Creatività e cervello: identificata la rete neurale che la genera
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Reti neurali, come funzionano (Pixabay Foto) - www.biomedicalcue.it
Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital ha identificato una rete neurale comune alla creatività, aprendo nuove prospettive per comprendere il funzionamento del cervello umano.
Lo studio, pubblicato su JAMA Network Open, ha analizzato dati provenienti da 857 partecipanti e 36 studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI), rivelando che la creatività non è localizzata in una singola regione cerebrale, ma piuttosto in un circuito neuronale condiviso.
Il team di ricerca, guidato da Julian Kutsche e dai co-senior autori Isaiah Kletenik e Michael D. Fox, ha utilizzato tecniche avanzate di mappatura delle reti cerebrali. Analizzando le attività cerebrali durante compiti creativi come il disegno, la scrittura e la composizione musicale, i ricercatori hanno scoperto che le aree coinvolte in questi processi erano tutte negativamente connesse al polo frontale destro del cervello.
Questa scoperta suggerisce che la creatività potrebbe dipendere dalla riduzione dell’attività in questa regione, responsabile del monitoraggio e dei comportamenti basati sulle regole. Secondo i ricercatori, un’attività ridotta nel polo frontale destro potrebbe facilitare il pensiero libero e l’associazione di idee, inibendo i meccanismi di autocensura che spesso limitano l’espressione creativa.
Un aspetto particolarmente interessante dello studio è la correlazione tra creatività e alcune patologie neurologiche. In alcuni pazienti con danni cerebrali o malattie neurodegenerative, la creatività è risultata aumentata, suggerendo che le alterazioni nella rete neurale della creatività possono talvolta liberare nuove capacità artistiche o innovative.
Neurostimolazione e nuove scoperte
Questa ricerca potrebbe avere implicazioni significative nel campo della neurostimolazione. Se la creatività può essere modulata influenzando specifiche connessioni cerebrali, si potrebbero sviluppare nuove terapie per migliorare le capacità creative di individui con difficoltà cognitive o per trattare disturbi come la depressione, che spesso influiscono sulla creatività e sulla motivazione.
Il professor Fox ha sottolineato come questa scoperta contribuisca a una comprensione più ampia della neurodiversità. I risultati mostrano che le variazioni nel funzionamento cerebrale, che in alcuni contesti possono essere considerate patologiche, possono in realtà portare a miglioramenti in alcune funzioni cognitive. Questo apre nuove strade per la ricerca sull’interazione tra il cervello e la creatività umana.
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Creatività e scienza
Sebbene lo studio abbia identificato una rete neurale della creatività, gli autori sottolineano che il cervello è un sistema complesso e che molte altre aree potrebbero essere coinvolte nei processi creativi. Le future ricerche potrebbero esplorare ulteriormente come diverse forme di creatività, dall’arte alla scienza, emergano dall’interazione di più reti neurali.
In definitiva, questa scoperta offre una nuova prospettiva sul funzionamento del cervello e apre interessanti scenari per lo sviluppo di strategie volte a potenziare la creatività umana. Con ulteriori studi, potrebbe diventare possibile non solo comprendere meglio la creatività, ma anche trovare modi per stimolarla e utilizzarla in ambito educativo, terapeutico e professionale.