Una delle eredità che ci ha lasciato il Covid-19 è senz’altro una innovativa tecnologia per la produzione dei vaccini basata su mRNA. Tra i nomi più famosi che hanno imperversato in TV vi sono certamente quelli delle case farmaceutiche Pfizer e Moderna. Il nuovo farmaco che potrebbe rivoluzionare la medicina e combattere il cancro è stato annunciato proprio da Moderna: il vaccino anti-cancro mRNA-4157-V940 è ora in sperimentazione e, secondo quanto dichiarato dai ricercatori che sono all’opera in questo momento, tale formula associata con un secondo farmaco di Merck denominato Keytruda potrebbe dare esiti positivi nella lotta contro il cancro.
Secondo le ultime notizie, i risultati sono finora sorprendenti se si pensa che il farmaco sperimentale è riuscito a passare positivamente le prime due fasi delle prove e che ora deve “solamente” affrontare la terza fase. In questo stadio, infatti, il farmaco dovrà essere somministrato ad un grande numero di pazienti al fine di carpirne la sua efficacia.
La notizia del successo dei test finora svolti ha incontrato la gioia incontenibile di tutti e che è stata espressa anche dal CEO di Moderna Stéphane Bancel, che ha dichiarato: “abbiamo ridotto della metà il rischio di decesso causato da cancro”. Dalle prove svolte, è emerso che la sinergia tra l’anticorpo monoclonale Keytruda e il nuovo farmaco 4157/V940 ha portato ad una riduzione del rischio di recidiva del melanoma nel pazienti fino al 44%. Ovviamente, tali risultati dovranno essere riconfermati nel nuovo test che si terrà durante il 2023.
Come detto in precedenza però, 4157/V940 non previene l’insorgere della malattia, ma ne fornisce il trattamento similarmente a come ha potuto fare il vaccino contro il Covid-19. Il processo è simile a quello svolto dalle Car-T, ovvero proteine recettoriali geneticamente modificate che hanno lo scopo di “insegnare” ai linfociti T ad individuare la proteina designata. Queste terapie geniche basate sulle CAR-T vengono anch’esse utilizzate per curare alcuni tipi di leucemia.
Stéphane Bancel ha dichiarato infatti “Abbiamo sviluppato una tecnologia che crediamo sia in grado di insegnare ai linfociti T a riconoscere le cellule cancerose e a distruggerle“. Sostenendo come questo traguardo sia profondamente innovativo, in quanto basato sul trattamento di un tumore solido. Questo nuovo sistema quindi potrebbe migliorare quello che era stato sviluppato usando le CAR-T.
Come risaputo, questa innovativa tecnologia basata sull’RNA messaggero non è nuova di zecca ma è in studio da decenni. Questa proteina, infatti, è responsabile del processo di trasformazione delle proteine nelle cellule e può essere dunque utilizzata come “trenino” per trasportare delle informazioni specifiche all’interno delle cellule al fine di poter produrre le giuste proteine terapeutiche. Purtroppo, data la facile distruzione dell’mRNA, tale molecola deve essere inglobata in alcune bolle di grasso.
Lo stesso sistema è stato usato anche per i vaccini contro il Covid-19, ma a differenza di questi, in questo caso l’RNA messaggero verrebbe usato per stimolare il sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali senza la necessità di modificare il genoma.
In questo caso, infatti, non risulta necessario prelevare il sangue del paziente, ma è sufficiente operare una biopsia al fine di analizzare il DNA delle cellule sane e di quelle malate. Successivamente, tramite l’mRNA vengono “insegnati” ai linfociti T le 34 mutazioni di maggiore importanza per la guarigione del paziente.
È necessario puntualizzare come, questa nuova teconologia abbia visto la luce anche grazie alla pandemia. Tuttavia, secondo Bancel, gli investimenti che sono stati fatti per sviluppare il vaccino anti-Covid e l’urgenza del contagio hanno portato ad un rallentamento dei trial clinici sui vaccini antitumorali. Ciò avrebbe portato a perdere ben un anno di tempo sulla tabella di marcia.
Per ora, la priorità è dare il via al terzo step dei trial in accordo con le autorità regolatorie, al fine di provarne l’efficacia su una scala ampia. Le sperimentazioni potrebbero anche essere svolte su più di una tipologia di tumore e si spera che, dato l’efficacia degli attuali vaccini anti-Covid, conseguano il successo sperato. Di certo la notizia rallegra gli animi e potrebbe contribuire a decretare un sostanziale passo in avanti nella lotta contro il cancro.
A cura di Luisa Bizzotto