Nanarìa è Arianna, la protagonista della nuova serie tv, che scopre di essere dislessica appena inizia la scuola media. La ragazza, attraverso le sue avventure, racconta le difficoltà e i problemi legati alla dislessia, ma anche il sapersi accettare e riuscire a trovare le proprie potenzialità.
“Le Cronache di Nanaria” è la prima serie tv per giovanissimi che parla di dislessia con lo scopo di sensibilizzare con leggerezza ed ironia. In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, benché riguardi almeno 1.500.000 persone. I dati del MIUR dicono che in Italia il 3% degli alunni della scuola primaria e secondaria sono affetti da DSA, tra questi oltre la metà sono dislessici. Ma di che si tratta e quali sono le sue origini.
La dislessia è un un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo fluente.
Nell’articolo 1 della legge 170 del 2010, il più importante riferimento normativo in ambito DSA, è stata definita la dislessia:
” Si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. “
La dislessia non è causata né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit neurologici o cognitivi, ma ha origine dal differente funzionamento di aree del cervello addette al linguaggio.
Il bambino dislessico legge e scrive impegnandosi molto di più ed utilizzando più energie. Si stanca più velocemente così commette più errori nella lettura. Solitamente la difficoltà nella lettura si accompagna a problemi nella scrittura e nel calcolo.
Si parla di dislessia evolutiva se è presente dalla nascita nell’individuo e lo accompagna durante tutto il suo percorso evolutivo. I bambini affetti da dislessia evolutiva hanno da subito difficoltà nella lettura e non lo diventano nel tempo.
Esiste anche la dislessia acquisita che è causata da un trauma o una patologia che intacca alcune aree cerebrali. La dislessia acquisita può manifestarsi negli anziani a causa dell’invecchiamento di cellule cerebrali. Determina una perdita della capacità di lettura in un soggetto che precedentemente aveva normale abilità.
La dislessia è una problematica del neurosviluppo e quindi è un carattere innato dell’individuo. Anche se non è stata identificata una vera causa, l’origine neurobiologica accomuna tutti gli studi sull’argomento. La dislessia non è dovuta al contesto famigliare, alla crescita, ad aventi traumatici e non ha origini psicologiche.
Secondo alcune ricerche, sembra esserci anche un’origine genetica. Sono state fatte diverse ricerche, che presentano dati molto differenti rispetto alla ricorrenza del carattere dislessia. Tuttavia, non ci sono basi sufficientemente solide per poter sostenere con certezza che una delle cause è quella genetica. Infatti i dati riguardi la diagnosi di dislessia sono molto recenti e non è possibile avere dati riguardo diagnosi di dislessia nelle generazioni precedenti.
Secondo recenti studi, due potrebbero essere le cause della dislessia:
La dislessia è il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) più conosciuto ma non l’unico. Solitamente si tende ad utilizzare il termine dislessia per far riferimento a tutti i DSA. Ma gli altri DSA si distinguono tra di loro per il loro specifico dominio di abilità, ad esempio la lettura, la scrittura o il calcolo. In ogni specifico disturbo, tutti gli altri funzionamenti sono intatti ma il disturbo riguarda solo il dominio d’interesse.
I DSA sono principalmente:
Ci sono casi in cui questi disturbi possono coesistere nello stesso individuo, ciò è definito tecnicamente come comorbilità.
I genitori e gli insegnati possono rilevare dei segnali precoci del disturbo, ma la diagnosi è fatta da specialisti accreditati, tra cui psicologo, neuropsichiatra e logopedista. La diagnosi è utile per poter aiutare lo studente dislessico ad affrontare il suo percorso scolastico grazie all’utilizzo di strumenti e misure appropiate.
Gli specialisti utilizzano test standardizzati per la diagnosi di dislessia. Prima dei test sull’abilità di lettura, il bambino è sottoposto ad un test per misurare il quoziente intellettivo, in genere si usa la WISC – IV (6-16 anni) e la WPPSI IV (3-7 anni). In questo modo gli specialisti appurano che la difficoltà d’apprendimento non è data da un deficit d’intelligenza.
Dopo la diagnosi, gli specialisti creano un piano didattico personalizzato che è un riferimento per gli insegnati e per la scuola a supporto dell’alunno. Il PDP (piano didattico personalizzato) è fondamentale per l’alunno, basti pensare che fino a qualche anno fa i bambini dislessici dovevano affrontare il percorso scolastico senza supporti e con risultati frustranti.
Il PDP prevede l’utilizzo degli strumenti compensativi che nel caso di dislessia favoriscono l’autonomia nella lettura. Tra gli strumenti compensativi più importanti ci sono la sintesi vocale, gli audiolibri, i libri digitali e i testi semplificati.
Non tutti questi strumenti sono idonei per i dislessici, ma bisogna scegliere il più adatto per ciascun bambino. Ad esempio, alcuni bambini hanno difficoltà nel leggere da fogli cartacei a causa dell’affollamento dei caratteri, per loro il libro digitale diventa un ottimo strumento.
Nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) sono indicati gli strumenti compensativi da utilizzare in classe e a casa.
Tra gli strumenti compensativi tecnologici c’è la LIM (lavagna interattiva multimediale) che consente di svolgere esercizi interattivi che sono vantaggiosi non solo per gli alunni con dislessia ma anche per stimolare l’attenzione di tutti. Un altro strumento è il dizionario elettronico per facilitare la ricerca di vocabili per l’alunno dislessico, oppure il registratore per prendere appunti durante la lezione senza che gli alunni dislessici scrivano e ascoltino contemparaneamente.
Per lo studio a casa esistono specifici software per la dislessia, come i libri digitali che possono essere letti dalla sintesi vocale. I libri digitali sono testi interattivi che consentono di evidenziare, riassumere e creare mappe concettuali aiutando gli studenti a memorizzare. Grazie alla sintesi vocale, è possibile anche trasformare il testo scritto in testo parlato che può risultare anche un ausilio fondamentale per i non vedenti.
La dislessia può creare molti disagi e portare i bambini a vivere situazioni di ansia e depressione. Questo stato emotivo viene enfatizzato durante l’età scolastica a causa dei continui test sulle loro abilità di lettura alla quale i bambini sono sottoposti.
Questo è ciò che vive Arianna, la protagonista di ‘Le Cronache di Nanaria’, una ragazzina brillante che è sempre stata perseguitata da problemi inspiegabili di rendimento durante la scuola elementare ed è sempre stata derisa dalle sue compagne. Arianna utilizza un video diario per raccontare le sue disavventure, le sue giornate e i suoi stati d’animo. La serie parla della dislessia raccontando i sintomi, le difficoltà emotive prima e dopo la diagnosi, ma anche la capacità e la voglia di accettarsi.
Solitamente la dislessia si modifica con la crescita. Crescendo, alcuni adulti dislessici hanno sviluppato strategie per aggirare i loro problemi di lettura, ma possono presentarsi problemi nella memoria o nel linguaggio. Gli adulti dislessici presentano bassa autostima e difficoltà nel mantenere a lungo la concentrazione su un compito. Spesso queste persone scelgono valori più manuali in cui la richiesta di scrivere o leggere non è molto necessaria.
La diagnosi nell’infanzia è importante per poter avere maggiore consapevolezza e poter essere assistiti in modo idoneo. Nel 2018 i dislessici certificati nel sistema scolastico sono aumentati del 48% in tre anni. Non esiste una cura per i DSA, ma la diagnosi precoce permette ai bambini dislessici di affrontare la scuola con meno frustrazione e senza ripercussioni psicologiche.