Vi ricordate delle molecole motorizzate in grado di distruggere le cellule tumorali? Oggi vi parliamo di un approccio simile che, invece di sfruttare un’azione meccanica, utilizza particolari nanoparticelle magnetiche in grado di generare calore per combattere selettivamente le cellule cancerogene. La selettività è un punto fondamentale nella ricerca di nuove cure che preservino il tessuto sano e, quindi, la salute dell’intero organismo. La tecnica in questione viene definita ipertermia magnetica e non è una novità.
L’ipertermia magnetica viene già utilizzata come strumento diagnostico e terapeutico. Mancava, però, una soluzione per renderla più specifica e sicura: è così che nascono le nanoparticelle autoregolanti per un preciso controllo della temperatura.
Partiamo spiegando cosa sono le cosiddette nanoparticelle magnetiche. Queste sono particelle di grandezza nanometrica (nell’ordine del miliardesimo di metro) costituite da elementi magnetici come ferro, nichel e cobalto. Quando sottoposte ad un debole campo magnetico alternato, generano calore localizzato, indebolendo ed uccidendo così le cellule maligne. Il principale limite di questa tecnica è proprio il controllo della temperatura, che deve essere mantenuta tra i 42 e i 45 °C, così da garantire il danneggiamento delle sole cellule tumorali, lasciando intatto il tessuto sano. In questo senso si è svolta la ricerca, pubblicata sulla rivista Nanoscale, che ha visto la collaborazione tra University of Surrey (Regno Unito) e Dalian University of Technology (Cina).
“L’ipertermia magnetica è un metodo tradizionale per trattare tumori maligni, ma le difficoltà nel controllo della temperatura hanno ridotto significativamente il suo utilizzo. Potendo modulare le proprietà magnetiche delle nanoparticelle, la temperatura terapeutica potrebbe essere autoregolata, eliminando l’uso di sistemi di monitoraggio e controllo sgradevoli“, afferma Dr. Wei Zhang, professore associato della Dalian University of Technology.
Così è stato. Lo studio ha infatti portato alla realizzazione di nanoparticelle in grado di autoregolarsi, ovvero raggiungere una temperatura target di 45 °C e di interrompere automaticamente il rilascio di calore una volta superato questo valore. La proprietà desiderata è stata ottenuta aggiungendo a particelle stabili, composte da ferriti (contenenti ossido di ferro) di zinco-cobalto, l’elemento cromo. Le particelle così fatte, quando raggiungono la temperatura di 45 °C, perdono la loro magnetizzazione per cui, nonostante la presenza del campo magnetico esterno, cessano di produrre calore. In questo caso, i 45 °C corrispondono al punto (o temperatura) di Curie, temperatura alla quale un materiale ferromagnetico perde alcune delle sue proprietà.
Questo potrebbe potenzialmente segnare una svolta nel modo in cui curiamo le persone che hanno il cancro.
Afferma il Professor Ravi Silva della University of Surrey.
I ricercatori affermano che i test in laboratorio hanno dimostrato la scarsa tossicità delle nanoparticelle e la loro incolumità verso le cellule sane.