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Cannabis terapeutica: o guidi o assumi THC, il nuovo CDS è un disastro | Pazienti in cura trattati come tossici

Illustrazione di una pianta di cannabis (Depositphotos)

Illustrazione di una pianta di cannabis (Depositphotos FOTO) - www.biomedicalcue.it

La cannabis terapeutica potrebbe essere un problema soprattutto se si parla del nuovo CDS. Assumerla sarà un problema!

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Le droghe legali utilizzate in medicina sono sostanze regolate e prescritte per trattare specifiche condizioni mediche. Questi farmaci, sebbene possano avere effetti psicoattivi o potenzialmente abusivi, sono somministrati sotto stretta supervisione medica per garantire sicurezza ed efficacia.

Tra le più comuni troviamo gli oppioidi, utilizzati per il trattamento del dolore cronico o acuto grave. Questi farmaci, come morfina e ossicodone, agiscono sui recettori del sistema nervoso centrale per alleviare il dolore, ma un uso improprio può portare a dipendenza e tolleranza.

Un’altra categoria sono i benzodiazepinici, come il diazepam, utilizzati per gestire ansia, insonnia e convulsioni. Questi farmaci calmano il sistema nervoso centrale, ma il loro uso prolungato può causare dipendenza fisica e psicologica.

Anche i cannabinoidi medici, derivati dalla cannabis, sono impiegati per trattare nausea da chemioterapia, dolore cronico e spasmi muscolari.

Cannabis terapeutica e la guida

La questione della cannabis terapeutica e della guida è complessa e poco chiara, generando difficoltà per i pazienti che ne fanno uso e che temono il ritiro della patente. La normativa italiana, regolata dall’articolo 187 del Codice della Strada, prevede che la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sia punita con il ritiro della patente, sanzioni amministrative e penali. Tuttavia, non distingue tra uso terapeutico e uso ricreativo, creando un vuoto legislativo che penalizza chi utilizza la cannabis come farmaco.

Secondo il decreto Lorenzin del 2015, chi assume cannabis non dovrebbe guidare per le 24 ore successive, ma per un paziente che necessita di una somministrazione quotidiana, ciò equivarrebbe a rinunciare completamente alla guida. L’idoneità alla patente dipende dalla valutazione della Commissione medica locale, che dovrebbe esaminare ogni caso singolarmente, ma mancano linee guida uniformi per gestire queste situazioni, causando spesso decisioni soggettive e ingiustizie.

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Alcuni prodotti che contengono cannabis (Depositphotos)
Alcuni prodotti che contengono cannabis (Depositphotos FOTO) – www.biomedicalcue.it

Esperienze dei pazienti

Le testimonianze dei pazienti evidenziano le difficoltà legate alla cannabis terapeutica e alla guida. Un esempio emblematico è quello di Elisabetta Biavati, che ha dovuto affrontare un percorso lungo e oneroso per il rinnovo della patente, nonostante l’uso della cannabis fosse legittimo e terapeutico. Questi casi mostrano come la mancanza di chiarezza normativa generi disagi economici, psicologici e logistici per chi è già afflitto da gravi problemi di salute.

L’avvocato Lorenzo Simonetti e le associazioni di pazienti sottolineano l’urgenza di introdurre linee guida chiare e di rivedere il Codice della Strada, in modo da distinguere l’uso terapeutico della cannabis da quello ricreativo. Un dialogo con le istituzioni è già stato avviato, ma il cambiamento richiede un impegno collettivo per garantire i diritti dei pazienti, evitando che debbano continuamente giustificare la propria condizione e subire ulteriori discriminazioni.

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