Un dispositivo portatile che determina l’efficacia della chemioterapia. Questa è l’idea proposta dai ricercatori della Rutgers University in un articolo comparso in Microsystems & Nanoengineering. Il vantaggio? Risultati immediati, interventi personalizzati per i pazienti e una migliore gestione e individuazione della malattia. Al contrario degli attuali metodi, questa tecnica funziona senza dover ricorrere ai coloranti che vengono generalmente utilizzati per rendere visibili le cellule al microscopio.
“Nuove tecnologie come questa possono avere un impatto molto positivo sullo standard di cura e comportare risparmi sui costi sia per gli operatori sanitari che per i pazienti”, ha affermato Joseph R.Bertino, ricercatore del Rutgers Cancer Institute of New Jersey e professore alla Rutgers Robert Wood Johnson Medical School.
Il cancro continua ad essere una delle principali cause di morte in tutto il mondo. Le opzioni primarie di trattamento per il cancro comprendono la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia, la terapia ormonale, la terapia mirata e le cure palliative. La scelta della terapia dipende da diversi fattori, che vanno dal tipo e dallo stadio del cancro dall’infrastruttura clinica e dalle condizioni di salute del paziente.
La chemioterapia, non essendo specifica, distrugge sia le cellule tumorali che quelle sane, causando effetti collaterali come perdita di capelli e problemi gastrointestinali. Un approccio mirato, in cui solo le cellule tumorali vengono eliminate, si tradurrebbe in una maggiore efficacia con effetti collaterali minimi.
Bertino e il suo team avevano precedentemente sviluppato un approccio terapeutico mirato per la distruzione delle cellule tumorali, che consiste nel legare un farmaco chemioterapico ad un anticorpo in modo che solo le cellule tumorali siano “prese di mira”, riducendo così al minimo gli effetti sulle cellule sane.
La nostra tecnologia combina intelligenza artificiale e sofisticati biosensori che gestiscono piccole quantità di liquidi per vedere se le cellule tumorali sono sensibili o resistenti ai farmaci chemioterapici
Spiega Mehdi Javanmard, uno degli autori della ricerca.
Il team della Rutgers ha testato il nuovo dispositivo utilizzando campioni di cellule tumorali trattati con diverse concentrazioni di un farmaco antitumorale mirato. Il dispositivo è in grado di rilevare se una cellula è viva in base alla variazione delle sue proprietà elettriche.
Il prossimo passo è quello di eseguire test su campioni tumorali proveniente dai pazienti. La speranza dei ricercatori è che il dispositivo possa essere utilizzato per testare le terapie antitumorali su campioni di tumori del paziente prima della somministrazione del trattamento.