La degenerazione maculare è uno dei disturbi oculistici più comuni, colpisce prevalentemente i pazienti oltre i 50 anni di età. La patologia, se non trattata correttamente, causa a chi ne è affetto numerosi disagi che compromettono la vita di ogni giorno. In un nuovo studio si sono utilizzate le ultime nanotecnologie 3D per far crescere cellule retiniche umane.
Nella degenerazione maculare legata all’età (AMD), la macula, ossia la parte della retina che controlla una visione nitida e diretta, si deteriora e provoca sfocature nel campo visivo centrale. Esistono due diverse tipologie della malattia: la forma umida e quella secca (visibili in figura). Nella variante secca, le cellule presenti nella macula si rompono, causando la perdita della vista nel tempo; questa è la versione più comune ed è tipica delle persone anziane. In quella umida, con un’incidenza più rara, la crescita anormale dei vasi sanguigni nella macula provoca perdite di liquidi e sangue, danneggiando la retina e distruggendo le cellule, causando una perdita della vista molto rapida.
In un nuovo studio si è esaminata la possibilità di sostituire le cellule retiniche danneggiate con alcune coltivate utilizzando le più recenti nanotecnologie. Per fare ciò, i ricercatori hanno utilizzato l’elettrofilatura. Si tratta del processo di fabbricazione di uno scaffold nanofibroso 3D disegnando un fluido polimerico attraverso un campo elettrico, scomponendo il liquido in fibre microscopiche ultrasottili. Per quanto è noto, si tratta del primo caso in cui tale tecnica viene applicata per la coltivazione di cellule retiniche.
Si sono creati i nuovi scaffolds dalla combinazione di due polimeri: poliacrilonitrile (PAN) e Jeffamine. Questi si sono scelti per la loro elevata resistenza meccanica e per la loro capacità di miscelazione con l’acqua. I ricercatori hanno trattato gli scaffolds, con fluocinolone acetonide (FA); questo è un comune farmaco steroideo topico usato per ridurre l’infiammazione causata da condizioni della pelle. Nello studio, il farmaco si è utilizzato per ridurre la probabilità che lo scaffold causasse una risposta infiammatoria. La linea cellulare presa in considerazione è la ARPE-19: una linea cellulare dell’epitelio pigmentato retinico (RPE) umano, questa forma monostrati epiteliali polarizzati su supporti filtranti porosi.
Il team di ricerca ha scoperto che gli scaffolds rivestiti di anti-infiammatori, con nanofibre elettrofilate ultrasottili sospese (ENS), hanno migliorato: crescita, differenziazione e funzionalità delle cellule retiniche. Inoltre, si è riusciti a far crescere cellule che sono rimaste sane e vitali fino a 150 giorni dall’impianto su scaffolds.
In passato, la coltivazione cellulare si eseguiva su superfici piane, il che si è scoperto non essere biologicamente rilevante. Utilizzando le nuove nanotecnologie, si è dimostrato che la linea cellulare prospera nell’ambiente 3D fornito dagli scaffolds progettati. In futuro, la nuova tecnica offrirà nuove possibilità di trattamento per le patologie visive come la degradazione maculare associata all’età. Attualmente, i ricercatori stanno analizzando le metodologie più sicure per trapiantare le cellule appena cresciute nell’occhio umano.