli aspetti dell’apprendimento della lettura e della scrittura risultano inferiori rispetto all’età, all’insegnamento standard ricevuto e al livello generale delle altre competenze.

In tutte le lingue e fasce d’età, le difficoltà nella fluidità della lettura e nell’ortografia sono indicatori chiave della dislessia;  le difficoltà dislessiche esistono su un continuum e possono presentarsi con diversi gradi di gravità.
La natura e lo sviluppo della dislessia dipendono da molteplici fattori genetici e ambientali; la dislessia si presenta frequentemente insieme ad altri disturbi dello sviluppo, come il disturbo del linguaggio, la discalculia, l’ADHD e il disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria.

Bambino dislessico
Bambino dislessico (Depositphotos foto) – www.biomedicalcue.it

Uno studio a supporto

In un secondo studio dello stesso gruppo, pubblicato sulla rivista Dyslexia Journal, i ricercatori hanno esaminato come migliorare le valutazioni diagnostiche, basandosi sulla nuova definizione. Secondo gli esperti, il processo di valutazione dovrebbe seguire quattro fasi principali quando un bambino presenta difficoltà di lettura, scrittura o ortografia che influenzano la sua vita quotidiana. 

Queste sono: esaminare e, se necessario, escludere altri fattori che potrebbero essere la causa primaria delle difficoltà. Raccogliere ulteriori informazioni e intervenire rapidamente, se necessario, con supporto aggiuntivo. Prestare attenzione ai segnali d’allarme e agli indicatori che suggeriscono la possibilità di difficoltà persistenti. Osservare, registrare e valutare la risposta all’intervento. Se il supporto risulta inefficace, avviare una valutazione specialistica da parte di un insegnante specializzato o di uno psicologo adeguatamente formato. Lo studio sottolinea che, oltre alla definizione standardizzata, dovrebbe essere introdotto un percorso diagnostico nazionale obbligatorio per la dislessia, basato su queste fasi.