Covid-19, a Milano trapianto di polmoni salva un ragazzo di 18 anni
L’emergenza coronavirus in Italia è senza dubbio in via di miglioramento e, fortunatamente, non mancano le buone notizie. Quella che infatti poteva essere una tragedia, si è trasformata in una storia a lieto fine per un giovane diciottenne che si è trovato a combattere tra la vita e la morte. Nonostante la giovane età ed il fatto che fosse perfettamente sano, ciò non è stato sufficiente ad impedire al virus di degenerare danneggiando irrimediabilmente i suoi polmoni, togliendogli la capacità di tornare a respirare normalmente. Data la gravità della situazione, è stato necessario ricorrere ad soluzione drastica, ovvero il trapianto di entrambi i polmoni. La notizia arriva direttamente dal Policlinico di Milano, struttura presso la quale è stato eseguito l’intervento record che, fino ad ora, era stato tentato, per il trattamento delle conseguenze del Covid-19, solo in pochi casi isolati in Cina e, più recentemente, in Austria.
Se pur si tratti di una situazione molto rara nei giovani, questa è l’ennesima dimostrazione della pericolosità di tale virus. Ricordiamo che, rispetto alla comune influenza, il coronavirus SARS-CoV-2 riesce a penetrare più in profondità nei polmoni, ovvero direttamente agli alveoli, con il conseguente rischio di polmonite primaria virale.
Un rapido peggioramento
Tutto ha inizio lo scorso 2 marzo quando il giovane ragazzo ha iniziato a sviluppare una febbre alta. Bastano solamente pochi giorni affinché la situazione precipiti: prima il ricovero nella terapia intensia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e, dopo due giorni, l’intubazione. Purtroppo nel periodo successivo le cose, anziché migliorare, peggiorano fino a che i polmoni arrivano ad un livello di danneggiamento tale da dover richiedere l’impiego della macchina ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) per la circolazione extracorporea.
Le parole del professor professor Nosotti, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia toracica all’Università degli Studi di Milano, descrivono quanto fossero critiche le condizioni del paziente:
“I polmoni, infatti, apparivano lignei, estremamente pesanti e in alcune aree del tutto distrutti. È stato poi confermato all’esame microscopico un diffuso danno degli alveoli polmonari, ormai impossibilitati a svolgere la loro funzione, con note di estesa fibrosi settale”.
Verso la guarigione
Il primo barlume di speranza arriva intorno alla metà di aprile quando viene deciso di tentare una soluzione definitiva, ovvero il doppio trapianto di polmoni. Il delicato intervento sarebbe stato reso ancora più critico dalle condizioni di partenza del paziente e dalla situazione di emergenza dell’intero ospedale impegnato nella lotta al coronavirus.
Una volta trovato il donatore compatibile, l’intervento è stato effettuato con successo e dopo 12 ore il paziente è stato scollegato dalla ECMO. Nella fase post-operatoria è stato anche eseguito un trattamento con il plasma iperimmune.
Adesso sarà necessaria una lunga fase di riabilitazione poiché, nonostante sia di fatto guarito dal coronavirus, i 58 giorni passati bloccato nel letto, in ventilazione assistita, richiedono un periodo di adattamento sia fisico, per tornare gradualmente a respirare autonomamente, sia psicologico.
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