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Colf e badanti, anche per loro scatta l’obbligo di timbrare il cartellino | Mettile in regola o ti tolgono l’assistenza

Illustrazione di una badante (Depositphotos)

Illustrazione di una badante (Depositphotos FOTO) - www.biomedicalcue.it

Ormai la notizia è più che certa, anche le badanti e le colf dovranno timbrare il cartellino. Se non si fa, saranno guai.

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Le colf e le badanti svolgono un ruolo cruciale nel garantire il benessere delle famiglie e delle persone che necessitano di assistenza.

Le colf si occupano della gestione della casa, incluse attività come la pulizia, la cucina e il riordino, mentre le badanti forniscono supporto a persone anziane, malate o con disabilità, aiutandole nelle attività quotidiane e offrendo compagnia.

Queste figure professionali sono spesso essenziali per chi lavora a tempo pieno o per le famiglie con membri non autosufficienti.

La loro presenza consente di mantenere un ambiente domestico organizzato e di migliorare la qualità della vita delle persone assistite, garantendo cure personalizzate e attenzione costante.

La svolta europea

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito un importante cambiamento per i contratti di lavoro domestico. A partire da oggi, colf, badanti e baby sitter saranno tenuti a timbrare il cartellino per registrare le ore di lavoro giornaliere. Questa misura, che risponde alla direttiva 2003/88/CE sull’organizzazione dell’orario di lavoro, mira a garantire trasparenza e a tutelare i diritti dei lavoratori domestici in tutti gli Stati membri, compresa l’Italia. I datori di lavoro domestico dovranno quindi predisporre un sistema adeguato per la rilevazione della presenza e della durata effettiva del lavoro.

Questo nuovo obbligo arriva a seguito di un caso giudiziario in Spagna, dove una collaboratrice domestica aveva contestato la mancanza di registri giornalieri delle ore lavorative. La sentenza europea ha ribadito che l’assenza di un sistema di timbratura priva i lavoratori della possibilità di dimostrare in modo affidabile le ore effettivamente lavorate. Questo principio, già sancito in una sentenza del 2019, si applica ora a tutti i Paesi dell’Unione.

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Illustrazione di una colf (Depositphotos)
Illustrazione di una colf (Depositphotos FOTO) – www.biomedicalcue.it

L’impatto della sentenza

La pronuncia della Corte di Giustizia UE impone agli Stati membri di conformarsi alla normativa europea, anche in assenza di una legge nazionale specifica. L’obiettivo è garantire che i lavoratori domestici possano documentare le loro ore lavorative e richiedere compensi per eventuali straordinari o ferie non godute. La sentenza lascia aperta la possibilità di deroghe per specifiche situazioni, come il lavoro straordinario o a tempo parziale, purché queste rispettino i limiti massimi settimanali di ore lavorative.

In Italia, ciò significa che anche i datori di lavoro domestico dovranno adeguarsi a queste regole comunitarie. Questo cambiamento rappresenta una sfida per molti, ma è necessario per assicurare trasparenza e equità nel settore. La Corte ha sottolineato che ogni deroga dovrà comunque mantenere intatti i diritti dei lavoratori, evitando che il mancato rispetto delle normative europee svuoti di significato le protezioni previste.

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