Cannabis, cosa sappiamo davvero sulla composizione e sulle caratteristiche di questa pianta? Una ricerca lo svela ora!
La cannabis è oggetto di dibattito e controversie nella società. Nel pensiero comune è associata a immagini stereotipate di “drogati” o “hippy”, con pregiudizi e generalizzazioni. La questione è più complicata, anche dal punto di vista medico.
Da un lato, la cannabis viene percepita come una sostanza pericolosa, in grado di indurre dipendenza e alterare le capacità cognitive. Questa visione è alimentata da campagne di disinformazione e da una narrazione mediatica sensazionalistica.
Si sta diffondendo una visione più aperta e consapevole, che riconosce le potenzialità terapeutiche della cannabis nel trattamento di alcune patologie, come il dolore cronico o l’epilessia. Qual è la verità?
Il pensiero comune è influenzato da diversi fattori, tra cui l’età, l’educazione, le esperienze personali e le informazioni a disposizione. Una recente ricerca mette in chiaro le reali caratteristiche della cannabis e come funziona ora!
Nel corso del Novecento, la cannabis è stata demonizzata e associata a comportamenti devianti. Questa narrazione ha portato a una criminalizzazione della sostanza e a una visione distorta dei suoi effetti, senza parlare delle potenzialità terapeutiche e dei possibili usi responsabili.
Ancora oggi, i pregiudizi sulla cannabis persistono. Per superare questi pregiudizi per promuovere un dibattito aperto e informato sulla cannabis, basato su evidenze scientifiche e rispetto dei diritti individuali, arriva oggi una recente ricerca in merito.
Il National Geographics ha passato in rassegna le ultime novità sulla ricerca sulla cannabis in 5 punti. La cannabis è usata per alleviare il dolore, ma gli studi scientifici hanno dato risultati contrastanti. Alcuni tipi di dolore sembrano rispondere all’effetto placebo, non è chiaro quanto sollievo provenga realmente dalla cannabis. Non sappiamo ancora come la cannabis agisce sul dolore, è difficile dire se è il trattamento migliore per un paziente. La cannabis non è innocua come si pensa: le varietà moderne sono molto più potenti e possono causare problemi di salute mentale, dipendenza e una rara sindrome chiamata iperemesi da cannabinoidi, che provoca forti nausea e vomito. L’uso regolare di cannabis può anche aumentare il rischio di problemi cardiaci, come infarti e ictus, a causa del THC che influisce sul flusso sanguigno.
Infine, le etichette “indica” e “sativa”, usate per classificare le varietà di cannabis, sembrano essere poco accurate e non riflettono le reali differenze chimiche e genetiche tra le piante. La cannabis, nonostante le controversie, ha dimostrato potenziali benefici terapeutici. Alcuni studi suggeriscono che può alleviare il dolore cronico, ridurre nausea e vomito in pazienti sottoposti a chemioterapia e migliorare i sintomi di alcune condizioni neurologiche come la sclerosi multipla. Alcune persone trovano che la cannabis aiuta a ridurre l’ansia e migliorare il sonno. È importante notare che la ricerca è ancora in corso e gli effetti a lungo termine della cannabis non sono ancora compresi, come riportato sul National Institute on Drug Abuse (NIDA).