Covid-19, uno spray nasale per fermare il coronavirus
La lotta contro il coronavirus continua con ogni mezzo possibile. Mentre iniziamo a vedere i primi concreti e confortevoli risultati sul fronte dello sviluppo di un vaccino efficace, la ricerca scientifica non si ferma e continua a proporre soluzioni che si spera possano far diventare questa pandemia solo un lontano ricordo. L’ultima novità arrivata alle cronache internazionali riguarda lo sviluppo di uno spray nasale, strumento che abbiamo spesso a portata in caso di raffreddori o allergie, che mira a ridurre il rischio di contagio da coronavirus.
Dopo le mascherine capaci di uccidere il coronavirus, sembra che l’altra frontiera di sviluppo, parallela alla soluzione definitiva rappresentata dal vaccino, riguardi proprio gli spray nasali. Lo scopo è quello di fornire una protezione, per lo meno per via nasale, magari per quei soggetti che per vari motivi non possono vaccinarsi.
Spray nasale anti-Covid, la ricerca dell’Università di Birmingham
Una ricerca apparentemente promettente è quella portata avanti dall’Healthcare Technologies dell’Università di Birmingham. Utilizzando materiali già ampiamente approvati ed utilizzati in dispositivi medici, medicinali e addirittura prodotti alimentari, l’infezione è stata inibita per ben 48 ore su colture cellulari in laboratorio. I risultati sono disponibili sulla piattaforma BioXRiv.
I materiali in questione sono principalmente due polisaccaridi:
- il primo è un agente antivilare chiamato carragenina, utilizzato comunemente come addensante negli alimenti;
- il secondo è il gellano, che ha la capacità di poter essere spruzzato in piccole goccioline e aderire alla superficie nasale.
Nel complesso, questo spray può proteggere dal coronavirus in due modi: da un lato cattura il virus che può essere smaltito, ad esempio, soffiando il naso; dall’altro, riduce la possibilità d’infezione. Dal momento che il coronavirus viene “incapsulato” nel contenuto dello spray, questo avrà meno probabilità di penetrare ed essere assorbito dall’organismo.
Per quanto la prospettiva sia sicuramente interessante, è doveroso specificare che lo studio in questione non è ancora classificato come “peer-reviewed”. Ciò significa che lo studio è sotto la revisione di vari esperti ma ancora non ha ricevuto la certificazione ufficiale per la pubblicazione. È stato però reso a disposizione come articolo “preprint”, in modo tale da coinvolgere la comunità scientifica nella visualizzazione e discussione dei risultati.
L’autore principale dello studio, il dott. Richard Moakes, è comunque fiducioso: “Questo spray è realizzato con prodotti prontamente disponibili che vengono già utilizzati in prodotti alimentari e medicinali e abbiamo appositamente integrato queste condizioni nel nostro processo di progettazione. Significa che, con i partner giusti, potremmo avviare la produzione di massa entro poche settimane“.
Sviluppi anche sul fronte americano
Secondo quanto riportato da Repubblica nell’intervista a Giovanni Vizzini, direttore medico-scientifico di Upmc Italy (University of Pittsburgh Medical Center), anche la stessa Università di Pittsburgh sarebbe a buon punto nella realizzazione di uno spray nasale anti-Covid che sta per essere sperimentato sull’essere umano. L’approccio è diverso da quello appena descritto e necessita di una sorveglianza medica per l’utilizzo, essendo di fatto un potente medicinale.
“Abbiamo trovato un anticorpo monoclonale che combatte il Coronavirus di dimensioni molto piccole, che quindi possiamo far passare attraverso le mucose del naso, come spray. Mentre gli altri medicinali di questo tipo solitamente si iniettano per via endovenosa”, afferma Vizzini.