Cefaly, il nuovo dispositivo per curare l’emicrania
La farmacologia ha avuto un ruolo dominante fino al secolo scorso, quando si è iniziato a trattare i disturbi con quella che si può definire una “nuova tendenza della medicina”: l’elettroceutica, che tratta i malesseri tramite elettricità al posto dei prodotti chimici.
La US Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un nuovo dispositivo in questo campo: uno strumento che impedisce l’emicrania stimolando elettricamente i nervi nel cranio. Il dispositivo è prodotto dalla società belga STX-Med, ed è già approvato per le vendite commerciali in Europa, Canada e Australia.
Cefaly, un apparecchio alimentato a batteria che assomiglia a un diadema, può essere utilizzato con sessioni giornaliere di 20 minuti. La FDA ritiene che questo trattamento possa aiutare i pazienti affetti da emicrania che non tollerano o non rispondono ai farmaci.
Il dispositivo funziona stimolando il nervo trigemino, il più grande nervo cranico, che trasporta le informazioni sensoriali dal viso al cervello, che è stato anche associato al mal di testa. Secondo il sito di Cefaly, il suo meccanismo si basa sulla “teoria del cancello” del dolore. Fornendo un input sensoriale ai nervi, il dispositivo mantiene essenzialmente un cancello chiuso neurale all’ingresso del dolore. Lo stimolo sensoriale sostituisce lo stimolo del dolore, che viene trasmesso al cervello su fibre nervose diverse.
L’approvazione della FDA si basa su diversi studi condotti in Europa. Uno studio, su 67 pazienti con emicrania, pubblicato il mese scorso su Neurology, ha scoperto che i pazienti che hanno usato Cefaly hanno registrato una diminuzione di emicranie nel corso di un mese rispetto ai pazienti che hanno utilizzato un dispositivo placebo. Tuttavia, in un sondaggio di soddisfazione degli utenti, solo il 54 per cento dei pazienti che hanno utilizzato un dispositivo di prova ha detto che l’avrebbe effettivamente acquistato. D’altra parte, tali utenti hanno dimostrato anche di aver utilizzato l’apparecchio per circa la metà del tempo consigliato. Questo a dimostrazione, forse, del fatto che i pazienti che soffrono di emicrania si sentono più “rassicurati” da una pillola.
Source image: breakthroughs.kera.org