I tic sono contrazioni veloci e ripetitive di muscoli che portano alla produzione di movimenti o suoni in maniera incontrollata. Sono maggiormente diffusi tra i bambini, in particolare la loro insorgenza è comune intorno ai 5 anni di età. In molti casi i tic migliorano con il passare del tempo, ma non sempre è così. La loro origine, nonostante le numerose ricerche già svolte in questo ambito, non era ancora chiara. Grazie al nuovo studio condotto all’Ospedale Universitario della Charité (Berlino), però, siamo ora in grado di capire come nascono i tic e quali regioni del cervello sono coinvolte in questo processo.
Non sempre i tic scompaiono con la crescita. In alcuni casi, infatti, la situazione perdura, diventando anche opprimente e limitando la vita dei pazienti che soffrono di questa condizione. Un esempio su tutti è la sindrome di Tourette, la cosiddetta “malattia dei tic”. Questa patologia viene classificata come un disturbo neurologico ed è caratterizzata da movimenti o suoni vocali improvvisi, rapidi e incontrollati. Ad ora le principali cure sono in termini di terapia cognitivo-comportamentale e farmaci.
I tic sono generalmente più comuni nei bambini, ma esistono anche casi, molto più rari, di insorgenza tra gli adulti. Non è chiara la diretta causa di questi disturbi, ma spesso risultano associati a stress, ansia e stanchezza. Sono numerose anche le ipotesi di motivi genetici e modifiche alle zone del cervello che controllano i movimenti. In alcuni casi, poi, si sono rilevate correlazioni con l’assunzione di droghe illegali. Ma quali sono le aree del cervello coinvolte in questi disturbi?
I ricercatori hanno analizzato 22 casi di pazienti in cui l’insorgere del tic era stato rilevato in seguito a eventi che avevano causato delle lesioni al cervello, quindi ad esempio ictus o traumi. Il team ha quindi mappato le zone coinvolte in questi vari casi e ha poi ricostruito anche le loro connessioni con altre aree del cervello. Questa seconda analisi è stata svolta basandosi sulle normali interazioni presenti nel cervello umano, secondo gli studi condotti da migliaia di immagini encefaliche di individui sani. Grazie a questo intenso lavoro è stato possibile dimostrare che queste lesioni si trovavano in una rete neurale comprendente diverse zone, ovvero corteccia insulare, giro cingolato, striato, globo pallido interno, talamo e cervelletto.
Bassam Al-Fatly, uno dei principali autori dello studio, ha spiegato che si tratta di zone che circondano quasi l’intero encefalo e che sono coinvolte in funzioni sia motorie che emotive. Anche nei precedenti studi alcune di queste strutture erano già state individuate come possibili attrici nella generazioni di tic. Tuttavia nessuna di queste ricerche aveva mai provato con certezza tale supposizione.
I ricercatori sono quindi passati a casi “tradizionali” di tic, studiando 30 pazienti affetti da Tourette che sono stati trattati tramite stimolazione cerebrale profonda (DBS). Questo approccio non è ancora molto diffuso e viene impiegato per pazienti gravi in cui le classiche terapie comportamentali o farmacologiche non hanno avuto successo. Gli studiosi hanno quindi individuato la precisa localizzazione degli elettrodi impiegati per il trattamento. Da questa si è notato che i più importanti miglioramenti si sono ottenuti in quei pazienti in cui la stimolazione andava a colpire zone coinvolte nella rete neurale individuata grazie alle analisi precedenti.
Grazie a questo studio è ora chiaro che la generazione di tic non è dovuta a una sola struttura, ma a un network di regioni cerebrali. Conosciamo quindi le zone coinvolte e anche le interazioni tra di esse. Ogni nuova conoscenza sulla base delle patologie offre nuove possibilità di cura. Ad esempio, con questo studio è ora possibile progettare terapie con DBS posizionando gli elettrodi nelle aree individuate come le responsabili nella generazione dei tic, ottimizzando cura e risultati ottenuti. Si tratta di un altro piccolo tassello aggiunto alla conoscenza di come funziona il nostro corpo, un altro importante risultato per la ricerca.