Cos’è il Dna-Cenerentola che è stato decodificato da poco?
Gli scienziati, hanno scoperto che il DNA extracromosomale, può fermare il tumore. Soprattutto, in alcuni casi.
Negli ultimi decenni, la proliferazione delle malattie è diventata un problema sempre più pressante, al livello globale. Le cause di questo fenomeno, sono molteplici, e intrecciano fattori ambientali, sociali, nonché economici. Portando a un aumento di patologie infettive e croniche, le quali colpiscono milioni di persone, in tutto il mondo (anche in un singolo anno).
La globalizzazione, ha facilitato la diffusione di patogeni, in nuove aree geografiche. Allo stesso tempo, l’inquinamento ambientale, e l’urbanizzazione incontrollata, hanno aggravato le condizioni di salute pubblica, aumentando l’incidenza di malattie respiratorie, cardiovascolari, e di altre patologie persistenti.
La crescita demografica, unita a disuguaglianze socio-economiche, ha, poi, creato ulteriori barriere all’ingresso, delle cure mediche adeguate. Ciò ha accentuato la vulnerabilità delle popolazioni più povere, dove malattie che si potevano prevenire, continuano, invece, a mietere vittime (soprattutto, in quei Paesi in via di sviluppo).
La diffusione delle infermità umane, rappresenta, insomma, una sfida complessa, che richiede interventi coordinati. La ricerca scientifica, la prevenzione, e il miglioramento dei sistemi sanitari globali, sono strumenti utilissimi, per affrontare le crisi sanitarie attuali, e prevenire future emergenze.
Una nuova scoperta sul DNA extracromosomale
Un’importante scoperta, ha rivelato una nuova forma di DNA, denominata DNA-Cenerentola, che gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del cancro. Questo DNA – extracromosomale -, presente sotto forma di piccoli cerchi al di fuori dei cromosomi, era considerato irrilevante, fino a poco tempo fa. Tuttavia, tre studi pubblicati su “Nature”, dall’Università di Stanford, e dal Francis Crick Institute, hanno dimostrato che questi elementi, contengono geni i quali favoriscono la crescita tumorale, ma che possono esser sfruttati per nuove terapie mirate. Una di queste, già in fase iniziale di sperimentazione clinica.
Gli scienziati, dunque, hanno scoperto che il DNA extracromosomale (ecDNA) è comune nei tumori. Stato individuato in, circa, il 17% dei casi esaminati, su 15mila pazienti con 39 tipi di tumore: ma con percentuali più alte, per alcuni tipi di cancro, come quello al seno (associato a mutazioni specifiche).
La vera funzione dell’ecDNA
Oltre ai geni oncogeni, l’ecDNA contiene elementi regolatori che amplificano l’espressione genica, rendendo le cellule tumorali, persino, più aggressive. A differenza dei cromosomi, infatti, il DNA extracromosomale continua a replicarsi, durante la divisione cellulare, aumentando le possibilità di sopravvivenza e diffusione di quelle cellule.
Ma una vulnerabilità chiave, dell’ecDNA, è stata identificata: per cui, bloccando una proteina di controllo chiamata Chk1, i ricercatori hanno indotto la morte delle cellule tumorali, in laboratorio e nei topi, ottenendo una regressione del tumore gastrico. Risultati, questi, promettenti, e che hanno portato all’avvio di sperimentazioni cliniche, al fine di poter, magari, riuscire a trattare specifiche forme di cancro.