Coronavirus: quanto è probabile il contagio indiretto attraverso le superfici?
È ormai assodato che il COVID-19 sia in grado di resistere sulle superfici. Lo chiarisce anche il Ministero della Salute italiano, specificando che il virus sopravvive sulle superfici per alcune ore.
Ma quanto tempo resiste il virus per la precisione? E per il tempo in cui sopravvive è realmente così probabile il contagio indiretto attraverso le superfici? Proviamo a rispondere a queste domande analizzando gli ultimi studi condotti sull’argomento.
Negli USA in analisi quattro superfici diverse
Un esperimento del National Institutes of Health virology laboratory di Hamilton negli USA pubblicato sul New England Journal of Medicine ha portato alla luce il tempo di sopravvivenza del coronavirus su superfici diverse. La ricerca è stata eseguita ad una temperatura di 21-23° C e ad un’umidità relativa del 40%. I risultati più significativi sono stati ottenuti in particolare per quattro superfici: la plastica, l’acciaio, il rame e il cartone.
Quante ore sopravvive il coronavirus sulle diverse superfici?
La ricerca statunitense è stata condotta sia con il COVID- 19, sia con la SARS-CoV-1, il virus all’origine dell’epidemia di SARS che si è diffusa nel 2003. Il tempo di sopravvivenza sulle diverse superfici è risultato simile per i due virus. È emerso che il coronavirus è in grado di sopravvivere 3 giorni sulla plastica e sull’acciaio, 4 ore sul rame e 24 ore sul cartone.
Da Singapore l’evidenza dell’importanza della disinfezione
Un altro studio, pubblicato il 4 marzo sul Journal of the American Medical Association (JAMA), ha preso in analisi le stanze di tre pazienti ricoverati a Singapore con forme non gravi di COVID-19. Sono stati analizzati 26 punti all’interno della stanza e del relativo bagno di ciascun paziente, tra cui il letto, la sedia, la maniglia della porta, le ventole per il cambio dell’aria, il lavandino e il water. La stanza del paziente A e del paziente B sono state esaminate dopo le consuete procedure di pulizia e disinfezione, quella del paziente C prima. Dall’analisi è emerso che i campioni prelevati dalla camera del paziente C risultavano positivi al COVID-19, mentre quelli delle altre due stanze disinfettate erano negativi. Sono inoltre risultati negativi anche i campioni prelevati dall’anticamera delle stanze e dal corridoio, indicando che la trasmissione attraverso le scarpe è poco probabile.
Il contagio indiretto attraverso le superfici è davvero così probabile?
Lloyd-Smith, uno degli autori dello studio condotto negli USA, in un’intervista chiarisce che quando si parla di sopravvivenza del virus, si parla comunque sempre di giorni di potenziale infettività. Inoltre negli ambienti di laboratorio in cui vengono condotti gli esperimenti tutte le condizioni sono mantenute stabili,a differenza del mondo reale, dove altri fattori, come la luce solare possono uccidere il virus più velocemente.
Anche gli esperti italiani sono dello stesso parere. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, in conferenza stampa alla protezione civile ha dichiarato che la più importante modalità di trasmissione è sempre il contagio interumano, mentre il contagio indiretto attraverso le superfici rimane assolutamente marginale.
[bquote by=”Franco Locatelli” other=”Presidente del Consiglio superiore di sanità”] “Il virus per replicarsi ha bisogno di cellule, da solo non ce la fa; è possibile che le goccioline di saliva cadendo su superfici in ambienti domestici o di lavoro per un po’ mantengano queste cellule ma è proprio per questo che raccomandiamo di lavarsi spesso e bene le mani.” [/bquote]
In aiuto a questa tesi accorrono anche i risultati della ricerca condotta a Singapore che, anche se limitata per l’esiguo numero di campioni analizzati, sembrerebbe essere positiva e rincuorante: è sufficiente disinfettare i punti che vengono maggiormente a contatto con le mani con soluzioni contenenti alcol al 75% o a base di cloro all’1% (candeggina) per essere sicuri di aver rimosso un possibile rischio di contagio indiretto.
[bquote by=”Franco Locatelli” other=”Presidente del Consiglio superiore di sanità”] “La prevenzione fondamentale resta quella del contagio interumano, da qui l’insistenza sulla necessità del distanziamento sociale e della modifica di nostri comportamenti sociali come la stretta di mano o l’abbraccio.” [/bquote]
I consigli per evitare un possibile contagio rimangono quindi sempre gli stessi: limitare al minimo gli spostamenti e i contatti sociali, lavarsi frequentemente le mani, disinfettare le superfici per eliminare ogni rischio e dotarsi di mascherina se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.