Le parole più usate dai bugiardi abituali: ecco come l’AI ha scoperto i trucchi di chi mente sempre.
Ti sei mai chiesto quanto sia semplice dire una bugia? Magari una di quelle piccole, innocue. Tipo, “Scusa, c’era traffico” quando in realtà eri a casa a guardare TikTok. Succede, no? Mentire, alla fine, è qualcosa che tutti facciamo ogni tanto, anche senza cattive intenzioni. Però c’è una differenza enorme tra chi racconta una bugia qua e là e chi lo fa di continuo, quasi fosse un talento.
Il modo in cui parliamo, le parole che scegliamo, raccontano molto di noi. Ogni frase, ogni termine che usiamo, dice qualcosa sulle nostre emozioni, sui nostri pensieri e sì, anche sulle nostre bugie. Quando qualcuno mente, di solito costruisce una sorta di “mondo parallelo”, fatto di dettagli accurati e parole scelte con cura. Ma attento: più il castello è grande, più è facile che crolli.
Quante volte hai ascoltato qualcuno che sembrava super convincente, ma poi ti sei chiesto: “Ma sarà davvero così?”. Ecco, le bugie, quelle ben fatte, si nascondono tra le parole, e spesso sta a noi smascherarle. Però oggi abbiamo una nuova alleata: la tecnologia. Negli ultimi anni, infatti, l’intelligenza artificiale si è messa in gioco per aiutarci a scovare chi mente, anche in contesti in cui mai avresti pensato, tipo l’ufficio o una cena con amici.
Grazie agli algoritmi, ora è possibile riconoscere schemi ripetitivi nel linguaggio dei bugiardi. Quello che prima richiedeva anni di esperienza, intuito o semplicemente fortuna, adesso può essere fatto in pochi secondi da una macchina. E attenzione: non parliamo solo di smascherare grandi bugie, ma anche di scoprire quelle piccole, le famose mezze verità.
Allora, secondo l’AI, chi mente tende a evitare parole come “io” o “noi”. E perché mai? Perché così si stacca dalla storia che sta raccontando. Insomma, invece di assumersi la responsabilità, butta tutto sugli altri con pronomi come “lui”, “lei” o “loro”. È un trucco per sembrare meno coinvolti.
Poi c’è un’altra cosa interessante: i bugiardi usano spesso parole che danno forza o attenuano le loro frasi, tipo “mai”, “sempre”, “davvero” o “sicuro”. Sono termini che rendono la storia più credibile, almeno all’apparenza. Però attenzione, a volte proprio queste esagerazioni tradiscono le loro intenzioni.
Mentire non è facile, almeno non per tutti. Le parole di chi mente spesso nascondono emozioni negative, come “paura” o “rabbia”. Questi sentimenti vengono fuori perché dire una bugia mette ansia, crea pressione. E guarda caso, i bugiardi evitano di usare termini positivi, lasciando il loro discorso freddo e distaccato.
Con l’intelligenza artificiale, queste discrepanze vengono a galla. Certo, distinguere una bugia vera da un errore innocente non è ancora un lavoro perfetto. Ma, dai, è comunque un bel passo avanti per capire come funziona il linguaggio di chi cerca di prenderci in giro.