Covid-19

Covid19: perché la variante BA.5 è la peggiore fino ad ora?

Da gennaio 2020 si sono registrate molteplici varianti virali distinte della sindrome respiratoria acuta grave SARS-CoV-2. In questo periodo si sono introdotti programmi vaccinali globali che hanno contribuito a ridurre i tassi di ospedalizzazione e mortalità per Covid19, in particolare nei paesi sviluppati.

Paziente che si sottopone alla vaccinazione per Covid19.

BA.5: cos’è?

Si tratta di una sub-variante di Omicron che ha preso il sopravvento nell’ultimo periodo. Questa variante presenta una marcata differenza rispetto alle precedenti (come visibile nell’immagine sottostante): infatti, riesce ad eludere il sistema immunitario del corpo. Attualmente non è chiaro se BA.5 porterà a malattie più gravi.

Distanza antigenica delle varianti SARS-CoV-2 – Credits: Science/Topol

BA.5 come ci siamo arrivati?

Alla fine del 2021 è emersa la variante Omicron BA.1, con differenze genetiche ed effetti clinici sostanzialmente diversi da altre varianti di nota preoccupazione. Questa variante ha dimostrato un numero maggiore di polimorfismi nel gene che codifica la proteina Spike(S) e ha spostato l’attenzione dalla variante Delta. Poco dopo aver dominato la diffusione globale all’inizio del 2022, BA.1 è stata superata dalla variante Omicron BA.2. Un sottolineaggio di BA.2, designato Omicron BA.5, ha ora iniziato a dominare a livello globale, con il potenziale di soppiantare BA.2 come afferma l’Istituto Superiore di Sanità. Per affrontare la minaccia relativa a BA.5, si è determinata l’infettività rispetto ai rapporti particellari nei campioni nasofaringei primari.

Test per determinare la positività a Covid19.

Situazione attuale: le analisi sulla variante Covid19 Omicron BA.5

Si è valutato l’impatto dell’infezione da BA.5 sulla neutralizzazione umorale in vitro in coorti vaccinate e convalescenti, utilizzando IgG umane di migliaia di donatori. L’infettività del virus nei tamponi primari ha rivelato che, mentre BA.1 e BA.2 sono attenuati attraverso ACE2/TMPRSS2, l’infettività BA.5 è equivalente a quella di un clade circolante all’inizio del 2020 ed ha una maggiore sensibilità all’inibitore TMPRSS2 Nafamostat.

Come con BA.1, si osserva che BA.5 riduce significativamente i titoli di neutralizzazione in tutti i donatori. Le IgG umane hanno una maggiore ampiezza di neutralizzazione, sebbene la potenza risulti ridotta di 7 volte con BA.5. Di tutti gli anticorpi terapeutici testati, si è osservata una riduzione di 14.3 volte usando Evusheld e una riduzione di 16.8 volte con Sotrovimab quando si neutralizza un Clade A isolato rispetto a BA.5. Questi risultati hanno implicazioni per il monitoraggio e la gestione continua delle ondate di Omicron a livello globale.

Modifica del tropismo della variante BA.5 rispetto alle varianti BA.1, BA.2 e pre-Omicron. Culture di (B) AY39.1 (uno degli ultimi lignaggi Delta rilevati), (C) BA.2 e (D) BA.5 riprese dopo 72 ore dall’infezione. Le barre della scala rappresentano 100 μm. (D) L’infettività (TCID50/ml) è presentata rispetto ai valori diagnostici originali di PCR Ct per BA.2 e BA.5 . (E) L’ombreggiatura rappresenta gli intervalli di confidenza del 95% per ciascuna regressione lineare. A titolo di confronto, vengono presentati anche campioni precedentemente testati da Delta e un clade circolante dell’inizio del 2020. Da segnalare solo BA.2 e BA.5. campioni sono stati raccolti nello stesso periodo di tempo. (F) Tre varianti di clade precoci (A.2.2, Beta e Delta) e tre sottolinee di Omicron sono state coltivate in un arco di tempo di 24 ore in condizioni di coltura identiche. L’infettività può quindi essere determinata calcolando la morte del 50% delle cellule all’interno della coltura (LD50). Ciascun punto e barra di errore rappresenta rispettivamente la media e la deviazione standard di quattro tecniche – Credits: Medrxiv

Analisi sulle diverse varianti di Covid19

Dalle seguenti analisi si è valutata la capacità dei lignaggi Omicron e di altre varianti (Beta e Delta) di eludere le risposte anticorpali neutralizzanti; questo utilizzando la piattaforma di neutralizzazione rapida dei virus vivi di 20 ore (R-20).

Neutralizzazione umorale delle varianti cliniche SARS-CoV-2 in donatori convalescenti e vaccinati – Credits: Medrxiv

Inizialmente, si sono esaminate le risposte di neutralizzazione nei sieri di donatori convalescenti del primo clade di infezioni che si sono successivamente vaccinati (Figure A e B). Mentre si osserva che gli individui infetti e vaccinati hanno potenti titoli di neutralizzazione per il ceppo ancestrale (clade A), si nota una riduzione da 7 a 15 volte della neutralizzazione contro tutti i sottolineaggi Omicron rispetto a una diminuzione di 1.5 e 4.3 volte osservata per Delta e Beta (rispetto al Clade A). Riduzioni simili nella neutralizzazione si sono osservati anche nei sieri di individui infettati durante la seconda ondata (Figura B) o in coloro che sono naïve SARS-CoV-2 ma con tre dosi di vaccino (Figura C).

Conclusioni

La variante Covid19 Omicron BA.5, come altri ceppi di Omicron, è una sfida continua per le attuali strategie di vaccino. Benché molti studi clinici abbiano osservato una minore gravità della malattia in seguito all’infezione nelle popolazioni vaccinate, i contributi relativi al fenotipo e all’efficacia della risposta del vaccino non sono subito chiari. Sebbene BA.1 e BA.2 siano diversi nella loro trasmissibilità, il loro trofismo verso le cellule delle prime vie respiratorie è simile. Meccanicamente si ipotizza che il cambiamento principale di BA.5 abbia spostato un’efficiente replicazione virale dal polmone al bronco. Curiosamente, questa modifica non solo conferisce al virus un maggiore potenziale di evasione degli anticorpi, ma contemporaneamente muta il suo tropismo insieme ad un aumento del potenziale di trasmissione. Queste caratteristiche possono portare, quindi, a definire Omicron BA.5 come la ‘peggiore variante’ fino ad ora, per via del mix: elusione del sistema immunitario ed elevata contagiosità.

Published by
Maddalena Ranzato