Ricostruzione del tendine d’Achille per Spinazzola dopo l’infortunio
Nel secondo tempo del quarto di finale Belgio-Italia l’ennesimo scatto di una partita affiatata è stato decisivo per Spinazzola che si è infortunato. Quello che inizialmente sembrava un infortunio muscolare ha poi avuto un responso peggiore. La prima diagnosi ha evidenziato una lesione al tendine d’Achille sinistro, purtroppo una diagnosi terribile per gli sportivi. Come funziona, quindi, la ricostruzione del tendine d’Achille?
Ricostruzione del tendine d’Achille: la lesione
Il tendine d’Achille, o tendine calcaneale, è il tendine più grande e resistente del nostro corpo. Collega i muscoli del polpaccio con il calcagno ed è responsabile di gran parte dei movimenti del piede, fondamentale nel camminare e tanto più nella corsa. Si allunga per 15 cm, iniziando circa a metà polpaccio per inserirsi nella parte posteriore del calcagno.
Il tendine può reggere fino a sette volte il peso corporeo, carichi a cui si è sottoposti duranti salti o corsa. Sebbene sia molto resistente, se sottoposto ad uno sforzo eccessivo può rompersi. La lesione può essere sia totale che parziale. Queste lesioni sono tipiche di sport dove che richiedono improvvisi stiramenti eccentrici quindi che coinvolgono sprint e salti. La rottura risulta dalla lacerazione delle fibre tendinee a livello inserzionale o nel tratto muscolo-tendineo. Si accompagna con dolore intenso, un forte gonfiore e incapacità di muovere il piede infortunato.
La terapia richiede immobilizzazione o la chirurgia. Per riparare la rottura il migliore approccio è quello chirurgico in cui si ricuce il tendine. L’approccio di sutura viene preferito nel 95% dei casi mentre quello conservativo, più limitante, è applicato soltanto in casi eccezionali. il trattamento conservativo porta con se gli svantaggi dovuti ad una prolungata immobilizzazione dell’arto e aumenta il rischio di complicanze vascolari. L’operazione invece porta ad un maggior recupero funzionale e tempi di convalescenza ridotti.
Ricostruzione del tendine d’Achille: l’intervento
Il terzino della Roma è andato in Finlandia, a Turku, per farsi operare dal professor Lasse Lempainen. Il dottor Lempainen è specializzato nella chirurgia degli arti inferiori e nel trattamento di lesioni al ginocchio e alla caviglia. Vanta una notevole esperienza in questo campo collaborando anche con diversi club sportivi.
L’intervento è durato novanta minuti, quanto una partita di calcio, ed è riuscito perfettamente. A comunicarlo è lo stesso chirurgo che alla domanda “Come è andato l’intervento?” risponde:
Molto bene. Tecnicamente l’intervento è perfettamente riuscito. Leonardo è un ragazzo molto positivo, ha già smaltito la delusione per aver rinunciato alla parte finale dell’Europeo ed è concentrato sul recupero.
Esistono numerose tecniche di sutura del tendine di Achille. L’intervento prende il nome tecnico di tenorrafia achillea. La chirurgia può essere effettuata sia a cielo aperto sia con piccolissime incisioni che permettono di ridurre la cicatrizzazione cutanea e i tempi di recupero. Poi il chirurgo procedere a suturare i monconi tendinei utilizzando strumenti specifici.
Chiaramente l’intervento deve essere eseguito il prima possibile per evitare ulteriori complicazioni come il ritiro dei monconi. L’intervento deve ristabilire la normale lunghezza tendinea. Operando rapidamente si punta ad evitare un ritardo nella guarigione e il rischio di sepsi o necrosi nella zona lesionata. A vantaggio di un rapido ripristino della funzionalità sono presente tecniche di chirurgia mini-invasiva che permettono minore stress sui tessuti molli e una guarigione più veloce.
Chirurgia mini-invasiva
Le tecniche moderne sono mini-invasive e tra queste troviamo l’Achillon-Device, il Poly-Tape, la tenorrafia percutanea con Tenolig e l’endoscopia chirurgica. Le tecniche si devono principalmente tra i dispositivi utilizzati.
L’Achillon è un dispositivo corredato di alcuni componenti di serraggio che fa da guida per il passaggio percutanea delle suture per i monconi. Il dispositivo esista sia in versione monouso che sterilizzabile. Viene inserito nella sede di lesione permettendo di divaricare l’incisione cutanea di 3-4 cm. Viene poi azionato un particolare sistema a vite che facilita il posizionamento dei tendini. Infine si passa alla sutura con gli aghi retti forniti in dotazione con il dispositivo.
Il Poly-Tape è un nastro in poliestere che permette di rinforzare i margini della lesione. È una protesi che viene inserita ancorandola tra il calcagno e il ventre muscolare. Offre il vantaggio di un recupero molto veloce e di una mobilizzazione precoce della caviglia, ottimizzando il recupero funzionale.
È stata poi introdotta la tecnica percutanea con filo Tenolig che permette una minore durata dell’intervento ed un basso rischio di infezione pur non garantendo un risultato sufficiente nel caso in cui i capi tendine siano sfilacciati. Si praticano dei piccoli accessi cutanei dai quali si fa passare un ago lungo che permette di suturare la lesione sul moncone.
Ricostruzione del tendine d’Achille: il recupero
A far sapere di stare bene è lo stesso Spinazzola che posta una foto sorridente dal letto dell’ospedale sui social e dichiara:
Intervento riuscito perfettamente. Ringrazio tutti per essermi stati vicino, siete stati davvero tantissimi! Iniziato il countdown ci vediamo presto!!
Segue poi il comunicato della società giallorossa sulle condizioni post intervento:
L’As Roma comunica che Leonardo Spinazzola è stato sottoposto nella giornata di lunedì a intervento chirurgico di sutura del tendine d’Achille della gamba sinistra, a seguito dell’infortunio riportato il 2 luglio scorso durante Belgio-Italia. L’intervento, eseguito a Turku dal Prof. Lasse Lempainen, alla presenza del responsabile sanitario del Club Dott. Massimo Manara.
Inizia quindi la fase di recupero che stando alle previsioni durerà tra i sei e gli otto mesi. Ci sarà una prima fase di recupero in cui il piede sarà immobilizzato da un tutore così da proteggere la riparazione e favorire il recupero. Gli obiettivi a breve termine della terapia prevedono un controllo dell’infiammazione e riassorbimento dell’edema. C’è chiaramente una prevenzione per le aderenze e per l’atrofia muscolare.
Il ritorno in campo
Segue, dopo alcune settimane, il periodo di riabilitazione vera e propria. Nella riabilitazione si aumenta progressivamente il carico, rispettando i tempi di guarigione, per procedere poi ad un rinforzo progressivo del tendine e della muscolatura dell’intero arto inferiore. In questa fase si punta a recuperare il range di movimento dell’articolazione e l’elasticità tissutale. Poi si procede ad incrementare sempre più il carico con diversi esercizi di potenziamento accompagnati da fisioterapia costante.
I protocolli attualmente prevedono il ritorno alla corsa leggera non prima di quattro mesi. Per passare ad attività più intense è necessario un periodo che va dai sei ai nove mesi. Questi intervalli temporali chiaramente posso variare a seconda del paziente, della sua età e dal suo livello di attività fisica. La terapia viene calibrata a seconda di come procede il recupero funzionale e personalizzata secondo le esigenze del paziente.
Il chirurgo è soddisfatto dell’intervento e nonostante la lesione al tendine d’Achille fosse grave è ottimista sul recupero. Tipicamente questi interventi richiedono un periodo riabilitativo di almeno sei mesi a cui segue la riatletizzazione. Il dottore comunica infatti che 7-8 mesi sono un periodo ragionevole per rivederlo in campo. Chiaramente la prognosi verrà valutata meglio nelle prossime settimane seguendo il recupero muscolare.