Cannabis in farmacia: se il dottore ti diagnostica una di queste patologie la puoi comprare come un qualunque medicinale | Ecco la lista ufficiale di chi ne ha diritto
Cannabis in farmacia: disponibile come un farmaco tradizionale per chi soffre di queste patologie, scopri quali sono quelle riconosciute.
Quando si sente parlare di cannabis, il primo pensiero va quasi sempre agli usi ricreativi, ma c’è molto di più dietro questa pianta. Il suo utilizzo in ambito medico sta diventando una realtà sempre più diffusa e riconosciuta, soprattutto per trattare patologie che non rispondono ai farmaci tradizionali. Eppure, ammettiamolo, c’è ancora molta confusione in giro su cosa sia davvero la cannabis terapeutica e su come funzioni.
Prima di tutto, chiariamo una cosa: non è uno “spinello con il permesso del dottore”. I farmaci a base di cannabis sono ben regolamentati e contengono quantità precise di THC e CBD, i due principi attivi della pianta. Questi vengono dosati con attenzione per ottenere effetti terapeutici senza i classici effetti psicotropi legati all’uso ricreativo. Insomma, è tutta un’altra storia.
Ma non è una soluzione magica, eh! La cannabis terapeutica viene prescritta solo in situazioni specifiche, quando le terapie normali non funzionano o causano troppi effetti collaterali. È un trattamento di supporto, non una cura miracolosa, e spetta sempre al medico decidere caso per caso.
E qui arriva la parte importante: non puoi semplicemente andare in farmacia e comprarla come faresti con un’aspirina. Serve una prescrizione ben dettagliata, che segue regole precise. Tutto questo per garantire che la cannabis venga usata in modo responsabile, solo da chi ne ha davvero bisogno. Ma a questo punto, ti starai chiedendo: “Per quali patologie viene prescritta?”
Quando la cannabis può fare la differenza
La cannabis terapeutica viene utilizzata principalmente per quei sintomi che i farmaci tradizionali non riescono a trattare come si deve. Per esempio, è molto efficace per alleviare il dolore cronico, specialmente quello neurogeno, che spesso resiste agli antidolorifici classici come antinfiammatori o cortisonici. Un altro uso frequente è per la sclerosi multipla e le lesioni spinali, dove aiuta a ridurre la spasticità e il dolore associato.
Poi c’è il caso della nausea e del vomito, un problema serio per chi affronta chemioterapia, radioterapia o trattamenti per l’HIV/AIDS. Quando i normali farmaci antiemetici non bastano, la cannabis può fare davvero la differenza. E non dimentichiamo la sua utilità nella sindrome di Tourette, dove aiuta a gestire quei fastidiosi tic motori e vocali che resistono alle terapie classiche.
Altre patologie e benefici sorprendenti
La cannabis terapeutica viene usata anche per stimolare l’appetito nei pazienti affetti da anoressia, cachessia o perdita di peso causata da AIDS o da trattamenti oncologici. È un vero aiuto per chi fatica a nutrirsi e ha bisogno di un supporto per rimettere in sesto il corpo. Un altro campo d’uso importante è il trattamento del glaucoma resistente, dove contribuisce a ridurre la pressione intraoculare quando le terapie standard non funzionano più.
Insomma, si tratta di un rimedio potente, ma che va usato con cautela. Ogni trattamento è personalizzato, e i pazienti devono essere seguiti con attenzione. Certo, non è per tutti, ma per chi soffre di queste patologie debilitanti può rappresentare un vero cambiamento di vita.