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Cefalea a grappolo, un paziente disperato si confessa: “Se avessi una pistola, mi sparerei”

Cefalea

Cefalea (Depositphotos FOTO)- www.biomedicalcue.it

Un paziente affetto da cefalea a grappolo racconta il dolore devastante di questa condizione: “Se avessi una pistola, mi sparerei”.

Il persistere di dolorosi disturbi può rendere la vita di tutti i giorni un’ardua sfida per il corpo e la mente,togliendo nettamente qualità all’esistenza dell’individuo.Questi tipici dolori cronici come quelli legati alla fibromialgia,o ai problemi nervosi o alle articolazioni,novelle possono persistere continuamente. Gestire dolorosi sintomi cronici senza una cura definitiva è una lotta quotidiana che richiedere determinazione pazienza e sostegno continuativo.

Tra le malattie che provocano dolorosi sintomi debilitanti c’è la nevralgia del trigemino, comunemente nota come la “malattia del suicidio”, considerata tra le più intense dal punto di vista dolorifiche. Il dolore interessa il volto producendo improvvisamente scosse molto intense che possono essere scatenate da azioni semplici come masticare o parlare. Anche l’artrite reumatoide è un’altra patologia che, se non adeguatamente controllata, può causare infiammazioni ed irrigidimenti articolari tali da rendere difficile anche il minimo movimento. Trattare questi disagio non si limitata a farmaci: spesso si fa ricorso alla fisioterapia e a tecniche di rilassamento e talvolta anche al supporto psicologico per affrontare le implicazioni emotive di una condizione cronica.

La sofferenza cronica può anche avere conseguenze sulle relazioni sociale e sul benessere mentale di chi ne soffre.Quando il dolore è sempre presente potrebbe causare difficoltà sul posto di lavoro e portare ad ansia e sensazione d’inferiorità.Spesso coloro che affrontano dolorosi disturbi lottano per far capire agli altri quanto sia grave il loro malessere. Il dolore invisibile come una ferita o cicatrice può passare inosservato,portando le persone a sentirsi non comprese e sole nella loro lotta.

La gestione dei problemi che limitano la vita richiedere un approccio completo da diverse prospettive umane. Non è sufficiente concentrarsi solo sul corpo fisico ma è essenziale coinvolgere esperti di benessere mentale,fisioterapisti e gruppi di supporto. Trovare l’equilibrio giusto tra trattamenti farmacologici attività fisica e pause per alleviare il dolore è la chiave del successo.

Cefalea a grappolo, ecco la testimonianza di Ángel Cobos,

Ángel Cobos, 52 anni, ha iniziato a soffrire di cefalea a grappolo dieci anni fa. Il dolore si è manifestato improvvisamente una sera mentre guardava la TV. “Non era un semplice mal di testa, ma qualcosa di marziano, un dolore extraterrestre,” racconta Cobos. Da allora, la sua vita è cambiata radicalmente.

La cefalea a grappolo, conosciuta come “il dolore del suicidio“, causa attacchi così intensi e ripetuti che lascia i pazienti senza respiro. Ángel racconta che nei periodi peggiori arriva a soffrire fino a sette episodi al giorno, ognuno dei quali può durare ore.

Mal di testa
Mal di testa (Depositphotos FOTO)- www.biomedicalcue.it

Come si presenta

Il dolore, che si manifesta principalmente dietro l’occhio sinistro, è descritto come un bruciore, una fitta acuta che non lascia tregua. “Quando arriva l’attacco, non posso fare altro che aspettare,” spiega Cobos, che deve portare sempre con sé farmaci per contrastare il dolore. La speranza di trovare una cura definitiva è una costante nella sua vita, ma finora le soluzioni sono solo palliative.

Ángel ha deciso di raccontare la sua esperienza in un libro, intitolato “Memorie di un suicidio (un saggio sul dolore)“, che presenterà a Santiago de Compostela. Per lui, scrivere è stato un modo per canalizzare la sofferenza e condividerla con chi, come lui, vive con un dolore invisibile ma devastante. “Non voglio arrendermi, ma ci sono stati momenti in cui ho pensato che non ce l’avrei fatta,” confessa, lasciando emergere tutta la vulnerabilità di una battaglia quotidiana contro un dolore che sembra non avere fine.