Burioni si difende dalle accuse de Le Iene: “Ci vedremo in tribunale”
Qualche tempo fa, l’ormai noto e chiacchieratissimo virologo Burioni è stato attaccato dalla trasmissione Le Iene, accusandolo di conflitto d’interessi per le dichiarazioni fatte pubblicamente, a proposito del Covid19. Facciamo un po’ di chiarezza sulla vicenda. Il professor Burioni, dall’inizio della pandemia di coronavirus, è stato ospite in alcuni programmi televisivi per fare chiarezza sull’evolversi della situazione: plasma terapia, vaccini, pericolosità, ecc. In particolare, dopo aver sostenuto che il vaccino sarebbe la strada più valida, il virologo Burioni ha nominato, come possibile cura efficace, gli anticorpi monoclonali. Un tipo di anticorpi, prodotti in laboratorio, a partire da un unico tipo di cellula immunitaria e di cui lui si occupa dall’inizio della sua carriera.
Le accuse de Le Iene a Burioni
Nel servizio andato in onda il 9/06, l’inviato de Le Iene, Alessandro Politi intervista alcuni medici e scienziati e anche il presidente del Codacons, avv. Carlo Rienzi, per chiedere loro pareri e analisi scientifiche. Durante il servizio de Le Iene, sono stati trasmessi spezzoni delle puntate di “Che tempo che fa“, condotto da Fabio Fazio, in cui il prof. Burioni spiegava pro e contro delle papabili cure per il coronavirus. Nel programma Le Iene si è evidenziata la collaborazione del prof. Burioni con alcune aziende, come la Pomona srl, per depositare molti brevetti sugli anticorpi monoclonali. Il virologo si difende con un lungo post su Facebook, tramite la sua pagina Medical Facts di Roberto Burioni, scrivendo: “Non ho alcun rapporto di consulenza con aziende farmaceutiche, cioè che producono o commercializzano farmaci di ogni tipo, inclusi anticorpi monoclonali. Tanto meno ne detengo partecipazioni societarie e tanto meno sono un produttore di anticorpi monoclonali’.” Continua, poi, il virologo, scrivendo che l’unica relazione che ha con la Pomona srl è quella di consulente scientifico su alcuni temi, tra i quali non rientra il Covid19. Il professore, inoltre, sottolinea che la suddetta azienda, non è una produttrice farmaceutica, sebbene sia questo il messaggio che traspare dal servizio de Le Iene.
Conflitti di interesse
Tra i vari medici intervistati durante il servizio de Le Iene, molti sostengono che il virologo Burioni avrebbe dovuto dichiarare eventuali conflitti di interesse, poiché è la prassi da seguire in ambito medico-scientifico. Uno dei medici intervistati da Le Iene, infatti, dichiara che prima di convegni scientifici, tenuti da persone legate a determinate aziende o case farmaceutiche, si dichiarano eventuali conflitti di interesse. La mancata esplicitazione di tali collaborazioni da parte del professore, potrebbe essere dipesa dal fatto che Burioni, sostiene di non aver effettuato studi di laboratorio per produrre cure e/o vaccini contro il covid.
Burioni si difende
Come anticipato, il virologo, ha scritto un post su Facebook in cui smentisce e controbatte alle dichiarazioni de Le Iene. Burioni dichiara, innanzitutto, di confrontarsi quotidianamente con medici e scienziati, prima di fare dichiarazioni o pubblicare un articolo sul suo sito. Da ciò che apprendiamo dal suo sito Medical Facts, il virologo si occupa, da sempre, dello studio degli anticorpi monoclonali. Nonostante ciò, a suo dire, non ne ha mai cercati o brevettati contro il coronavirus. Gli unici anticorpi di questo genere brevettati da lui stesso, sono quelli antinfluenzali, che ovviamente non funzionano contro il covid. Per le accuse relativi ai vaccini si difende, sfruttando la contraddizione stessa esposta da Le Iene: se Burioni è un sostenitore degli anticorpi monoclonali, che sono un’alternativa ai vaccini, e invita la popolazione a vaccinarsi, non può esserci un conflitto d’interessi. Il professore conclude, invitando Le Iene a continuare il discorso in tribunale.