Medicina

Brachiterapia: la radioterapia interna

La brachiterapia è una tecnica di radioterapia che prevede una sorgente di radiazioni da collocore all’interno del corpo del paziente, dentro o a pochissima distanza dal tumore da trattare.
Alla base ci sono dei preparati radioattivi tra cui aghi, fili, semi, adattati direttamente nel tumore (tecnica interstiziale), posizionati in cavità anatomiche (tecnica endocavitaria/ endoluminale), oppure posti sulla superficie corporea (tecnica a contatto).

Caratteristiche principali della brachiterapia

La brachiterapia, spesso nota anche come curieterapia, occupa un posto intermedio tra la chirurgia e la radioterapia transcutanea. La principale applicazione è il trattamento di elezione per neoplasie difficilmente resecabili, vengono infatti utilizzate delle sorgenti radioattive sigillate, naturali o artificiali, posizionate all’interno o nelle immediate vicinanze delle lesioni da trattare.

Procedure di somministrazione

La somministrazione di una tecnica di brachiterapia prevede un irradiazione continua a bassa intensità di dose, ovvero quantità di radiazione erogata. Il paziente riceve quindi una dose 2-3 volte superiore alla radioterapia frazionata transucutanea. Infatti il concetto che sta alla base della brachiterapia è quello di somministrare dosi elevate in tempi brevi e su volumi tumorali ristretti.

Le sorgenti utilizzate in brachiterapia

Le sorgenti utilizzate in brachiterapia sono principalmente tre: il Radium, l’Iridio 192 e il Cesio 137. Il primo ha un’emivita (ovvero tempo in cui l’attività dell’isotopo risulta essere dimezzata) di 1620 anni. La somministrazione di Radium si presenta sotto forma di aghi e tubi. Inoltre il radium emette radiazioni gamma, ma oggi è in totale disuso.

L’Iridio 192 ha invece un’emivita di 74 giorni ed è un isotopo gamma emittente sotto forma di spille semplici o doppie di diametro di 0.5-0.6 mm. L’iridio si trova anche come fili malleabili di diametro di 0.1-0.4 mm lunghezza di 14 cm.

Infine il Cesio-137 ha un’emivita di 30 anni e si presenta sotto forma di piccole sfere sigillate di varie lunghezze.

Modalità di uso

Le modalità di somministrazione della brachiterapia si suddivide principalmente in tre tipi:

  • curieterapia interstiziale: consiste nell’inserimento di preparati radioattivi sono forma di aghi, fili o semi direttamente nel tessuto neoplastico. Essa viene utilizzata per il trattamento delle neoplasie epiteliali del labbro, cavità orale, orofaringe, vulva, prostata, ano e mammella. L’operatore definisce il volume da trattare e somministra le guide cioè i vettori in anestesia locale e anche generale in quanto si tratta di un’atto chirurgico.
  • curieterapia endocavitaria: le sorgenti radioattive sono introdotte all’interno di cavità naturali, patologiche o chirurgiche mediante appositi dispositivi personalizzati detti moulage. L’applicazione principale è quella ginecologica (tumori della vagina, cervice uterina, endometrio). Il posizionamento degli applicatori ginecologici viene realizzato in anestesia generale.
  • Curieterapia a contatto: applicazione a diretto contatto della cute o delle mucose di preparati radioattivi specie beta-emittenti.

Tipi di tecniche

Esistono due tipi di tecniche di somministrazione. La prima è la TECNICA AFTER-LOADING (introdurre dopo) consiste nel posizionare nel distretto neoplastico dei vettori non radioattivi nei quali vengono inserite le sorgenti radioattive. La seconda è la TECNICA REMOTE-LOADING (introdurre da lontano) consiste nel trasferimento diretto ed automatico delle sorgenti radioattive da un’apposito apparecchio schermato (chiamato curietron) all’applicatore modellato (moulage) non radioattivo posto in cavità naturali. Quest’ultima offre un vantaggio di tipo radioprotezionistico.

Il tumore alla prostata

Credits: appunti del corso di fisica medica 1 dell’Università di Pisa

Il tumore della prostata ha origine dalle cellule presenti all’interno della ghiandola maschile chiamata appunto prostata, che cominciano a crescere in maniera incontrollata. Essa è posizionata di fronte al retto e produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. In condizioni normali ha le dimensioni di una noce, ma con il passare degli anni o a causa di alcune patologie può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario.

I tumori ginecologici

I tumori ginecologici sono neoplasie che interessano le donne e colpiscono soprattutto l’utero quali endometrio e cervice uterina e le ovaie. Il tumore della cervice uterina, ovvero la parte inferiore dell’utero, rappresenta nel mondo la prima causa di morte per tumore ginecologico.

Published by
Mario Liuzzo