Cellule staminali cordonali: vale la pena conservarle?
Le cellule staminali cordonali fanno parte del grande insieme di cellule staminali. Ma cosa intendiamo con questa terminologia? Le cellule staminali sono cellule non specializzate che vanno incontro ad una divisione asimmetrica dando origine contemporaneamente ad un’altra cellula staminale (identica alla cellula madre) e ad una cellula precursore di quelle che poi saranno cellule differenziate (mature). Per intenderci, se parliamo di neuroni (cervello), epatociti (fegato), cardiomiociti (cuore) e così via, facciamo riferimento a cellule differenziate, mature, ovvero cellule che svolgono una specifica funzione in un determinato tessuto/organo.
Possiamo considerare le staminali come quelle cellule dalle quali tutto ha origine. Attraverso un meccanismo di differenziamento dalle staminali si formeranno le cellule specifiche dei vari tessuti specializzate a svolgere una determinata funzione.
Classificazione delle cellule staminali
In base alla potenzialità, ovvero alla capacità di dare origine a tipi cellulari differenti, le cellule staminali vengono classificate in:
- Totipotenti: da queste può avere origine un organismo intero, compresi gli annessi extra-embrionali (placenta, membrana amniotica, cordone ombelicale).
- Pluripotenti (embrionali): possono dare origine a tutte le cellule dell’organismo ma non agli annessi embrionali.
- Multipotenti (adulte o somatiche): si specializzano solo in alcuni tipi di cellule.
- Unipotenti: danno origine ad un unico tipo di cellula specializzata.
Cellule staminali multipotenti
Le cellule staminali del cordone ombelicale fanno parte della terza categoria (multipotenti). Le cellule staminali multipotenti per eccellenza sono le staminali emopoietiche presenti nel midollo osseo. Esse danno origine a tutte le cellule presenti nel sangue (piastrine, globuli rossi, globuli bianchi), sono le più conosciute e anche le più studiate. Sono multipotenti anche le cellule staminali mesenchimali, ad esempio quelle che danno origine a: cellule della cartilagine, dell’osso, del tessuto adiposo, del muscolo, ma anche cellule di supporto alle cellule emopoietiche ed ai neuroni. Infine parliamo di staminali multipotenti anche a proposito di cellule staminali neuronali e cellule staminali dell’intestino.
Cellule staminali cordonali: vantaggi e limiti
Il cordone ombelicale è quella struttura anatomica temporanea, contenente i vasi sanguigni di collegamento madre-feto, che si forma durante la gravidanza. Il sangue (60-80 cc), presente al suo interno, è costituito da una popolazione eterogenea di cellule staminali. In passato, l’idea di utilizzare queste cellule ha dato molta speranza da un punto di vista terapeutico. Sono nate apposite banche di cordone ombelicale dove è possibile conservare il campione ed eventualmente usufruirne in futuro e sono stati stilati appositi protocolli per la corretta conservazione di tale materiale biologico.
Essendo cellule in grado di differenziare e proliferare, rappresentano un’ottima soluzione in ambito di medicina rigenerativa: potrebbero essere utilizzate per la rigenerazione di organi/tessuti danneggiati e sostituire in futuro il trapianto d’organo. Inoltre diversi studi hanno mostrato una importante capacità immuno-modulatoria e anti-infiammatoria di queste cellule. La loro principale applicazione riguarderebbe malattie oncologiche del sangue (leucemia): verrebbero utilizzate per ripopolare il midollo osseo dopo chemioterapia.
Le staminali cordonali possono essere utilizzate sia per trapianto autologo (donatore e ricevente coincidono), sia per trapianto allogenico (donatore e ricevente sono due persone diverse). In sintesi, il campione di sangue prelevato dal cordone ombelicale alla nascita può essere conservato al fine di essere utilizzato eventualmente dallo stesso nascituro, anche in futuro, ma può essere utilizzato anche a scopo terapeutico per altri membri della famiglia e non (trapianto allogenico). Infatti, le cellule staminali cordonali hanno il vantaggio di esporre il paziente ricevente ad un rischio minore di rigetto, grazie alla loro immaturità immunologica che li rende in grado di attecchire meglio nell’organismo ospite (ricevente).
E’ doveroso sottolineare anche alcuni limiti. In primis il costo della conservazione del campione biologico nelle apposite banche. In più le applicazioni ad oggi sono molto limitate per via della mancanza di protocolli standardizzati. Il numero di cellule che si ricava non è così elevato: in base al tipo di applicazione terapeutica potrebbe non essere sufficiente. Inoltre, in Italia è consentita la conservazione delle cellule cordonali allo scopo di donazione solidale eterologa, ovvero il campione viene donato e potrà essere utilizzato per la cura di altri bambini malati (soggetti diversi dal neonato dal quale sono state prelevate).
Secondo il decreto emanato il 18 Novembre 2009: “È consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato al neonato stesso o a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria”. E’, in ogni caso, possibile effettuare richiesta di esporto, presso strutture estere, del campione cordonale per uso autologo (personale).
Conservazione sì/no?
Stando così le cose, è vero che il business che sta dietro le banche di conservazione è più sviluppato delle applicazioni stesse di tali campioni ma sono tantissimi i trial clinici avviati. Queste informazioni hanno lo scopo di portare il lettore a riflettere su questo argomento, su questa scelta, che non deve essere scontata. È una decisione di una certa importanza e profondità. Soprattutto, dal momento che in Italia non è possibile fare un uso autologo di queste cellule, vale la pena rivolgersi a centri esteri per la sua conservazione? Le qualità che queste cellule possiedono sono tante e lo sono anche le possibili applicazioni. Sono una preziosa risorsa che potrebbe rappresentare una perfetta soluzione per diverse malattie spesso difficili da curare. Il vantaggio sarebbe non solo del neonato stesso, ma anche per altri membri della famiglia. Possiamo distinguere 3 condizioni principali:
- Il neonato è perfettamente sano, in famiglia non vi sono particolari problematiche né disturbi ereditari. I genitori decidono di conservare le cellule staminali cordonali (per uso autologo), per usufruirne qualora dovessero essere utili (non possibile in Italia).
- Sia il neonato che i familiari sono perfettamente sani. I genitori decidono, alla nascita del figlio, di donare il campione cordonale per aiutare bambini malati (donazione solidale eterologa – possibile in Italia).
- In famiglia è presente una malattia genetica, per la quale, le cellule staminali del cordone ombelicale, potrebbero essere un’ottima soluzione terapeutica. I genitori decidono di conservare il materiale biologico (possibile in Italia previa accertazione dettagliata della condizione e della possibilità di utilizzo delle cellule cordonali a scopo terapeutico).
Se vi state chiedendo se vale la pena conservare le cellule cordonali, è necessario contestualizzare la risposta. La decisione è associata a molti aspetti: economico (costo della conservazione), culturale, scientifico (progressione degli studi sulle cellule staminali), clinico (realizzazione di protocolli che permettono di standardizzare le applicazioni a scopo terapeutico). Sicuramente questo articolo vuole essere un invito alla riflessione, al dibattito, alla considerazione di questo argomento, ma la scelta rimane puramente e categoricamente personale.