Con il termine “congiuntivite” ci riferiamo ad una condizione infiammatoria della membrana che riveste le palpebre e copre la superficie esposta della sclera. È la principale causa di “occhi rossi”, ma l’eziologia può essere determinata a seguito di anamnesi ed esame oculare, anche se occasionalmente è necessaria una coltura per stabilire la natura e scegliere la corretta terapia. Esistono diversi tipi di congiuntivite, ma è comunemente causata da batteri e virus. Analizziamo insieme le diverse tipologie ed i rispettivi trattamenti.
L’occhio è costituito da diverse strutture: cornea, iride, pupilla, cristallino, corpo vitreo, retina, macula, uvea, nervo ottico. Conoscere l’anatomia dell’occhio ci permette di comprendere il funzionamento dello stesso. In questo articolo ci soffermeremo sulla struttura che, se soggetta ad infiammazione, è responsabile dell’insorgenza di specifici sintomi.
L’origine del termine “congiuntivite” deriva dal fatto che lo strato di tessuto sottile, traslucido e relativamente elastico con porzioni bulbari e palpebrali si chiama congiuntiva. Mentre la porzione bulbare riveste il bulbo oculare, la porzione palpebrale ricopre, appunto, l’interno delle palpebre. Al di sotto della congiuntiva troviamo, l’episclera, la sclera e l’uvea.
La sua principale funzione è quella di proteggere l’occhio da corpi estranei ed infezioni, ma riveste anche un ruolo funzionale; permette lo scorrimento delle due superfici congiuntivali opposte. La congiuntiva può essere sede di numerosi processi patologici, tra questi quando viene meno il ruolo di protezione insorgono processi infiammatori noti come congiuntiviti.
Come già accennato, il termine “occhi rossi” è quasi sempre sinonimo di “congiuntivite”. Approfondendo il discorso, però, è bene fare una distinzione tra le diverse tipologie:
Capiamo bene, dunque, come riconoscere la natura di questa infiammazione sia di fondamentale importanza per scegliere il trattamento corretto.
Quando parliamo di congiuntivite di origine virale tra i patogeni maggiormente responsabili di questa infiammazione troviamo: Adenovirus, Herpes Simplex, Herpes Zoster. In questa forma il coinvolgimento della cornea è molto più frequente rispetto alla forma batterica. Nel caso, invece, delle congiuntiviti batteriche i principali patogeni responsabili sono: stafilococchi e streptococchi.
I principali sintomi che rappresentano campanelli d’allarme della congiuntivite sono:
Inoltre, se la causa della congiuntivite risulta essere di natura virale o batterica potrebbero manifestarsi, rispettivamente, una reazione follicolare o, addirittura, un’infiammazione dei linfonodi sottomandibolari e periauricolari e secrezioni purulenti; mentre, nelle congiuntiviti allergiche si verifica un rigonfiamento della palpebra.
In ogni caso, una visita accurata risulta essere fondamentale per la corretta diagnosi ed il corretto trattamento. L’oculista nella maggior parte dei casi, attraverso una semplice visita riesce ad accertare o meno se si tratta di congiuntivite.
Per la corretta diagnosi di congiuntivite e per comprendere la reale causa, a volte si procede con la coltura, ma solo nei pazienti che presentano una grave infiammazione (es: congiuntivite purulenta) o congiuntivite cronica e/o ricorrente. Altro caso in cui si ricorre alla coltura è nei pazienti che non rispondono al trattamento scelto in precedenza.
Tra le tecniche più utilizate in laboratorio per verificare l’eventuale presenza di batteri oltre alle colture troviamo: colorazione diretta con anticorpi monoclonali fluorescenti, test immunoenzimatici, test di ibridazione del DNA e PCR.
La congiuntivite allergica è quasi sempre secondaria ad allergeni ambientali e, pertanto, si presenta solitamente con sintomi bilaterali; colpisce circa il 10% della popolazione mondiale e, secondo alcuni studi, sembrerebbe esserci una correlazione tra questa patologia e l’aumento della concentrazione di particolato atmosferico.
Approfondiamo l’argomento precisando, innanzitutto, che la congiuntivite allergica si distingue in: acuta e cronica. La differenza sostanziale, come possiamo intuire dal nome, sta nella manifestazione; in particolare, nel caso di una congiuntivite allergica acuta i sintomi si manifestano in maniera eclatante (prurito e gonfiore delle palpebre), ma regrediscono anche in un tempo relativamente breve. Nella congiuntivite allergica cronica i sintomi perdurano nel tempo.
La congiuntivite allergica va distinta in:
Nonostante la congiuntivite ad oggi non sia considerata come una malattia grave necessita di un trattamento specifico per la sua grande contagiosità. Diversi sono i tipi di congiuntivite prevedono diversi tipi di trattamenti. Nella maggior parte di casi queste vengono trattate con colliri o pomate oftalmiche, considerati farmaci di prima scelta.
Particolare attenzione richiedono le congiuntiviti di natura batterica e virale. In generale, ricordiamo quanto sia importante il corretto utilizzo di antibiotici; farmaci da utilizzare solo in presenza di infezioni di natura batterica.
Infatti, le congiuntiviti di natura batterica vengono trattate con colliri antibiotici che, a volte, vengono associati a farmaci corticosteroidi aventi azione antinfiammatoria; mentre, le congiuntiviti di natura virale vengono trattate con colliri antinfiammatori e analgesici (solo in alcuni casi c’è necessità di ricorrere a farmaci antivirali).
Potrebbe sembrare riduttivo, ma per prevenire le diverse tipologie di congiuntivite al primo posto c’è proprio l’igiene delle mani. Basti pensare che il Ministero della Salute ha definito le mani come “ricettacolo di germi”, pertanto capiamo bene quanto sia rischioso per gli occhi il contatto con mani non accuratamente deterse e/o disinfettate. In particolare, è consigliato prestare attenzione nel toccare l’occhio sano dopo aver toccato l’occhio infetto. Inoltre, per prevenire questa fastidiosa infiammazione è sconsigliato l’uso prolungato delle lenti a contatto e consigliato, invece, proteggere gli occhi da eventuali raggi UV.