Coronavirus: quanti test ha fatto l’Italia?
Il mondo “mette in quarantena” l’Italia. Il sensibile incremento dei casi di contagio da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sul territorio italiano ha portato le Autorità competenti all’adozione di misure straordinarie per il contenimento della diffusione del virus. Sono diversi i Paesi che hanno già adottato misure restrittive all’ingresso nei confronti dei cittadini italiani, in particolar modo per quelli provenienti dalle zone dei focolai, ed è possibile che ulteriori misure vengano adottate nei prossimi giorni.
I dati* dell’OMS dei casi di COVID-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus, nel mondo sono i seguenti:
- Belgio: 1
- Danimarca: 1
- Estonia: 1
- Grecia: 1
- Macedonia del Nord: 1
- Norvegia: 1
- Romania: 1
- Finlandia: 2
- Svezia: 2
- Austria: 2
- Russia: 2
- Croazia: 3
- Svizzera: 4
- Regno Unito: 11
- Spagna: 12
- Francia: 17
- Germania: 21
- Italia: 528
*al momento della pubblicazione dell’articolo
Perché l’Italia ha più contagi da coronavirus rispetto al resto d’Europa?
L’Italia fin dal primo momento ha scelto la linea della massima precauzione: dal blocco dei voli dalla Cina ai controlli con il termoscanner agli aeroporti. Ma attualmente l’Italia è il terzo Paese per numero di contagi in tutto il mondo, dietro a Cina e Corea del Sud.
Dal 21 febbraio, giorno in cui si è data la notizia del primo contagiato dal nuovo coronavirus per trasmissione locale, i casi sono aumentati di giorno in giorno. Nelle singole regioni il numero* di contagiati riportato dalla Protezione Civile è il seguente:
- Lombardia: 305 (37 guariti)
- Veneto: 98
- Emilia-Romagna: 97
- Liguria: 11
- Lazio: 3 (i 2 turisti cinesi e il ricercatore, tutti guariti)
- Marche: 3
- Piemonte: 2
- Toscana: 2
- Campania: 2
- Sicilia: 2
- Abruzzo: 1
- Puglia: 1
- Provincia Autonoma di Bolzano: 1
* al momento della pubblicazione dell’articolo
La domanda è lecita: perché l’Italia ha un numero di contagiati così alto rispetto a tutti gli altri Paesi europei?
Un dato molto importante non deve sfuggire all’analisi della situazione sul territorio italiano: il numero dei test. Il Ministero della Salute riporta che i tamponi effettuati in Italia sono oltre 10.000.
I dati diffusi dal Regno Unito registrano più di 7.000 test. In Francia, invece, l’agenzia nazionale per la salute pubblica Santé Publique riporta che il numero dei test effettuati è molto più ridotto, appena 764 tamponi. Germania e Spagna non hanno diffuso dati sul numero dei test effettuati.
[bquote by=”Ilaria Capua” other=”virologa, articolo pubblicato per La Stampa”]Mi si chiede come mai in Italia il virus stia colpendo in modo così aggressivo. È una domanda mal posta. Troviamo tutti questi malati in questo momento, perché, semplicemente, abbiamo cominciato a cercarli.[/bquote]
Molti esperti ipotizzano che l’impennata di casi accertati di persone contagiate dal nuovo coronavirus in Italia siano dovuti ai numerosi test effettuati.
Un altro fattore importante da considerare è il criterio per decidere chi sottoporre al tampone. In Italia, dopo la scoperta del primo caso, sono stati fatti tamponi anche a persone che non avevano sintomi, alcuni dei quali sono risultati positivi al nuovo coronavirus. Germania, Spagna e Francia hanno seguito le indicazioni dell’OMS per decidere chi sottoporre al test: le persone che hanno sintomi dell’apparato respiratorio o sintomi più generici e che inoltre hanno avuto contatti con una persona affetta da COVID-19, e le persone che hanno sintomi dell’apparato respiratorio e che sono state in un’area considerata a rischio di infezione. Il Regno Unito invece ha seguito una procedura differente e questo spiegherebbe l’elevato numero di test effettuati, ma il fatto che siano stati riscontrati pochi casi di contagio rispetto al numero di test effettuati indica che il caso italiano abbia anche altre spiegazioni.
La situazione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti sono stati condotti solo 445 test, 59 risultati positivi di cui 14 riscontrati direttamente nel Paese e 45 tra le persone rimpatriate da Wuhan e quelle che erano a bordo della nave da crociera Diamond Princess. A preoccupare è anche il fatto che con i costi elevati del sistema sanitario americano i cittadini si rechino dal medico o al pronto soccorso solo in situazioni gravi. Il presidente Trump ostenta sicurezza ma la direttrice della divisione epidemie e malattie respiratorie del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) Nancy Messonnier si aspetta una diffusione elevata del virus anche negli USA.
[bquote by=” Tedros Adhanom Ghebreyesus” other=”direttore generale dell’Oms”] Il tasso di mortalità da Covid-19 «è tra il 2% – 4% a Wuhan, in Cina, e lo 0,7% fuori Wuhan. [/bquote]
Nell’attesa di un vaccino cerchiamo di non sprofondare nel panico e di continuare a condurre le nostre vite nel modo più normale possibile, seguendo sempre le dieci regole stilate dal Ministero della Salute: