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Dall’Italia una nuova tecnica ha fatto camminare due pazienti paraplegici

Due paraplegici con lesioni al midollo spinale sono riuscite a camminare. È il risultato di una ricerca condotta da Politecnico di Losanna (Epfl), Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ospedale San Raffaele di Milano e Università Vita-Salute San Raffaele. Lo studio ha ottenuto la pubblicazione della rivista di settore Science Translational Medicine. Come funziona questa tecnica innovativa e come riescono le persone a camminare? Scoprilo ora!

Come funziona

La tecnica si basa su un neurotrasmettitore da indossare che ha due funzioni: la prima è consentire il movimento, mentre la seconda è ridurre gli spasmi muscolari che si hanno in questi casi. Parliamo di contrazioni dei muscoli che non hanno il controllo della persona. Queste contrazioni non consentono il movimento. Infatti, quando c’è una lesione del midollo spinale, l’interessato non riesce a regolare l’attività spinale, che può essere anche di più rispetto al necessario.

In una persona senza lesioni, è il cervello che gestisce in automatico questi movimenti e fa da inibitore al midollo spinale. Con queste lesioni, la comunicazione tra cervello e midollo viene a mancare, così si creano gli spasmi. Il dispositivo frutto di questa ricerca si può impiantare e ha una serie di funzioni. Oltre a ridurre questi movimenti involontari, controlla il dolore e consente un movimento naturale.

Le persone che hanno partecipato alla sperimentazione – al momento due – sono riuscite a camminare e una è riuscita anche a percorrere fino a 175 metri senza la stimolazione. Ora si sta pensando di estendere la ricerca a più persone. L’elettrostimolatore si usa già nella terapia contro il dolore. La sperimentazione di un neurostimolatore per pazienti paraplegici avviene in più fasi, con studi preclinici su modelli animali per valutare sicurezza ed efficacia. Si passa ai trial clinici su pazienti umani, suddivisi in fasi graduali.

Nella fase iniziale, si verifica la sicurezza dell’impianto e della stimolazione elettrica, mentre le fasi successive valutano i benefici funzionali, come il recupero della capacità di camminare. I pazienti seguono protocolli riabilitativi intensivi, con monitoraggio continuo per ottimizzare i parametri del dispositivo e garantire risultati sostenibili.

Paraplegico (Pixabay Foto) – www.biomedicalcue.it

I prossimi passi

Un neurostimolatore può aiutare i pazienti paraplegici a camminare perché i circuiti nervosi del midollo spinale che controllano i movimenti degli arti inferiori. Questo dispositivo, impiantato con un’operazione chirurgica, emette impulsi elettrici sincronizzati per attivare i muscoli coinvolti nella camminata, così supera le lesioni spinali che interrompono la comunicazione tra cervello e arti. La stimolazione è combinata con un intenso programma di riabilitazione per ripristinare la capacità di coordinazione motoria.

Grazie a questa tecnologia, molti pazienti sono in grado di recuperare in parte la mobilità e migliorare la qualità della vita, e riduce le complicazioni secondarie legate all’immobilità prolungata. Le applicazioni future dei neurostimolatori si estendono oltre la paraplegia. La ricerca punta a ottimizzare la tecnologia per trattare altre condizioni neurologiche, come la tetraplegia o la sclerosi multipla. Con l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e dei sensori integrati, i dispositivi potrebbero diventare più autonomi, adattandosi in tempo reale alle esigenze del paziente, ma questo è ancora oggetto di studio.

Published by
Annarita Faggioni