Nuovi traguardi nel settore della cardiologia sono stati raggiunti in Giappone, presso l’Università di Osaka, dove sono state impiantate cellule staminali pluripotenti indotte coltivate in laboratorio in un paziente affetto da cardiopatia ischemica, destinato a trapianto di cuore.
In realtà, questo è il secondo studio basato su cellule IPS in Giappone ma rappresenta il primo caso in cardiologia, in quanto il precedente aveva come protagonisti soggetti affetti da patologie dell’occhio. Ma scopriamone di più su queste particolari cellule.
Fino al 2006, le cellule staminali embrionali erano le uniche conosciute e usate in grado di essere “riprogrammate” in nuove e specifiche cellule come quelle cardiache, nervose, del pancreas etc…
Tuttavia, i problemi morali ad esse correlate non sono mai venuti a mancare in quanto esse sono presenti nella blastula umana, uno dei primi stadi della vita e, dunque, per alcuni questo approccio equivale ad uccidere un bambino non ancora nato mentre, la controparte ritiene che la blastula non sia tecnicamente da considerarsi un bambino perché, in assenza di annidamento nella parete dell’utero, non avrà mai la possibilità di svilupparsi in feto.
Perciò, una svolta importante è arrivata nel 2006 dai dottori Kazutoshi Takahashi e Shinya Yamanaka che hanno dimostrato come le cellule della pelle possono essere riprogrammate in cellule pluripotenti “indotte” (iPS) aggiungendo artificialmente quattro geni.
Da un punto di vista etico, queste cellule sono ottenute senza distruggere nessun tipo di cellula ma semplicemente prelevando e ingegnerizzando cellule proprie del paziente.
Dopo aver ottenuto un numero idoneo allo scopo e programmate per la particolare funzione da svolgere, nel nostro caso quella cardiaca, sono state posizionate su foglietti degradabili della larghezza di circa 4-5 centimetri e uno spessore di 0,1 millimetri.
Il paziente protagonista era affetto da cardiopatia ischemica che gli causava insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cuore.
La causa più frequente è l’aterosclerosi, caratterizzata dalla presenza di placche ad elevato contenuto di colesterolo nelle arterie coronarie, capaci di ostruire o ridurre il flusso di sangue. La cardiopatia ischemica presenta manifestazioni cliniche differenti quali l’angina pectoris e l’infarto del miocardio.
Ricordiamo che esse rappresentano le principali cause di morte in Occidente e, talvolta, l’unica soluzione definitiva è il trapianto di cuore.
Nel nostro caso, i medici hanno deciso di provare questa nuova strada: depositare questi fogli degradabili sulle pareti danneggiate del cuore che, secernendo nuove cellule cardiache, sono in grado di rigenerare i vasi sanguigni e migliorare la funzionalità cardiaca del paziente.
Ovviamente il follow-up sarà di circa 1 anno e, nel mentre, i medici contano di sottoporre allo stesso trattamento altre 9 persone che si trovano nelle stesse condizioni.
Se tale procedura dovesse essere un successo, tale metodo potrebbe rappresentare una valida alternativa ai trapianti principalmente per due motivi: ottenere cellule IPS è molto più semplice rispetto a trovare un cuore compatibile e, soprattutto, non si avrebbero più eventuali problemi di rigetto.
[bquote by=”ricercatore Yoshiki Sawa ” other=”durante una conferenza stampa “]Spero che questa procedura diventi una tecnologia medica che salverà quante più persone possibile, visto che molte vite non sono riuscito a salvarle[/bquote]