Curiosità e consigli

Danni da cellulare a testa e collo: un preoccupante aumento negli ultimi 20 anni

È risaputo che guidare facendo uso del cellulare sia estremamente pericoloso. Ma non sempre si è consapevoli di quanto possa essere altrettanto rischioso essere distratti dallo smartphone mentre ci si dedica ad altri tipi di attività, come camminare o giocare con i propri bambini.

Roman Povolotskiy, del dipartimento di Otorinolaringoiatria- Chirurgia del Collo e della Testa alla scuola di medicina Rutgers in New Jersey, ha condotto uno studio sui danni da cellulare, intesi non soltanto come conseguenze della guida con il telefonino o di un’errata postura per l’utilizzo dello stesso. Povolotskiy e i suoi colleghi hanno voluto analizzare l’aumento negli anni del numero di lesioni alla testa e al collo legati all’uso generico dello smartphone e alla distrazione che ne consegue.

Lo studio di Povolotskiy

Lo studio in questione è stato il primo a voler analizzare il ruolo del cellulare negli infortuni a testa e collo. La ricerca è stato condotta in maniera retrospettiva: sono stati analizzati 2501 casi di pazienti che si sono rivolti al pronto soccorso tra gennaio del 1998 e dicembre del 2017 per lesioni alla testa o al collo, ricondotte all’utilizzo improprio del cellulare.

Le lesioni sono state distinte in due categorie:

  • lesioni meccaniche dirette, nel caso in cui sia stato il dispositivo in quanto oggetto fisico a provocare un danno diretto al paziente (ad esempio: la batteria dello smartphone che esplode colpendo la faccia di un individuo);
  • danni associati all’utilizzo del cellulare, se l’infortunio è da imputare alla distrazione derivata dall’uso dello smartphone (ad esempio: un bambino che si fa male camminando perché stava guardando il cellulare).

L’obiettivo dell’analisi è stato stabilire se il numero di incidenti sia in progressivo aumento, osservare quali tipi di lesioni sono più frequenti e in quali aree e comprendere quali siano i rischi di infortuni a seconda delle diverse fasce di età della popolazione coinvolta.

I risultati dello studio

Le aree più a rischio

Limitatamente alle aree della testa e del collo, oggetto dello studio, le zone maggiormente lesionate sono state in primo luogo la testa (33%), poi la faccia, incluse le palpebre, gli occhi e il naso (32.7%) e infine il collo (12%).

In particolare è stato osservato che i danni da cellulare che coinvolgono il viso hanno conseguenze debilitanti nella vita dei pazienti. Queste lesioni, dando origine a cicatrici, sono correlate a episodi di ansia, alla diminuzione dell’autostima e di conseguenza all’insorgere di comportamenti antisociali. Inoltre in alcuni dei casi le lesioni possono essere soggette a infezioni e necessitare quindi ulteriori interventi di chirurgia di revisione cicatriziale.

I tipi di lesioni più comuni

Tra le tipologie di lesioni si sono verificate più frequentemente le lacerazioni (26%), seguite da contusioni e abrasioni (24,5%) e infine danneggiamenti agli organi interni (18%), che nel peggiore dei casi, comprendono ematomi subdurali e contusioni cerebrali. Fortunatamente però la maggior parte delle ferite alla testa sono classificate come traumi lievi e i pazienti vengono dimessi senza subire particolari trattamenti. Nonostante ciò, essi necessitano di essere seguiti dopo la dimissione, poiché sono a rischio della sindrome di post commozione cerebrale, che può comportare effetti lievi come mal di testa, nausea, stanchezza o gravi, come problemi di memoria, labilità emotiva e depressione.

Gli infortuni più frequenti a seconda dell’età

Lo studio di Povolotskiy ha messo in evidenza che nella fascia di età che va dai 13 ai 29 anni i danni da cellulare più frequenti sono quelli legati all’uso dello smartphone e quindi alla distrazione. I giovani spesso guidano e camminano facendo uso del cellulare. Un esempio lampante di questo fatto è il videogioco Pokémon Go, uscito nel 2016: richiedendo che l’utente cammini mentre osserva il cellulare, il gioco è stato infatti identificato come rischio per la sicurezza dalla letteratura medica.

Il videogioco Pokémon Go

Per quanto riguarda invece gli under 13, nell’82% dei casi essi sono soggetti a lesioni meccaniche dirette: a volte sono i genitori a ferire inavvertitamente i bambini con il cellulare, altre sono i bambini stessi a farsi male da soli. Questi scenari non sono di difficile immaginazione tenendo in conto che gli smartphone moderni sono spesso caratterizzati da dimensioni e peso considerevoli.

L’incremento del numero di casi dal 1998 al 2017

Considerando la diffusione della tecnologia e con essa l’utilizzo degli smartphone, appare perfettamente comprensibile come i danni da cellulare nelle zone di testa e collo siano progressivamente aumentati.

Per essere più precisi i ricercatori hanno osservato come fino al 2007 sia le lesioni meccaniche dirette, sia i danni associati fossero infrequenti. Il 2007 ha visto un picco di infortuni con un graduale aumento vertiginoso nei successivi anni. È interessante notare che il momento di picco coincide con la messa in commercio dell’Iphone, uno dei primi smartphone ad avere le funzionalità maggiormente responsabili della distrazione degli utenti.

Conclusioni

Ciò che gli autori hanno voluto mettere in evidenza è che, a causa dell’ormai consolidata e crescente dipendenza da smartphone, sono necessarie la promozione e l’educazione all’uso corretti dei dispositivi, in modo che in futuro si possano evitare questo genere di infortuni fin dall’origine della distrazione.

Fonti e approfondimenti:

Povolotskiy R, Gupta N, Leverant AB, Kandinov A, Paskhover B. Head and Neck Injuries Associated With Cell Phone Use. JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. Published online December 05, 2019. doi:https://doi.org/10.1001/jamaoto.2019.3678

https://www.medicalnewstoday.com/articles/327255.php#4

Published by
Verdiana Brullo