In gergo medico si chiama aferesi e consiste nel prelevare il sangue da un paziente, filtrarlo per eliminarne alcune componenti e poi immetterlo nuovamente nel corpo del donatore. Questa sorta di purificazione del sangue si è dimostrata essere un’importante trattamento ausiliario per i pazienti affetti da Covid-19 e ricoverati in terapia intensiva. In particolare in vari paesi si è cominciato ad utilizzare CytoSorb, il primo dispositivo per l’assorbimento di citochine approvato nell’Unione Europea. Cytosorb viene inserito in un circuito extracorporeo di emoperfusione, in cui il sangue viene depurato facendolo passare attraverso una colonna costituita da materiale assorbente. Ma perché la filtrazione del sangue dovrebbe rivelarsi utile per i pazienti affetti da insufficienza respiratoria e dagli altri sintomi tipici del Covid-19? Quali sono le molecole che vengono assorbite e perché è importante farlo? Cerchiamo di capirlo.
L’obiettivo di dispositivi come CytoSorb è di ridurre la concentrazione plasmatica di citochine e di altre proteine che svolgono un importante ruolo nella risposta immunitaria di un organismo. Potrebbe sembrare un controsenso voler eliminare proprio quelle molecole incaricate di combattere l’agente patogeno nel corpo del malato. Invece non lo è. È stato osservato infatti che in alcuni pazienti affetti da COVID-19 la reazione del sistema immunitario diventa incontrollata ed eccessiva scatenando una “tempesta di citochine”, ossia una attivazione di un numero eccessivo di cellule immunitarie nello stesso distretto corporeo.
[bquote by=”Phillip Chan” other=”CEO di CytoSorbents, azienda produttrice di CytoSorb”] “Un’infezione che mette in pericolo di vita può spesso dare vita a una intensa risposta immunitaria. È come se si verificasse un incendio colossale, in cui si perde ogni parvenza di organizzazione. Il sistema immunitario parte in quarta, producendo ad un ritmo elevato i mediatori infiammatori chiamati citochine, che attivano a loro volta una produzione ancora maggiore delle stesse molecole.” [/bquote]
Una tale risposta infiammatoria può danneggiare seriamente i polmoni, il cervello, il cuore, i reni e nei casi peggiori portare alla morte. Risulta quindi evidente quanto in alcuni casi possa essere utile affiancare al programma terapeutico un trattamento che sia in grado di contenere la reazione immunitaria del corpo del malato.
Per tenere sotto controllo la reazione immunitaria e quindi le condizioni del paziente durante il ricovero in terapia intensiva sono stati sviluppati diversi sistemi per eliminare fisicamente dal sangue le citochine tramite un filtro. L’azienda CytoSorbents del New Jersey ha sviluppato CytoSorb, un filtro costruito con un polimero poroso, che può essere incorporato nella stragrande maggioranza di circuiti di emoperfusione extracorporea. Impiegando una tradizionale macchina per emodialisi, il sangue viene pompato all’esterno del corpo, passa attraverso CytoSorb dove avviene il filtraggio e ritorna nella circolazione del paziente. In un arco di tempo di 24 ore l’intero volume plasmatico può essere filtrato più di 70 volte.
In un resoconto fatto da CytoSorbents è riportato che il filtraggio del sangue tramite CytoSorb è stato finora applicato a 70 pazienti affetti da COVID-19 distribuiti tra Italia, Cina, Germania e Francia. A causa dell’emergenza sanitaria non è stato ancora possibile ottenere dei dati accurati sull’esito della terapia, ma sulla base di una relazione preliminare è possibile affermare che nei pazienti trattati si è osservata una significativa riduzione della concentrazione di citochine e di conseguenza dell’infiammazione, unita a un netto miglioramento della funzionalità polmonare. La terapia è attualmente raccomandata nelle linee guida di “Gestione del paziente in dialisi e con trapianto di rene in corso di infezione da coronavirus COVID-19” di Brescia e nelle linee guida nazionali di Panama per il trattamento di pazienti adulti affetti da COVID-19. Inoltre l’ente governativo statunitense FDA che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici ha autorizzato l’impiego di CytoSorb nei pazienti over 18 in terapia intensiva.