“Come mi chiamo?”. “Come si chiama mia figlia?”. “Ho preso le medicine?”. Dare una risposta a queste domande può sembrare decisamente banale, ma per chi soffre di Alzheimer non è così. Nel corso della malattia, il deficit di memoria può arrivare a livelli tali da portare a non riconoscere i familiari e di aver bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. In attesa dello sviluppo di nuove terapie è nato Chat Yourself, il primo chatbot che sfrutta l’intelligenza artificiale per aiutare chi si trova ancora ai primi stadi della malattia.
L’idea di base è quella di chattare con se stessi per ricordare informazioni fondamentali della propria vita. Lo scopo è quello di limitare i disagi dovuti alla perdita della memoria e al disorientamento spazio-temporale che contraddistinguono la malattia.
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un lento e progressivo decadimento delle funzioni cognitive, dovuto all’azione di due proteine, la Beta-amiloide e la proteina Tau, che si accumulano nel cervello causandone la morte cellulare. Questo “mostro silente” affligge oltre 600mila italiani.
La ricerca nel campo continua a progredire: negli ultimi anni sono stati sviluppati nuovi metodi per la diagnosi precoce della malattia e tecniche, come la criomicroscopia elettronica, che permettono di comprenderne meglio le cause. Nonostante i grossi passi avanti, manca ancora una cura.
Per contenere i danni dell’ Alzheimer, è nato il progetto Chat Yourself, vincitore degli AboutPharma Digital Awards 2017 nella categoria “Progetti rivolti a pazienti – Miglioramento della qualità di vita e aderenza alla cura”.
Chat Yourself non è un presidio medico, ma un progetto pilota presentato da Italia Longeva, la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della Salute, che si prefigge lo scopo di facilitare la vita alle persone affette da Alzheimer in fase prodromica e ai loro familiari. Il progetto è nato da un’ idea di Young & Rubicam ed è stato realizzato grazie al supporto tecnico di Nextopera.
Chat Yourself è una sorta di assistente virtuale che sfrutta l’intelligenza artificiale e funge da “memoria di riserva”. In particolare consiste in un chatbot di Messenger capace di memorizzare l’intera vita di una persona e di restituire, su richiesta, informazioni indispensabili come il nome, il contatto dei propri figli, il percorso per tornare a casa, le scadenze della settimana o eventuali allergie.
Il chatbot è disponibile gratuitamente su Facebook.
Per l’Italia, Paese più vecchio al mondo con il Giappone, le demenze rappresentano un problema sociale ogni giorno più grande.
Ha dichiarato Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva.
Ciò vale in particolar modo per l’Alzheimer, senza dubbio la forma di demenza più prepotente e violenta, sia sotto il profilo epidemiologico, sia per l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Questa patologia oggi interessa quasi il 5% degli over-65, ma secondo le proiezioni elaborate dall’ISTAT per Italia Longeva, nel 2030 la percentuale si triplicherà e saranno colpiti dalla malattia ben oltre 2 milioni di pazienti, in prevalenza donne. In attesa di cure efficaci contro l’Alzheimer, una strada percorribile nelle prime fasi dopo la diagnosi è quella di sfruttare le risorse della tecnologia. Chat Yourself è nato con questo obiettivo: contenere il danno provocato dalla malattia, affiancando all’impegno dei propri cari un aiuto concreto a ricordare.
Ha concluso Bernabei.